2024-08-18
«Ho creato una guida per sapere tutto sugli orologi vintage»
Franz Botré e nel riquadro il libro-magazine Kairós Watches&Collectors (Arbiter Facebook)
Il direttore ed editore Franz Botré: «È nata “Kairós Watches&Collectors”. Il mercato ha raggiunto cifre da capogiro. E crescerà ancora».La grande orologeria è sempre stata nelle sue vene. Così come il bel vestire e il bere bene. Franz Botré è un nome e una garanzia in fatto di alta qualità e di ricerca delle eccellenze italiane e straniere. Lo fa da direttore e editore (Arbiter, Kairós e Spirito diVino) tanto che sfogliare le pagine delle sue riviste è come immergersi in una lezione su cosa decidere di mettere nel proprio armadio o nella propria scarpiera, quali bottiglie scegliere in qualsiasi occasione, che sigari fumare e, ovviamente, quale orologio mettere al polso. «È una questione di passione», dice Botré. E si potrebbe aggiungere di gusto, di professionalità, di amore e cura dei dettagli. Un mondo antico? Certamente no. E lo conferma il direttore che ha messo in pista il libro-magazine Kairós Watches&Collectors, proprio perché il mondo dell’orologio vintage è in continua espansione. «Nel 2003, avevo pensato e pubblicato, in collaborazione con Rubén Pàmies, un vero punto di riferimento per i collezionisti iberici, Watch Collectors, la prima iniziativa editoriale dedicata agli orologi da collezione e al vintage, con i prezzi di mercato di oltre 2.064 modelli battuti nelle più importanti aste internazionali. Un’iniziativa di successo presso il pubblico ma meno, molto meno, presso le maison che allora (e in parte anche adesso) erano più interessate a vendere i modelli nuovi che non a coltivare, seguire, valorizzare le eccellenze del loro passato».Come andò quell’esperienza? «Il volume andò esaurito in breve tempo ma quell’idea non si è mai spenta nella mia testa e negli anni l’ho coltivata, aspettando il momento giusto. E il momento è arrivato. Kairós Watches&Collectors è la naturale evoluzione di quella idea, nasce dallo stesso amore per l’orologeria ma in un tempo completamente mutato di cui ho iniziato ad avvertire i segnali già da qualche stagione ma ho preferito attendere e studiare a fondo lo scenario». Dopo 21 anni arriva questo secondo libro-magazine. «Sulla spinta del maggior interesse mondiale per il collezionismo della migliore e più esclusiva orologeria vintage, Watches&Collectors riprende e potenzia l’intuizione del 2003. Uno strumento di consultazione e informazione che celebra l’arte orologiera per rispondere a una precisa e pressante richiesta del collezionista, dell’appassionato e del curioso: “Quanto vale il mio orologio?”».In effetti, la domanda nasce spontanea sia dall’intenditore sia dal profano che trova l’orologio del nonno nel cassetto. «Watches&Collectors è punto di riferimento indiscusso per collezionisti ed esperti ma anche per gli investitori che nell’orologio vedono un solido asset finanziario. Ma lo è anche per i giovani che per la prima volta si appassionano all’orologeria. E pure per studiosi e storici del settore, boutique e retail specializzati in secondo polso nonché fiere ed eventi dedicati al collezionismo d’arte e antiquariato. Consta di 200 pagine, edizioni in due lingue (inglese e italiano), 2.024 orologi analizzati delle aste 2023».Come è stato realizzato? «Dopo cinque mesi di lavoro certosino sì è arrivati a un “giacimento” di 6.583 orologi dai quali abbiamo estratto i 2.024 orologi, divisi per maison: 2.024 come l’anno di pubblicazione, che diventeranno progressivamente 2.025, 2.026, 2.027 formando una collezione di volumi che saranno la fotografia progressiva del settore. Questi 2.024 orologi hanno raggiunto le maggiori quotazioni nelle cinque maggiori case d’asta: Antiquorum, Christie’s, Monaco Legends Group, Phillips e Sotheby’s. Abbiamo estrapolato i top dei top: i 100 orologi con la maggiore quotazione, i 100 con il maggiore incremento calcolato in percentuale. Ci sono poi l’identikit dei 10 orologi che hanno raggiunto le migliori quotazioni, il parere di collezionisti ed esperti, visioni e previsioni sul mercato vintage, 10 orologi e maison su cui puntare nel futuro». Il fenomeno vintage attira sempre più, quindi? «Sono molti, e differenti, i profili socio-economici interessati a uno dei settori che nelle ultime stagioni ha registrato il più grande sviluppo. Lo dimostrano la caccia diffusa al “secondo polso”, le quotazioni stellari che alcuni modelli e marchi raggiungono alle aste, l’aumento di boutique specializzate, la richiesta sempre maggiore di informazioni da parte di un pubblico giovane attivo sui social». Sono numeri che parlano. «Esatto. Gli analisti indicano che entro il 2030 il segmento dell’orologio vintage e secondo polso toccherà i 35 miliardi di euro superando la metà del mercato del nuovo. Oggi, nel mondo, 5.000 persone comprano, vendono, investono o collezionano in orologeria più di 10 milioni all’anno. E altre 30.000 fanno lo stesso spendendo da 1 a 10 milioni all’anno». Ci sono stati degli exploit incredibili per certi orologi battuti alle aste: secondo lei possiamo parlare di «bolla» intorno al pianeta degli orologi vintage? «In parte sì ma è anche reale. Accanto a nomi come Patek o Rolex, i più performanti, trovi anche un orologio giapponese, lo Tzunami 16, quotato a Hong Kong a 80.000 dollari e arrivato a 1 milione 460 mila dollari. Chi lo conosce questo orologio? Nessuno, eppure... Anche Tudor, che non è un vintage, è andato abbastanza bene: uno modello da 5.7.000 euro è andato venduto a 53.000 euro. Un Patek è stato venduto a 7 milioni 864.000 euro all’asta di Christie’s a Hong Kong ed era partito da una base d’asta di 55.120 dollari. L’anno scorso Patek ha venduto 1.401 pezzi vintage per un totale di 227 milioni e rotti».Quali sono i marchi di maggior successo? «Patek Philippe, Rolex (122 milioni), F.P. Journe (57 milioni), Audemars Piguet (29 milioni), Richard Mille (13 milioni), A.Lange & Söhne (11 milioni), Philippe Dufour (11 milioni) e Cartier che ha fatto più di 10 milioni. E tutto questo fa da traino anche al nuovo».