2023-05-03
La guida al decreto Lavoro. Voucher, aiuti alle famiglie e aumenti fino a 100 euro
Il provvedimento, che deve essere bollinato dalla Ragioneria, proroga anche i contratti di espansione. Maurizio Leo: «Studiamo imposte più basse sulle tredicesime».Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto lavoro, un testo di 48 articoli che potrebbe subire ulteriori modifiche visto che non è ancora stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato e pubblicato in Gazzetta ufficiale (fino a quando il giornale è andato in stampa). Parte della maggioranza inoltre ieri non aveva ancora visto il testo definitivo, come ha rivelato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo rispondendo in un’audizione a una domanda sul taglio del cuneo fiscale, durante la quale ha dichiarato che «noi non lo abbiamo visto, penso che a questa cifra (100 euro al mese in più in busta paga, ndr) ci si possa arrivare», aggiungendo anche che, dopo lo sgravio contributivo deciso dal decreto Lavoro, il governo potrebbe inserire, all’interno della riforma fiscale, anche un taglio di tasse sulle tredicesime dei dipendenti. Ma andiamo con ordine.Dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 la busta paga dei lavoratori dipendenti sarà più pesante. Il decreto Lavoro ha infatti incrementato di 4 punti percentuali il taglio del cuneo fiscale, rispetto a quanto già previsto nella legge di Bilancio. Per i lavoratori con un reddito annuo di 25.000 lo sgravio contributivo passa dal 3 al 7%, mentre per chi ha redditi fino a 35.000 euro la percentuale si alza dal 2 al 6%. Il ministero dell’Economia stima che questi tagli porteranno a un aumento degli stipendi netti fino a 100 euro al mese. Misura che si differenzia dal bonus Renzi proprio per la struttura scelta. Il governo Meloni ha infatti optato per un taglio del cuneo fiscale e una platea di soggetti beneficiari maggiore e sta inoltre lavorando, risorse permettendo, per renderlo una misura strutturale.Viene alzato dal 2 al 6% l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023. L’esenzione passa al 7% se la retribuzione non eccede l’importo mensile di 1.923 euro.L’assegno di inclusione sostituisce il reddito di cittadinanza, restringendo la platea e i soldi erogati ma modificando ben poco la struttura di base della misura. La riforma entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2024 e ha come obiettivo l’inserimento sociale e nel mondo del lavoro dei soggetti fragili o che versano in condizioni precarie. L’assegno di inclusione consiste in un’integrazione al reddito per tutti quei nuclei familiari che hanno in casa una persona con disabilità, un minorenne o un ultrasessantenne e contemporaneamente sono in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza, alla durata della residenza in Italia che non deve essere inferiore ai cinque anni, all’avere il diritto di soggiorno e alla presenza di determinate condizioni economiche. Il nucleo familiare deve infatti avere un reddito inferiore alla soglia di 6.000 euro annui, o 7.500 nel caso in cui la famiglia sia composta da persone con età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari che presentano gravi disabilità o non autosufficienza. Se in possesso dei seguenti requisiti si avrà diritto a un beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro l’anno esenti dal calcolo dell’Irpef. La somma sarà erogata direttamente dall’Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo familiare che ottiene l’assegno di inclusione dovrà sottoscrivere un patto di attivazione digitale e presentarsi, ogni tre mesi, presso i patronati, i servizi sociali o i centri per l’impiego per fornire aggiornamenti sulla propria posizione.Ai datori di lavoro privati che assumono chi percepisce l’assegno di inclusione con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato, è riconosciuto, per un periodo massimo di 12 mesi l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali, nel limite massimo di 8.000 euro l’anno. A chi invece vuole assumere un percettore di assegno di inclusione con un contratto a tempo determinato o stagionale viene riconosciuto, per massimo 12 mesi, l’esonero dal versamento del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di 4.000 euro l’anno. Se invece il soggetto che percepisce l’agevolazione economica volesse avviare una propria attività lavorativa autonoma, di impresa individuale o società cooperativa, nei primi 12 mesi gli è riconosciuto, in un’unica soluzione, un beneficio addizionale pari a sei mensilità dell’assegno di inclusione, nei limiti di 500 euro al mese. Per gli enti o le organizzazioni che assumono tra il 1° agosto e il 31 dicembre 2023 soggetti fragili a tempo indeterminato è previsto un contributo per ogni entrata. Lato giovani, i datori di lavoro che decidono di assumere dal 1° giugno a fine anno soggetti che non hanno ancora compiuto 30 anni, che non studiano né lavorano e che sono registrati al programma Iniziativa occupazione giovani è previsto un incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.Ai soggetti che sono ritenuti occupabili, cioè coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano nella categoria dei fragili, verrà dato un sostegno di 350 euro al mese per al massimo 12 mesi. Il sussidio verrà tolto nel caso in cui dovessero rifiutare anche solo un’offerta di lavoro a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale o a tempo determinato se il luogo di lavoro non dista oltre 80 chilometri dal domicilio. In aggiunta è prevista anche la clausola che gli si deve garantire una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi. Per evitare il godimento irregolare del beneficio, i controlli verranno svolti dall’Ispettorato nazionale del lavoro, dall’Inps, dalla Guardia di finanza e dai carabinieri. Le sanzioni vanno da uno a sei anni di reclusione per chi indebitamente percepisce il beneficio e non dichiara una modifica del reddito.Il decreto Lavoro prevede 142 milioni nel 2023 per innalzare da 258,23 fino a 3.000 euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori a carico.Sono state introdotte anche delle modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine, variando le causali che possono essere indicate, per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale. E dunque, i contratti a tempo determinato potranno avere una durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi. Ai lavoratori con contratto a termine della durata di 24 mesi, sottoscritto successivamente all’entrata in vigore del decreto, è corrisposto un importo una tantum a titolo di welfare di 500 euro, se al termine della durata il contratto di lavoro non è trasformato a tempo indeterminato. Altra modifica riguarda la contrattualistica di prestazione occasionale nel settore turistico e termale dove sono stati alzati i voucher da 10.000 a 15.000 euro l’anno.Per attuare i piani di rilancio di imprese che occupano più di 1.000 dipendenti, per i contratti di espansione stipulati entro il 31 dicembre 2022 e che non si sono ancora conclusi è possibile, con un accordo integrativo in sede ministeriale, rivedere le cessazioni dei rapporti di lavoro, con l’accesso allo scivolo pensionistico entro 12 mesi successivi al termine originario del contratto di espansione.
(Ansa)
«È bene che la magistratura, come io auspico, esponga tutte le sue ragioni tecniche e razionali che possono meditare contro questa riforma. Ma per l’amor del cielo non si aggreghi – come effettivamente ha già detto, ammesso, e io lo ringrazio, il presidente Parodi – a forze politiche per farne una specie di referendum pro o contro il governo. Questo sarebbe catastrofico per la politica, ma soprattutto per la stessa magistratura». «Mi auguro che il referendum sulla separazione delle carriere venga mantenuto in termini giudiziari, pacati e razionali e che non venga politicizzato nell’interesse della politica ma soprattutto della magistratura. Non si tratta di una legge punitiva nei confronti della magistratura, visto che già prospettata da Giuliano Vassalli quando era nella Resistenza e ha rischiato la vita per liberare Pertini e Saragat».
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