2023-12-13
Harvard grazia il rettore e censura le critiche
Claudine Gay (Getty images)
Il cda lascia al suo posto Claudine Gay ma l’ateneo cancella un evento per una battuta sul caso antisemitismo.Parliamoci chiaro: se Claudine Gay, la rettrice di Harvard, non fosse stata afroamericana ma bianca, in questo momento la sua carriera sarebbe finita. Morta e sepolta. E invece, malgrado uno sfondone degno di un licenziamento in tronco, il consiglio d’amministrazione del prestigioso ateneo di Cambridge ha deciso di salvarla: «In questo momento tumultuoso e difficile, sosteniamo all’unanimità la presidente Gay», si legge in una nota del cda di Harvard. Per adesso, insomma, la rettrice resta incollata alla sua scrivania, nonostante le sue dichiarazioni abbiano indignato mezza America: in una controversa audizione al Congresso, infatti, la signora aveva sostenuto che invocare il genocidio degli ebrei rientrerebbe nel normale esercizio della libertà di espressione.La difesa d’ufficio della Gay dimostra tante cose. Innanzitutto che l’ideologia woke, che ha colonizzato quasi interamente gli atenei Usa, sta cominciando a spazientire diverse persone. Ad esempio, i finanziatori di fede ebraica, che hanno annunciato di voler ritirare le proprie donazioni a Harvard. In secondo luogo, questa vicenda ci fa capire quanto le campagne «anti discriminazione» siano in realtà delle gare tra minoranze per accaparrarsi più privilegi possibili: non si chiede uguaglianza di diritti, infatti, ma di godere di una sorta di status da intoccabili. Ora, nel concreto, i cittadini di religione ebraica si sono visti calpestare e superare dagli afroamericani che - a loro insindacabile parere - devono essere eternamente risarciti per le sofferenze patite durante il colonialismo (naturalmente declinato secondo la vulgata politicamente corretta). In terzo e ultimo luogo, il caso Gay mette il re a nudo: la libertà di espressione è sacrosanta solo quando riguarda sé stessi. Quando a esercitarla sono gli altri - cioè i razzisti, gli xenofobi, i retrogradi, i bifolchi - la libertà di parola vale meno di zero.Non ci credete? Andiamo ai fatti. La difesa di chi inneggia allo sterminio degli israeliti, stando alla signora Gay, scaturiva proprio dalla necessità di tutelare la libertà di espressione. Ebbene, appena due giorni dopo l’audizione alla Camera dei rappresentanti, Claudine Gay ha dimostrato di infischiarsene bellamente di questo diritto costituzionale. Un incontro organizzato dagli studenti dell’ateneo, infatti, è stato cancellato d’imperio. Il motivo? Tra gli invitati c’erano due parlamentari democratici: uno dei due, Jake Auchincloss, aveva osato criticare le dichiarazioni della Gay al Congresso. Se non sei d’accordo me, tu non parli: ecco il concetto di libertà d’espressione della rettrice di Harvard. Molto comodo. E pure molto ipocrita. Nel dettaglio, la conferenza sarebbe stata incentrata sul futuro delle relazioni Usa-Cina, con un occhio di riguardo per la politica industriale americana. L’evento era stato pianificato con grande anticipo e la sua organizzazione stava filando liscia come l’olio. Senonché, tutto è stato annullato il giorno prima del convegno. Che cosa era successo nel frattempo? Il dem Auchincloss aveva avuto l’imprudenza di dichiarare: «Secondo le classifiche, Harvard è l’ultima su 248 università per il sostegno alla libertà di parola. Ma quando si tratta di denunciare l’antisemitismo, improvvisamente l’ateneo inizia a nutrire preoccupazioni riguardo al primo emendamento (quello che tutela la libertà d’espressione, ndr). Molto strano». Ecco, questo commento ironico sulle dichiarazioni della Gay sono costate la cancellazione di un invito a un deputato americano. Democratico, ricordiamolo. Mica un fan incallito di Donald Trump. Insomma, con le elezioni presidenziali tra un annetto scarso, i repubblicani hanno materiale in abbondanza per colpire Joe Biden proprio sul suo reiterato sostegno all’agenda woke e ai suoi profeti.Come se non bastasse, inoltre, altre nubi si sono addensate sulla moralità della Gay. Due ricercatori, infatti, hanno affermato che la rettrice di Harvard, per la sua tesi di dottorato in psicologia, si sarebbe resa colpevole di plagio. Secondo i due accusatori, la Gay avrebbe saccheggiato intere sezioni di altri testi spacciandole per sue. I due ricercatori, esibendo le prove, hanno quindi chiesto al Consiglio d’istituto di Harvard di «condurre un’indagine completa sull’integrità accademica di Claudine Gay. Se ha violato il codice di condotta accademica, deve dimettersi o essere espulsa dal consiglio». Sì, in effetti il plagio non è una cosa da poco: anche in Italia è un reato che viene punito con sanzioni molto gravi, che possono arrivare fino all’annullamento del percorso di studi e alla reclusione da tre mesi a un anno. Negli Stati Uniti, è più o meno lo stesso. Ma a Harvard c’è un’aggravante: il «plagio letterale» comporta una violazione del codice d’onore dell’università. La diretta interessata ha negato ogni addebito, ma molto studenti ne hanno chiesto il licenziamento. Anche Richard Grenell, ex ambasciatore americano in Germania (nonché ex alunno dell’ateneo), ha dichiarato: «Tutto ciò è imbarazzante per la credibilità accademica di Harvard. Claudine Gay deve essere licenziata».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)