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2018-06-23
«I 10 vaccini sono inutili e dannosi». Il dottor Salvini spaventa il M5s
«Ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi, Inoltre il tema dell'obbligo vaccinale sarà affrontato dal governo». Così ieri, il ministro dell'Interno Matteo Salvini che, con una diretta nell'emittente toscana Radio Studio54, ha sconfinato nel settore sanità, prendendosi tutta l'attenzione mediatica. E il Movimento 5 stelle che dal giorno della formazione del governo gialloblù, rincorre il leader della Lega quotidianamente alla ribalta, è dovuto scendere in campo a due voci.
Prima il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, poi il ministro della Salute Giulia Grillo, hanno «arginato» la posizione dell'alleato e spiegato come questo governo tratterà la materia vaccini. In vista della scadenza del 10 luglio, termine entro cui bisogna essere in regola con i vaccini per l'anno scolastico 2018/2019, Salvini ha ribadito: «Garantisco l'impegno preso in campagna elettorale nel permettere che tutti i bimbi entrino in classe, vadano a scuola», perché «la priorità è che i bimbi non vengano espulsi dalle classi anche se non vaccinati». Forse rendendosi conto di non essere «solo» al governo ha aggiunto: «Siamo in due, c'è un'alleanza Lega-M5s, bisogna ragionare anche con gli alleati. Al ministro Grillo ho iniziato a parlare di questi temi. Continueremo perché ritengo che dieci vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi».
Una posizione da smussare considerato che il ministro pentastellato, appena insediato aveva detto: «Non sono un ministro no vax». Infine Salvini, sempre via etere, ha ringraziato «per il loro coraggio» Antonietta Gatti e Stefano Montanari, marito e moglie paladini dei no vax e da anni nel mirino dei medici e dei ricercatori il quali ritengono le loro teorie sulla tossicità dei vaccini «scarsamente scientifiche».
I due sostengono che nei vaccini ci siano nanoparticelle pericolose e stanno facendo una raccolta fondi online tra i propri sostenitori per acquistare un nuovo microscopio speciale (sono arrivati a mettere assieme circa 70.000 euro).
Dopo le parole del leader del Carroccio, il primo ad intervenire, da Avellino, è stato Luigi Di Maio che ha un po' frenato ribadendo però la linea pentastellata, sì vaccini no obbligatorietà: «Il contratto è chiarissimo, noi vogliamo rivedere il decreto Lorenzin, ma nel senso semplicemente di poter assicurare una tutela vaccinale delle persone e soprattutto ai bambini. Poi ognuno ha la sua opinione sui vaccini, voi conoscete la nostra».
Nel sottolineare la sua «potestà» il ministro Grillo ha lanciato una staffilata al vicepremier leghista, forse anche perché giovedì il sottosegretario all'Interno Luigi Gaetti ha ricevuto una delegazione Free Vax al Viminale: «Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati di governo, ma chiaramente si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute. Ci fa piacere che il ministro dell'Interno si interessi di un tema così importante, così come il ministro dell'Istruzione. Voglio solo precisare», ha ribadito la Grillo, «che l'obbligatorietà è un argomento politico, che ha a che fare con una strategia di tipo politico. Ma le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica. Voglio ribadire ancora una volta, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria».
E per non perdere il sostegno di tanti grillini contrari all'obbligo sottolinea: «Stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore capace da una parte di garantire la frequenza dei bambini negli asili nido e che dall'altra parte metta al centro del dibattito parlamentare la revisione della legge Lorenzin».
Contro Salvini si sono scagliati in molti, ovviamente il Pd e Matteo Renzi che ha rilanciato un post del super scientista Roberto Burioni: «No, ministro Salvini. Dieci vaccini non sono inutili e tantomeno dannosi», ha scritto il virologo sulle sue pagine social, «sono i dieci vaccini che hanno salvato e salvano, in tutta sicurezza, milioni di vite. Vaccini che proteggono anche lei, i suoi figli e i suoi elettori, e pure tutti i cittadini italiani che lei ha il dovere di tutelare. Ministro Salvini, lei ha detto una cosa non rispondente al vero. Quella che ha detto è una bugia, una bugia pericolosissima. E che a dirla sia chi ha la responsabilità della sicurezza del mio paese è una cosa che mi preoccupa molto. Fatti, e non bugie».
