2018-12-16
Ha preferito le streghe alla sua santa. Così su Corinaldo è scesa la tragedia
Maria Goretti si sacrificò per la sua virtù all'inizio dell'era del desiderio sfrenato e della morale liquida. Ma il suo paese, in questi anni, ha scelto di seguire altri esempi. Fino al disastro della Lanterna Azzurra. Ci sono fatti di cronaca che dicono di più sullo stato del Paese di un trattato di sociologia. Ciò che è accaduto la scorsa settimana alla Lanterna Azzurra, Corinaldo, Ancona, e ancora accade in questi giorni, con i funerali delle vittime, le sofferenze dei feriti, e lo sbalordimento degli altri è una perfetta sintesi dei lati più pesanti e pericolosi dell'Italia di oggi. Corinaldo, 5.000 abitanti circa, fa parte dei «borghi più belli d'Italia», con tutti gli incanti di questi luoghi preziosi: antiche mura alte sull'Appennino, palazzi con le raffinatezze di ognuno dei secoli andati, dal Medio Evo in poi, Papi e imperatori che lo se lo disputarono, assieme alle famiglie nobili guelfe o ghibelline delle due parti. Grande cultura, architettonica, civile e agricola. Poi, l'oggi. Ci sono molti modi per tener viva (anche turisticamente) l'anima di un antico paese con tradizioni che vanno addietro nei secoli: tornei equestri, musiche medioevali, percorsi spirituali, feste tradizionali, da ripescare e lanciare anche sul curioso mercato internazionale, avido di novità. Ma l'élite di Corinaldo ebbe un'altra idea. storie alla modaPerché tirar fuori storia e Papi, così noiosi, quando ci sono le streghe, molto più divertenti e alla moda? E fa niente che a Corinaldo fosse nata alla fine dell'Ottocento Maria Goretti, figlia di poverissimi braccianti e scesa con la famiglia in cerca di lavoro giù sotto, nella paludi pontine. Finché un ragazzo di 18 anni, che la voleva ad ogni costo, al terzo rifiuto la uccise con un punteruolo. Maria aveva quasi 12 anni, come molti dei ragazzini feriti alla Lanterna Azzurra. Alessandro, il suo assassino, la rivide poi più volte nei suoi sogni e si pentì amaramente. Liberato dopo 40 anni di carcere, passò gli ultimi decenni della vita in un convento di francescani, nella devozione per Maria (dichiarata santa da Pio XII nell'Anno santo di una Chiesa trionfante nel 1950), che mostrandogli il suo squallore lo aveva salvato da una vita stupida e disperata. Maria Goretti, vergine e martire, inaugurò così nel 1902 il secolo della rivoluzione sessuale e della società liquida, testimoniando con il suo sacrificio a difesa della propria integrità fisica e spirituale la possibilità di opporsi a quello che sarebbe diventato il conformismo dominante. Forse anche per questo le autorità di Corinaldo accantonarono santa e tradizioni locali e - racconta il quotidiano Vivere Senigallia - fin «dal 1998, il grande consiglio della Pro loco si riunì nella più antica casa del paese. È allora che nacque la Festa delle streghe made in Italy per eccellenza». l'anima del territorioIl cuore del Medio Evo cristiano e delle terre dei Malatesta e dei loro artisti preferiti adottò così la festa delle zucche nata nel più povero e rozzo Nord Europa. Al diavolo l'anima del territorio, Medio Evo e Rinascimento, vergini e martiri. «Halloween Corinaldo inizia come festa cittadina con una taverna sulla Torre dello Scorticatore. Nel 2000 entra in scena il Tunnel della paura. Nel 2001 debuttano il concorso unico nel suo genere Miss Strega (tanto da venire registrato nel 2003) e il convegno “Le paure"». Insomma tutto un crescendo di cultura, di originalità, di finezza. Infatti nel 2002, arriva Dario Argento. Nel 2003 Il Sole 24 Ore incorona Corinaldo capitale di Halloween. E arriviamo a oggi: «Halloween - La Festa delle streghe 2018 ha avuto il tema, “Sorpresa!" con Zucchino, il comico Dado e lo psicologo che parla su: “Educhiamoli a non avere paura", conferenza pensata per le famiglie, i genitori, gli educatori». Due mesi dopo, la strage. Perché le paure, fra i più importanti nutrimenti della vita umana, sarebbe meglio riconoscerle invece che spettacolarizzarle: ci insegnano un sacco di cose. È anche più coraggioso che