2019-02-04
Hanno criminalizzato la «ciccia» e la virilità
Il mondo che tollera (se non incoraggia) l'alcol e la cannabis, ha dichiarato guerra al grasso. Ma per le donne è un elemento vitale. L'orrore per la guerra e la violenza si è trasformato in femminilizzazione del maschio. Coraggio e autodifesa sono da rivalutare.Il mondo che tollera - se non a tratti sembra incoraggiare - l'acool e la droga, ha dichiarato guerra al grasso, sebbene per le donne sia un elemento vitale. Mentre l'orrore per la violenza e la forza si è trasformato in femminilizzazione del maschio. Per questo, coraggio e autodifesa vanno rivalutati.A CHI HA SARÀ DATOA chi ha fede sarà data altra fede, a chi ha determinazione sarà data altra determinazione, a chi ha coraggio sarà dato altro coraggio. Vale per il coraggio la stessa regola che vale per qualsiasi capacità umana (il coraggio è una capacità, la capacità di pensare in maniera lucida e agire di conseguenza anche in presenza di paura): è importante la genetica, è importante quello che è successo nella nostra infanzia, ma per il resto fondamentale è l'abitudine. La potenza delle abitudini è enorme, e con l'abitudine ogni capacità diventa più forte. Il nostro cervello è basato sulle abitudini.Anche l'ansia, mostruosa parola che si autoalimenta e si auto genera, è soggetta all'abitudine e può crescere fino a diventare infinita e devastante.Il coraggio bisogna volerlo, dichiarare di volerlo e scriverlo.Il coraggio può essere su due linee diverse: quello fisico, e l'altro. Il coraggio fisico a volte ci mette nei guai, persone che ne hanno troppo, motociclisti, atleti metropolitani, spesso pagano con un prezzo alto il loro disprezzo per il dolore. Il coraggio fisico ci permette di imparare a usare i pattini, la bicicletta e sfidare le dittature. L'altro coraggio è quello di andare soli contro tutti. La bellissima fiaba di Hans Christian Andersen, I vestiti nuovi dell'Imperatore, e il terrificante e geniale romanzo 1984 di George Orwell descrivono lo stesso terrificante fenomeno: la negazione della realtà, quando tutti la negano.Come diceva la buonanima di Gilbert Keith Chesterton, insieme a John Ronald Reuel Tolkien, uno dei grandi scrittori cattolici inglesi, viene il momento in cui è necessario impugnare le spade per affermare che le foglie sono verdi in estate.Questo è il vantaggio di essere uno scrittore fantasy.Noi abbiamo una certa dimestichezza con le spade.ADIPEÈ, come il tessuto epiteliale, quello muscolare, quello osseo, uno dei tessuti che compongono il nostro organismo. La funzione del tessuto adiposo, che, ripeto, è un normale tessuto costituente il corpo umano (non è fango, non è spazzatura e non è escremento) è proteggerci dalla fame, dal freddo e dai traumi: le foche sono grasse e cadere sul sedere fa meno male che cadere sulle ginocchia.Soprattutto il tessuto adiposo ci protegge dalla malnutrizione. Per le donne la fame è una catastrofe intergenerazionale oltre che personale, dato che la malnutrizione della mamma causa danni irreversibili al feto o la sua prematura dipartita: madre natura ha naturalmente predisposto che il corpo femminile normale sia grasso.Traduco in parole povere: il corpo maschile ha il grasso sottocutaneo come optional. Può averne o non averne ed essere, in entrambi i casi, perfettamente sano.Il corpo femminile ha il grasso sottocutaneo come normale costituente. Quando di grasso non ce n'è, il metabolismo degli estrogeni si incastra, le mestruazioni saltano e le ossa diventano fragili come quelle di una donna anziana, il cuore è meno protetto. Sia molte modelle mezze morte di fame (mezze?) e mezze «fatte» (mezze?) di anfetamine e cocaina fino alle orecchie per stare in piedi, sia alcune atlete che sono i