2025-01-28
Hamas apre a negoziati con Donald: «Pronti a lasciare il potere a Gaza»
Un gruppo di miliziani di Hamas (Ansa)
L’ufficio politico dei miliziani elogia il tycoon: «Un presidente serio». Lui imita Israele e prepara un decreto per dotare gli Usa di un Iron dome. L’Italia spedisce altri sette carabinieri per la missione europea a Rafah.Morti otto prigionieri che dovevano essere rilasciati. Giovedì e sabato ci saranno altre scarcerazioni. Uccisi due leader della jihad in Cisgiordania. Scontri nel Sud del Libano.Lo speciale contiene due articoli.Migliaia di palestinesi in viaggio verso Nord, a piedi. Israele, nonostante gli scettici, ha mantenuto la promessa e ha aperto il corridoio Netzarim per la prima volta dopo 15 mesi di guerra. Le immagini riprese dai droni sono impressionanti e per la prima volta dal 7 ottobre si ha l’idea di una distensione senza precedenti.L’arrivo di Donald Trump ha cambiato il verso del conflitto in Medio Oriente, che piaccia o meno. E anche se la sua proposta di far evacuare la Striscia, trasferendo i rifugiati in Egitto e Giordania, è stata presa male praticamente da tutti, c’è anche chi, tra gli avversari, ne riconosce la serietà. Moussa Abu Marzouk, un membro dell’ufficio politico di Hamas, ha fatto sapere che i miliziani sono disposti a lasciare il governo di Gaza e a negoziare con gli Stati Uniti una soluzione per il «martoriato territorio palestinese». Marzouk ha poi dichiarato di ritenere Donald Trump «un presidente serio» alla luce dell’accordo di cessate il fuoco con Israele che il suo inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha aiutato a chiudere.Hamas, ha spiegato Marzouk, è conscia che una nuova autorità che guidi la Striscia di Gaza avrebbe bisogno di appoggio sia regionale sia internazionale e dovrebbe essere sostenuta dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. Il mese scorso Hamas e Al Fatah avevano trovato un’intesa sulla creazione di un comitato di dieci-quindici figure che amministri Gaza con il consenso di entrambe le fazioni. Un piano impossibile da accettare per Israele, che da una parte vuole escludere completamente Hamas dalla Striscia e dall’altra non ritiene gli attuali vertici dell’Anp in grado di svolgere un compito così complesso. Il timore è che presto Gaza diventi di nuovo un covo di terroristi nascosti tra scuole e ospedali. Marzouk, d’altro canto, a sua volta ha spiegato che non intende aprire «al dialogo con Israele» e dopo gli apprezzamenti a Trump ha puntualizzato: «Nessun palestinese o arabo accetterà l’idea di sfollamento di Trump», riferendosi all’idea di evacuare la Striscia, facendo rifugiare la sua popolazione tra Giordania ed Egitto, Entrambi i Paesi si sono opposti con risolutezza.Ieri, Hamas finalmente ha consegnato a Israele la lista dei 33 ostaggi che ha promesso di liberare: 25 sono vivi e 8 sono morti. Nessun nome, solo numeri, con le famiglie disperate in attesa. Le autorità israeliane hanno fatto sapere alla stampa che le informazioni fornite coincidono con quelle di cui già erano a conoscenza. Hamas ha poi confermato che libererà tre ostaggi entro venerdì prossimo, 31 gennaio. Altri tre saranno rilasciati sabato 1° febbraio. Venerdì dovrebbe esserci anche Arbel Yehud, la ventinovenne rapita a Nir Oz che avrebbe dovuto essere liberata già con il secondo rilascio. L’ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, scrive che Israele ha raggiunto l’accordo con Hamas dopo «trattative forti e determinate» e ribadisce che «non tollererà alcuna violazione dell’accordo». Il premier israeliano, intanto, ha messo in agenda un viaggio a Washington per la prossima settimana: incontrerà il presidente degli Stati Uniti Trump, che proprio ieri ha fatto sapere che intende firmare un decreto esecutivo per la costruzione di un Iron Dome per gli Usa. Lo stesso scudo missilistico che possiede Israele. Decisione assunta a causa della «minaccia di attacchi di missili balistici, cruise e ipersonici» per gli Stati Uniti. In realtà si trattera di un sistema simile, probabilmente, perché Iron Dome non sarebbe in grado di coprire l’intera superficie della nazione americana. Anche l’Europa riattiva il suo impegno a Rafah. Il Consiglio Affari esteri dell’Unione ha annunciato il ripristino della missione Eubam-Rafah. Lo ha annunciato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Kaja Kallas, spiegando: «Tutti concordano che questa missione può giocare un ruolo decisivo nel sostenere la tregua. Oggi i ministri hanno concordato il suo rilancio. Questo permetterà che un certo numero di persone ferite potranno lasciare Gaza e ricevere cure mediche». L’Italia parteciperà inviando altri 7 carabinieri entro fine gennaio, che si uniranno ai due italiani già presenti. Questo personale sarà integrato nella Forza di gendarmeria europea (Eurogendfor). L’Italia si farà inoltre carico del trasporto dell’intero contingente attraverso il Comando operativo di vertice interforze della Difesa (Covi), che coordinerà il trasferimento e il dispiegamento nell’area di militari della Guardia civil spagnola e di gendarmi francesi, che si uniranno alla forza internazionale.