A chiedere chiarezza sulla posizione del governo Lega-M5s sui vaccini è anche l'Europa come ha annunciato il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukatis: «I vaccini sono uno dei temi al centro del bilaterale tra me e la ministra Giulia Grillo. Aspetto di conoscere la posizione della nuova ministra dell'Italia».
Sulla cannabis in vendita i medici contro la Grillo: «Il via libera è un errore»
In mancanza di dati certi degli effetti sulla salute della cannabis legale (light), il mondo scientifico difende il principio di precauzione e il divieto alla vendita della sostanza, come espresso in questi giorni dal Consiglio superiore di Sanità (Css). Ma il ministro della Salute Giulia Grillo, al momento, non pensa di chiudere i negozi della cannabis light, come indicato dall'organo consultivo del ministero, perché ritiene la conclusione «un po' forte» dato che è «molto bassa», nella cannabis legale, la quantità di sostanza psicoattiva, il tetraidrocannabinolo (Thc).
Il neoministro grillino, in un'intervista alla Stampa, si riserva di attendere il parere dell'Avvocatura dello Stato e delle altre amministrazioni competenti, ricordando che «poi le decisioni le prende il governo». Minimizza, il ministro Grillo, sulla conclusione dei tecnici del Css, chiamati a esprimere un parere sulla sicurezza della cannabis lo scorso febbraio, dallo stesso ministero, per coprire quel vuoto normativo che, in mancanza di indicazioni sull'uso delle infiorescenze, ne permette la vendita come «oggetto da collezione» e, ultimamente, come «oggetto ornamentale».
Il documento del Css definisce «potenzialmente pericolose per la salute» le infiorescenze della cannabis con Thc compreso tra 0,2-0,6%, come previsto dalla legge n.242 del 2016. Concorda Silvio Garattini, direttore scientifico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, secondo il quale «una concentrazione dello 0,2% che può arrivare anche allo 0,6% non è una dose omeopatica, può avere degli effetti sulle persone, non si può dire che sia innocua. La percentuale del principio attivo non è il solo elemento importante, contano anche i grammi che si consumano».
Come spiega Patrizia Hrelia, past president della Società italiana di tossicologia (Sitox), «i dati scientifici sulla cannabis light, ma anche su quella terapeutica, sono insufficienti per trarre conclusioni definitive». Abbiamo dati sugli effetti psicotici «solo per l'abuso della sostanza, ma non possiamo escludere che a lungo termine, anche bassi dosaggi, siano dannosi per la salute», afferma la tossicologa.
Invita a «togliere dalla testa della gente che la cannabis sia una droga leggera» Garattini, perché «i potenziali danni per la salute esistono e, soprattutto, per i giovani». Il ministro Grillo, dal canto suo, rassicura che «sui numerosi campioni testati nei laboratori, solo in sei casi sono risultati valori in combinazione di Thc compresi tra lo 0,2 e lo 0,6%, limiti consentiti dalla legge» e ricorda che per evitare la vendita di marijuana non light punterà sui «controlli» e a «potenziare il corpo specializzato dei Nas per creare una task force dedicata al controllo dei punti vendita». Il ministro M5s, orientata a «regolamentare il settore», afferma che inserirà il divieto i vendita ai minori. Il problema è che «con semplici tecniche di base», spiega la tossicologa Hrelia, «si possono ottenere preparati con una concentrazione nettamente maggiore di sostanze» e da qui all'abuso il passo è breve. Sono moltissimi gli studi che testimoniano danni cognitivi proprio sugli adolescenti. Mentre il ministro Grillo rassicura chi ha investito nel settore affermando che «non c'è la chiusura dei canapa shop, casomai una loro regolamentazione», il mondo scientifico si preoccupa. «L'apertura dei cannabis shop», osserva Garattini», ha dato l'impressione che questa sostanza possa essere assimilata a un alimento, ma la cannabis è una droga, e può dare effetti molto importanti anche a distanza di tempo, soprattutto se presa in epoca giovanile, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo».
