2025-09-16
La giudice lo lascia libero, africano stupra una 18enne
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)
Il maliano che a fine agosto ha abusato di una ragazza alla stazione di San Zenone al Lambro era stato fatto uscire dal Cpr da una toga di Magistratura democratica, nonostante le denunce di maltrattamenti in famiglia.«La valutazione di pericolosità sociale non può che essere prognostica». Il giudice della sezione specializzata in materia di immigrazione del tribunale di Milano, Elisabetta Meyer, il 9 dicembre 2024, quando ha deciso di non convalidare il trattenimento nel Cpr di via Corelli di Harouna Sangare, 25 anni, originario del Mali, lo aveva ammesso. Ma subito dopo una precisazione proprio sulla previsione della pericolosità presentava una contraddizione: la valutazione «non può fondarsi su automatismi ed essere sostenuta soltanto da una finalità di prevenzione e di pubblica sicurezza intesa in senso lato». Un inciso che, oggi, diventa il cuore del problema. Perché Sangare è lo stesso uomo che otto mesi dopo, il 30 agosto secondo l’accusa, avrebbe aggredito una ragazza di 18 anni mentre si stava dirigendo verso la stazione di San Zenone al Lambro, l’avrebbe afferrata, trascinata dietro i cespugli e violentata per oltre un’ora in quella che il gip di Lodi definirà una violenza «senza pietà» e «in totale spregio alla sua dignità».Il Dna sugli indumenti della vittima sarebbe risultato perfettamente sovrapponibile con quello prelevato all’indagato nel corso dell’inchiesta. Sangare era arrivato in Italia un anno prima, sbarcando a Lampedusa il 19 luglio 2024, aveva chiesto e ottenuto un permesso di soggiorno con la formula della protezione sussidiaria ed era stato ospitato nel centro di accoglienza San Francesco di via Saponaro, a Milano, dove lavorava come aiuto cuoco con un contratto part-time e con scadenza al 31 dicembre 2025. Viveva con la compagna e i figli. Nelle banche dati delle forze dell’ordine risultava già una segnalazione per maltrattamenti in famiglia e lesioni, risalente al 14 novembre 2024, quando la compagna aveva sporto querela ai carabinieri di Pieve Emanuele. La Meyer riconosce che deve fare una valutazione sul pericolo futuro ma, allo stesso tempo, dice che quella fatta dal questore (che ne chiedeva il trattenimento e che si fondava «anche sulla pericolosità dello straniero») non era sufficiente.«Nel caso in esame, premesso che per precedente penale deve intendersi una sentenza di condanna o di applicazione della pena divenuta definitiva, non vi è molto da dire». Senza condanna, secondo la Meyer, la valutazione del questore era carta straccia. E il provvedimento «radicalmente illegittimo». Dall’altra parte, poche settimane dopo, arriva il provvedimento del gip di Lodi Anna Cerreta, che sembra scritto per smentirla riga per riga. «C’è il concreto pericolo», scrive, che Sangare, se rimesso in libertà, possa commettere ulteriori delitti della stessa specie di quelli per cui si procede, vista la spiccata capacità criminale che emerge dall’efferatezza dell’azione». Non solo. Descrive la violenza come «commessa in modo particolarmente cruento e nei confronti di una giovane ragazza a lui sconosciuta che si è trovata sul suo cammino per una fatale casualità». L’indole? «Aggressiva e prevaricatrice». Insomma, uno che, stando al gip, sarebbe «altamente pericoloso per l’incolumità pubblica, del tutto inaffidabile e privo di alcuna capacità di autocontrollo nonché completamente incapace di osservare le più basilari regole del vivere civile». Solo pochi mesi prima, però, stando alla Meyer, Sangare poteva restare nel Cpr solo se avrebbe «costituito un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica».Poi, il passaggio da manifesto del garantismo: «Qualsiasi restrizione della libertà personale, concetto al quale si deve ricondurre la misura del trattenimento, deve fondarsi sugli specifici requisiti legali che la giustificano e non può essere convalidato un provvedimento limitativo della libertà personale fuori del paradigma legale dei requisiti specifici che ne giustificano l’adozione, in funzione di un’esigenza immanente di prevenzione e di sicurezza». Infine, quanto al pericolo di fuga, la Meyer lo valutò come «ultroneo». Per il gip di Lodi, invece, la presenza di Sangare in un centro di accoglienza (lo stesso in cui viveva al tempo delle valutazioni della Meyer), «che prevede una condivisione promiscua degli spazi», avrebbe favorito proprio il «pericolo di fuga».Ma è solo dopo aver letto la sua decisione che il profilo della Meyer aiuta a comprendere meglio il caso. Si tratta di una togata vicina a Magistratura democratica (Md), la corrente progressista che da sempre si definisce «coscienza critica della magistratura». Nel 2014, ironia della sorte, firmò un appello intitolato «Dalla parte della Costituzione» in cui Md (prima firmataria la capocorrente Silvia Albano, toga che per prima ha riportato in Italia i migranti trasferiti in Albania) ricordava che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale» e denunciava le «offese sessiste» contro le donne. Un documento che chiedeva di «difendere la dignità delle persone» e di «contrastare le discriminazioni di genere». Si esprimeva, inoltre, «profonda indignazione e grande preoccupazione per le offese volgari e sessiste» che aveva ricevuto il presidente della Camera ,Laura Boldrini. E si spiegava che «il sessismo» aveva «radici in odiosi pregiudizi e arcaici stereotipi», che si fondava «su logiche di controllo e sopraffazione affatto distanti dai fondamenti della democrazia». Infine, il monito: «Chi ignora decenni di elaborazioni e battaglie contro la violenza, le diseguaglianze e le discriminazioni ha scelto comunque da che parte stare».Ed è qui che nasce il paradosso: la stessa giudice che ha firmato un documento per la tutela delle donne, dopo le valutazioni «prognostiche», in uno scontro tra principio e realtà, ha rimesso in libertà un uomo che, secondo un’altra giudice, avrebbe aggredito e violentato una ragazza di 18 anni «senza pietà» e «in totale spregio alla sua dignità». Col senno di poi è facile leggerlo come un errore grossolano. Ma al giudice veniva richiesto proprio di fare una valutazione prognostica e, al netto degli elementi forniti, il questore aveva ragione a chiedere il trattenimento di Sangare.Ora l’incredibile disallineamento tra il garantismo di Meyer e il realismo di Cerreta si scontrano frontalmente. E a pagarne il prezzo è una ragazza di 18 anni che non potrà dimenticare quella notte.
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