nasconderle sotto il tappeto. Come le paure della mamme di Corinaldo, che temevano di dire di no ai loro marmocchi determinati ad andare a sentire Sfera Ebbasta con i suoi versi che inneggiano alle droghe, alle tasche pesanti di denaro di chi vende droghe leggere, e al sesso violento. Hanno avuto paura del no, necessario pilastro di ogni educazione, e ce li hanno mandati. Ed è stata strage.immagini formativePerché il punto è che i comportamenti della società si formano sulle immagini proposte dagli adulti, dalle mamme, i papà, i ministri dell'Istruzione con i libri che scelgono, fino ai presidenti delle Pro loco. Se si valorizzano e si fanno circolare immagini alte e forti la società si eleva e si irrobustisce. Se si mettono in circolazione immagini basse e deboli, perverse, la società si indebolisce e si disfa. Va a pezzi, come le misere scale della Lanterna Azzurra, trascinando con sé i disgraziati che vogliono salirci sopra. Al centro della tragedia di Corinaldo c'è, infatti, né più né meno che il fatto centrale nella vita di Maria Goretti: la questione educativa. Eugenio Pacelli, papa Pio XII, uno dei Papi più robusti della modernità, nel discorso in piazza San Pietro per la santificazione di Maria Goretti si rivolse alla folla chiedendo: «Voi, padri e madri, dinanzi alla immagine di questa vergine adolescente, alla presenza della madre di lei, siete pronti ad assumere il solenne impegno di vigilare, per quanto è da voi, sui vostri figli e le vostre figlie, per preservarli e difenderli dai tanti pericoli che li circondano, e di tenerli sempre lontani, dai luoghi di addestramento all'empietà e alla perversione morale?». «Sì!», gridò quella folla, povera e ancora forte, che due anni prima aveva detto di no al minestrone filocomunista del Fronte Popolare. Quella domanda è ancora lì, e ci riguarda tutti. Ma si fa finta di niente. Questa è forse la principale differenza tra allora ed oggi, tempo di un femminismo che delle donne apprezza spesso soprattutto il lato oscuro dei miti delle streghe, e gira la testa di fronte alle ragazzine stuprate e uccise dagli immigrati, o ai versi di Sfera Ebbasta, dove le donne sono chiamate troie o porche.In quegli anni, di dignitosa povertà, non c'erano dubbi sull'impegno educativo. Niente di complicato: semplicemente preservare e proteggere i figli dai rischi che in ogni tempo li mettono alla prova, insegnando loro a difendere la propria integrità personale. Con le corrispondenti, necessarie rinunce sulle quali si è sempre costruita l'educazione e formazione umana. Si era, appunto, ancora sufficientemente poveri da sapere che senza sacrifici non si costruisce niente, né dentro di noi né fuori. La comprensione condivisa, popolare del significato del sacrificio aiutava a rendere sacri la fatica, l'impegno, il lavoro, la verità e il piacere, ripulendolo da aspetti deboli, violenti o distruttivi. la degradazioneOra, i versi di Sfera Ebbasta (che tra l'altro - in questo scenario di falsità - non era neppure lì a cantare ma a un'ora di distanza a fare festa) accompagnano con parole e immagini violente la degradazione di anima e corpo. Non è musica controcorrente (come lo fu Paint it black), è l'inno furbastro allo spaccio, ai soldi, e alla volgarità. Pienamente sostenuto dall'industria del divertimento. Fa parte del quadro il fatto che la Lanterna azzurra avesse capienza per 731 persone e siano stati venduti il doppio di biglietti, e in sala ce ne fossero (sembra) ancora di più. E che la discoteca non fosse neppure assicurata. Non basta dire: «Perché facevano i furbi come i papà dei politici», e tanti altri. È molto più di così e, come la santa di Corinaldo, ha che vedere con il bene e il male, con la verità. Il paese che ama le streghe fa come loro: mente, crea una realtà parallela che non sottoposta a discipline e controlli porta poi al disastro, nella vita come nella psiche. Il bugiardo non è un «furbo», ma qualcuno che distrugge cose belle. Come buttare via Rinascimento e Maria Goretti in cambio delle streghe e Sfera Ebbasta.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.