Al di là degli effetti del Thc, «sappiamo che l'uso di cannabis», ricorda Hrelia, «rappresenta un ponte verso il passaggio a droghe più pesanti». Il ministro Grillo, punta a tranquillizzare «i tanti cittadini» che hanno inviato «mail allarmate» perché temono, «dopo aver investito in un'attività dichiarata legale da una legge del 2016», di pagare il prezzo per una mancata regolamentazione», e ribadisce che «non è in discussione il divieto. Casomai sarà necessaria una regolamentazione del settore». Risponde Garattini: «Se si vuole eliminare il rischio, l'unica strada perseguibile è quella di evitare l'assunzione di sostanze pericolose. Non si capisce quale sia l'esigenza di avere negozi che vendano prodotti a base di cannabis. La salute è più importante del commercio».
Maddalena Guiotto
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Il leader leghista Matteo Salvini attacca il decreto Lorenzin: «Nessun bambino escluso dalle scuole, troppe profilassi possono far male». I grillini: «Revisione dell'obbligo nel contratto». Il ministro della Salute: «Sono cure fondamentali».Il ministro Giulia Grillo: «Affrettato lo stop del Consiglio superiore di sanità, gli shop non chiuderanno». Il direttore scientifico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, Silvio Garattini: «Pure se light è pericolosa».Lo speciale contiene due articoli.«Ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi, Inoltre il tema dell'obbligo vaccinale sarà affrontato dal governo». Così ieri, il ministro dell'Interno Matteo Salvini che, con una diretta nell'emittente toscana Radio Studio54, ha sconfinato nel settore sanità, prendendosi tutta l'attenzione mediatica. E il Movimento 5 stelle che dal giorno della formazione del governo gialloblù, rincorre il leader della Lega quotidianamente alla ribalta, è dovuto scendere in campo a due voci. Prima il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, poi il ministro della Salute Giulia Grillo, hanno «arginato» la posizione dell'alleato e spiegato come questo governo tratterà la materia vaccini. In vista della scadenza del 10 luglio, termine entro cui bisogna essere in regola con i vaccini per l'anno scolastico 2018/2019, Salvini ha ribadito: «Garantisco l'impegno preso in campagna elettorale nel permettere che tutti i bimbi entrino in classe, vadano a scuola», perché «la priorità è che i bimbi non vengano espulsi dalle classi anche se non vaccinati». Forse rendendosi conto di non essere «solo» al governo ha aggiunto: «Siamo in due, c'è un'alleanza Lega-M5s, bisogna ragionare anche con gli alleati. Al ministro Grillo ho iniziato a parlare di questi temi. Continueremo perché ritengo che dieci vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi». Una posizione da smussare considerato che il ministro pentastellato, appena insediato aveva detto: «Non sono un ministro no vax». Infine Salvini, sempre via etere, ha ringraziato «per il loro coraggio» Antonietta Gatti e Stefano Montanari, marito e moglie paladini dei no vax e da anni nel mirino dei medici e dei ricercatori il quali ritengono le loro teorie sulla tossicità dei vaccini «scarsamente scientifiche». I due sostengono che nei vaccini ci siano nanoparticelle pericolose e stanno facendo una raccolta fondi online tra i propri sostenitori per acquistare un nuovo microscopio speciale (sono arrivati a mettere assieme circa 70.000 euro). Dopo le parole del leader del Carroccio, il primo ad intervenire, da Avellino, è stato Luigi Di Maio che ha un po' frenato ribadendo però la linea pentastellata, sì vaccini no obbligatorietà: «Il contratto è chiarissimo, noi vogliamo rivedere il decreto Lorenzin, ma nel senso semplicemente di poter assicurare una tutela vaccinale delle persone e soprattutto ai bambini. Poi ognuno ha la sua opinione sui vaccini, voi conoscete la nostra». Nel sottolineare la sua «potestà» il ministro Grillo ha lanciato una staffilata al vicepremier leghista, forse anche perché giovedì il sottosegretario all'Interno Luigi Gaetti ha ricevuto una delegazione Free Vax al Viminale: «Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati di governo, ma chiaramente si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute. Ci fa piacere che il ministro dell'Interno si interessi di un tema