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/hamas-apre-negoziati-con-trump-2671006568.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="vivi-18-dei-26-ostaggi-da-liberare" data-post-id="2671006568" data-published-at="1738008509" data-use-pagination="False"> «Vivi 18 dei 26 ostaggi da liberare» Otto ostaggi detenuti da Hamas, presenti nella lista di coloro che avrebbero dovuto essere liberati nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco, sono deceduti. Lo ha dichiarato il portavoce del governo israeliano, David Mencer, durante una conferenza stampa: «Le famiglie sono state informate», ha affermato. In virtù dell’accordo, che prevedeva la liberazione di 33 persone, sette donne sono già state rilasciate. Degli altri 26 ostaggi, solo diciotto risultano ancora in vita. Il prossimo gruppo di ostaggi verrà rilasciato giovedì, seguito da un altro gruppo sabato. Si prevede che la civile israeliana Arbel Yehud sia tra gli ostaggi che saranno rilasciati questa settimana, dopo che Hamas ha violato l’accordo, rilasciando le quattro soldatesse dell’Idf prima di lei. La Jihad islamica ha diffuso una prova video che la ragazza è in vita: le immagini sono del 25 gennaio. Tra i 33 ostaggi sulla lista c’è anche la famiglia Bibas, con i bambini Kfir e Ariel, di 2 e 5 anni, e i loro genitori, Shiri Bibas e il padre Yarden, tutti rapiti durante l’attacco a Nir Oz, il 7 ottobre 2023. Nella lista figurano anche uomini sopra i 50 anni e persone malate o ferite. Attualmente, 87 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre si trovano ancora a Gaza, tra cui i corpi di almeno 34 persone la cui morte è stata confermata dalle Forze di difesa israeliane (Idf). Hamas continua inoltre a detenere due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, insieme al corpo di un soldato delle Idf ucciso nel 2014. Un altro corpo di un soldato ucciso nello stesso anno è stato recuperato a Gaza qualche giorno fa. Mentre i gazawi rientrano nelle loro case (o in quel che ne resta), il processo è reso complicato dal coordinamento tra diverse parti, che risulta inefficiente. Il sistema descritto richiede il passaggio dei veicoli attraverso un posto di blocco gestito da Hamas, seguito da un’area di ispezione con due scanner, con un ritmo di autorizzazione molto limitato: 20 veicoli ogni 40 minuti. Considerando l’elevato numero di veicoli in fila, il completamento del processo potrebbe richiedere molti giorni. Le squadre della Croce Rossa e il personale americano ed egiziano presenti sul posto sottolineano la portata umanitaria dell’operazione, mentre l’esercito israeliano monitora la situazione, aggiungendo un ulteriore livello di supervisione militare. L’Italia ha pianificato una missione militare europea di polizia al valico di Rafah, che prevede la presenza dei carabinieri. Lo ha annunciato il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al Consiglio Esteri: «La notizia positiva è che ci sarà una missione militare europea di polizia al valico di Rafah, dove ci sarà una presenza dei nostri carabinieri. Partiranno tutti insieme dall’Italia con un volo delle nostre forze armate e quindi andranno a presidiare il valico di Rafah. Questo è molto importante: è un impegno europeo, come abbiamo sempre chiesto, e anche un impegno dei nostri carabinieri, che sono sempre stati presenti». Hamas ha dichiarato che due persone uccise in un attacco con drone condotto ieri dalle Forze di difesa israeliane (Idf) vicino a Tulkarem, in Cisgiordania, erano membri delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, l’ala armata del gruppo. Secondo il Times of Israel, Hamas ha identificato le vittime come Ihab Abu Atiwi, un alto comandante, e Ramez Damiri, affermando: «Il loro sacrificio servirà a rafforzare la resistenza e ad alimentare ulteriori operazioni». Il Sud del Libano è tornato a essere teatro di scontri, interrompendo una tregua che durava da due mesi. Le autorità sanitarie locali riferiscono che ieri le forze israeliane hanno aperto il fuoco nel Libano meridionale, uccidendo due persone e ferendone altre 17 durante il secondo giorno di proteste. Domenica scorsa, 24 persone sono state uccise e oltre 130 ferite dalle truppe israeliane che hanno aperto il fuoco contro manifestanti che avevano oltrepassato i posti di blocco lungo il confine e avevano attaccato i militari dell’Idf. Israele, dal canto suo, ha accusato Hezbollah «di incitare i civili alla rivolta» e ha criticato l’esercito libanese «per la sua manifesta incapacità di controllare le milizie sciite». Sempre domenica gli Stati Uniti e il Libano hanno annunciato che la scadenza per rispettare i termini del cessate il fuoco è stata prorogata al 18 febbraio 2025.