mostruosi ammassi di muscoli senza più grasso sottocutaneo, non hanno le mestruazioni e hanno le ossa malate.L'assenza completa di grasso sottocutaneo è per il corpo femminile una malattia.Negli anni Sessanta si è cominciato a scoprire quanto l'obesità possa uccidere. In effetti la grande obesità è un lento, ma programmato suicidio. Si è quindi assistito a un tipico fenomeno di quello si definisce ipersoluzione: «Il grasso in eccesso è pericoloso» è diventato «il grasso (tutto il grasso, non solo quello del grande obeso, ma anche quello dell'un po' cicciottino fino all'assolutamente normale) è pericoloso».Da pericoloso si è passati ad altro: brutto, antiestetico, orrendo, nauseante. Chi è grasso ha imparato a odiarsi, viene ritenuto privo di forza di volontà. Si è avuta cioè una moralizzazione del grasso. In un mondo che tollera, se non incoraggia, l'uso di alcol e qualche piccola droghetta simpatica come la cannabis e l'estasi, dove non c'è limite alle perversioni sessuali delicatamente catalogate sotto la voce libertà. Il rapporto statura-peso è rimasto l'unico campo di distinzione tra il bene e il male.Il corpo umano femminile, normalmente composto dal 20% di grasso, è quindi diventato costituito per il 20% di robaccia. In realtà la guerra all'adipe, cominciata nel Sessantotto sotto forma di una moda particolarmente idiota e brutta, in realtà è stata qualcosa di molto più sottile e micidiale. È cominciata la guerra all'essere donna, all'essere magra. Innumerevoli donne hanno rifiutato la maternità per l'incapacità a vedere il proprio corpo fiorire nella vita. La magrezza scheletrica impedisce la gravidanza, impedisce la femminilità, impedisce la vita.AGGRESSIVITÀContrariamente a quanto sostiene il postmoderno, maschi e femmine non sono uguali e hanno l'aggressività in due posti diversi: i maschi ce l'hanno sulla difesa del territorio, che in termini alti si chiama patria o nazione, ma anche partito, religione e squadra di calcio o altro, le femminucce ce l'hanno sulla difesa della prole, che in parole povere sono i bambini.Traduco in termini etologici. Papà lupo dice a mamma lupa:Non ci sono più coniglietti da mangiare perché il branco di fianco se li è mangiati: facciamogli la guerra. Col fico - dice mamma lupa - se facciamo la guerra i lupacchiotti che sono piccolini magari crepano. Mangiamoci i sorci.Dopo un mese, quando anche i sorci sono finiti e i lupacchiotti sono cresciuti, si va a piantare la grana al branco di fianco.Negli ultimi 5.000 anni della storia umana, a accezione dell'ultimo mezzo secolo, le femmine sono state amputate della loro aggressività e non hanno più potuto difendere i figli dall'essere inviati, diciottenni, a fare guerre folli decise dai padri per ragioni fondamentali che, 20 anni dopo, nessuno si ricorda più. Quasi nessuno è in grado di dire più di 20 parole filate sulla causa della prima guerra mondiale. C'è stato il granduca di qualche cosa ammazzato a Sarajevo. Chi ha sparato a chi? E poi?Ci sono stati 20 milioni di morti. Dopo la seconda guerra mondiale c'è stata una lodevole inversione di tendenza e, per la prima volta dall'inizio della storia umana, la pace è stata considerata un valore. Come tutte le inversioni, anche questa è stata maldistribuita e periodicamente eccessiva, si è avuto cioè un caso di ipersoluzione, una soluzione eccessiva che rischia di diventare peggiore del male originale. Una femminilizzazione della società ha portato alla criminalizzazione della virilità e quindi dell'aggressività, inclusa quella difensiva. Quando i nostri nipoti ci chiederanno che accidenti abbiamo fatto mentre si modificava l'Europa, e non certo a loro favore, risponderemo che abbiamo scritto sui marciapiedi con i gessetti colorati.