così importante, così come il ministro dell'Istruzione. Voglio solo precisare», ha ribadito la Grillo, «che l'obbligatorietà è un argomento politico, che ha a che fare con una strategia di tipo politico. Ma le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica. Voglio ribadire ancora una volta, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria». E per non perdere il sostegno di tanti grillini contrari all'obbligo sottolinea: «Stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore capace da una parte di garantire la frequenza dei bambini negli asili nido e che dall'altra parte metta al centro del dibattito parlamentare la revisione della legge Lorenzin». Contro Salvini si sono scagliati in molti, ovviamente il Pd e Matteo Renzi che ha rilanciato un post del super scientista Roberto Burioni: «No, ministro Salvini. Dieci vaccini non sono inutili e tantomeno dannosi», ha scritto il virologo sulle sue pagine social, «sono i dieci vaccini che hanno salvato e salvano, in tutta sicurezza, milioni di vite. Vaccini che proteggono anche lei, i suoi figli e i suoi elettori, e pure tutti i cittadini italiani che lei ha il dovere di tutelare. Ministro Salvini, lei ha detto una cosa non rispondente al vero. Quella che ha detto è una bugia, una bugia pericolosissima. E che a dirla sia chi ha la responsabilità della sicurezza del mio paese è una cosa che mi preoccupa molto. Fatti, e non bugie». A chiedere chiarezza sulla posizione del governo Lega-M5s sui vaccini è anche l'Europa come ha annunciato il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukatis: «I vaccini sono uno dei temi al centro del bilaterale tra me e la ministra Giulia Grillo. 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Ma il ministro della Salute Giulia Grillo, al momento, non pensa di chiudere i negozi della cannabis light, come indicato dall'organo consultivo del ministero, perché ritiene la conclusione «un po' forte» dato che è «molto bassa», nella cannabis legale, la quantità di sostanza psicoattiva, il tetraidrocannabinolo (Thc). Il neoministro grillino, in un'intervista alla Stampa, si riserva di attendere il parere dell'Avvocatura dello Stato e delle altre amministrazioni competenti, ricordando che «poi le decisioni le prende il governo». Minimizza, il ministro Grillo, sulla conclusione dei tecnici del Css, chiamati a esprimere un parere sulla sicurezza della cannabis lo scorso febbraio, dallo stesso ministero, per coprire quel vuoto normativo che, in mancanza di indicazioni sull'uso delle infiorescenze, ne permette la vendita come «oggetto da collezione» e, ultimamente, come «oggetto ornamentale». Il documento del Css definisce «potenzialmente pericolose per la salute» le infiorescenze della cannabis con Thc compreso tra 0,2-0,6%, come previsto dalla legge n.242 del 2016. Concorda Silvio Garattini, direttore scientifico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, secondo il quale «una concentrazione dello 0,2% che può arrivare anche allo 0,6% non è una dose omeopatica, può avere degli effetti sulle persone, non si può dire che sia innocua. La percentuale del principio attivo non è il solo elemento importante, contano anche i grammi che si consumano». Come spiega Patrizia Hrelia, past president della Società italiana di tossicologia (Sitox), «i dati scientifici sulla cannabis light, ma anche su quella terapeutica, sono insufficienti per trarre conclusioni definitive». Abbiamo dati sugli effetti psicotici «solo per l'abuso della sostanza, ma non possiamo escludere che a lungo termine, anche bassi dosaggi, siano dannosi per la salute», afferma la tossicologa. Invita a «togliere dalla testa della gente che la cannabis sia una droga leggera» Garattini, perché «i potenziali danni per la salute esistono e, soprattutto, per i giovani». Il ministro Grillo, dal canto suo, rassicura che «sui numerosi campioni testati nei laboratori, solo in sei casi sono risultati valori in combinazione di Thc compresi tra lo 0,2 e lo 0,6%, limiti consentiti dalla legge» e ricorda che per evitare la vendita di marijuana non light punterà sui «controlli» e a «potenziare il corpo specializzato dei Nas per creare una task force dedicata al controllo dei punti vendita». Il ministro M5s, orientata a «regolamentare il settore», afferma che inserirà il divieto i vendita ai minori. Il problema è che «con semplici tecniche di base», spiega la tossicologa Hrelia, «si possono ottenere preparati con una concentrazione nettamente maggiore di sostanze» e da qui all'abuso il passo è breve. Sono moltissimi gli studi che testimoniano danni cognitivi proprio sugli adolescenti. Mentre il ministro Grillo rassicura chi ha investito nel settore affermando che «non c'è la chiusura dei canapa shop, casomai una loro regolamentazione», il mondo scientifico si preoccupa. «L'apertura dei cannabis shop», osserva Garattini», ha dato l'impressione che questa sostanza possa essere assimilata a un alimento, ma la cannabis è una droga, e può dare effetti molto importanti anche a distanza di tempo, soprattutto se presa in epoca giovanile, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo». Al di là degli effetti del Thc, «sappiamo che l'uso di cannabis», ricorda Hrelia, «rappresenta un ponte verso il passaggio a droghe più pesanti». Il ministro Grillo, punta a tranquillizzare «i tanti cittadini» che hanno inviato «mail allarmate» perché temono, «dopo aver investito in un'attività dichiarata legale da una legge del 2016», di pagare il prezzo per una mancata regolamentazione», e ribadisce che «non è in discussione il divieto. Casomai sarà necessaria una regolamentazione del settore». Risponde Garattini: «Se si vuole eliminare il rischio, l'unica strada perseguibile è quella di evitare l'assunzione di sostanze pericolose. Non si capisce quale sia l'esigenza di avere negozi che vendano prodotti a base di cannabis. La salute è più importante del commercio».Maddalena Guiotto
Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri al photocall di MasterChef (Ansa)
Sono i fornelli sempre accesi, le prove sempre uguali, è l'alternarsi di casi umani e talenti ai Casting, l'ansia palpabile di chi, davanti alla triade stellata, non riesce più a proferire parola.
Sono le Mistery Box, i Pressure Test, la Caporetto di Iginio Massari, con i suoi tecnicismi di pasticceria. Sono, ancora, i grembiuli sporchi, le urla, le esterne e i livori fra brigate, la prosopopea di chi crede di meritare la vittoria a rendere MasterChef un appuntamento imperdibile. Tradizionale, per il modo silenzioso che ha di insinuarsi tra l'Immacolata e il Natale, addobbando i salotti come dovrebbe fare l'albero.
MasterChef è fra i pochissimi programmi televisivi cui il tempo non ha tolto, ma dato forza. E il merito, più che dei giudici, bravissimi - loro pure - a rendere vivo lo spettacolo, è della compagine autoriale. Gli autori sono il vanto dello show, perfetti nel bilanciare fra loro gli elementi della narrazione televisiva, come comanderebbe l'algoritmo di Boris. La retorica, che pur c'è, con l'attenzione alla sostenibilità e alla rappresentazione di tutte le minoranze, non ha fagocitato l'impianto scenico. L'imperativo di portare a casa la doggy bag sfuma, perché a prevalere è l'esito delle prove. Il battagliarsi di concorrenti scelti con precisione magistrale e perfetto cerchiobottismo. Ci sono, gli antipatici, quelli messi lì perché devono, perché il politicamente corretto lo impone. Ma, tutto sommato, si perdono, perché accanto hanno chi merita e chi, invece, riesce con la propria goffaggine a strappare una risata sincera. E, intanto, le puntate vanno, queste chiedendo più attenzione alla tradizione, indispensabile per una solida innovazione. Vanno, e poco importa somiglino alle passate. Sono nuovi i concorrenti, nuove le loro alleanze. Pare sempre sincero il divertimento di chi è chiamato a giudicarle, come sincero è il piacere di vedere altri affannarsi in un gesto che, per ciascuno di noi, è vitale e quotidiano, quello del cucinare.
Bene, male, pazienza. L'importante, come ci ha insegnato MasterChef, è farlo con amore e rispetto. E, pure, con un pizzico di arroganza in più, quella dovuta al fatto che la consuetudine televisiva ci abbia reso più istruiti, più pronti, più giudici anche noi del piatto altrui.
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Ecco #DimmiLaVerità del 12 dicembre 2025. Il nostro Alessandro Da Rold ci rivela gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sull'urbanistica di Milano e i papabili per il dopo Sala.