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Guida all’ecobonus. Incentivo al 110% sulle ristrutturazioni

  • Con il decreto Rilancio è partita la maxi detrazione per stimolare gli interventi di edilizia finalizzati al risparmio energetico. Dall'isolamento termico, alla climatizzazione fino al fotovoltaico e ai lavori antisismici: ecco tutto ciò che occorre sapere.
  • Attenzione ai criteri minimi ambientali. Basta fare un errore per ritrovarsi dal buono alle multe. Se l'impresa incaricata utilizza materiali isolanti non a norma, o è sprovvista di certificazione, l'agevolazione rischia di svanire nel nulla. E sull'energia meglio certificare lo stato di partenza.
  • Dal cappotto termico al fotovoltaico. Tutti gli interventi edilizi agevolati. I lavori di efficientamento energetico eseguiti dal primo luglio alla fine del 2021 sono coperti dallo Stato. Occhio però agli importi massimi da non superare, alla documentazione dei costi e alle classi energetiche.
  • I rischi maggiori ricadono sugli architetti. I professionisti si assumeranno la responsabilità con il pubblico e con il privato. Previsti controlli a campione.
  • «Le ditte attenderanno i soldi per un anno». Gabriele Buia, il presidente dell'Associazione costruttori: «La direzione è giusta, ma c'è ancora troppa burocrazia. Le imprese non possono rimanere senza liquidità per così tanto tempo dopo la fine dei lavori. Non solo: la durata del beneficio andrebbe posticipata».

Lo speciale comprende cinque articoli.

Stefano Ricci: «Noi fiorentini abbiamo l’arte nel sangue»
Andy Mann for Stefano Ricci
Così la famiglia Ricci difende le proprie creazioni della linea Sr Explorer, presentata al Teatro Niccolini insieme alla collezione Autunno-Inverno 2026/2027, concepita in Patagonia. «Più preserveremo le nostre radici, meglio costruiremo un futuro luminoso».

Il viaggio come identità, la natura come maestra, Firenze come luogo d’origine e di ritorno. È attorno a queste coordinate che si sviluppa il nuovo capitolo di Sr Explorer, il progetto firmato da Stefano Ricci. Questa volta, l’ottava, è stato presentato al Teatro Niccolini insieme alla collezione Autunno-Inverno 2026/2027, nata tra la Patagonia e la Terra del Fuoco, terre estreme che hanno guidato una riflessione sull’uomo, sulla natura e sul suo fragile equilibrio. «Guardo al futuro e vedo nuovi orizzonti da esplorare, nuovi territori e un grande desiderio di vivere circondato dalla bellezza», afferma Ricci, introducendo il progetto. «Oggi non vi parlo nel mio ruolo di designer, ma con lo spirito di un esploratore. Come un grande viaggiatore che ha raggiunto luoghi remoti del Pianeta, semplicemente perché i miei obiettivi iniziavano dove altri vedevano dei limiti».

Da lavapiatti a «rivale» di Marchesi. La stella di Moroni è la materia prima
Aimo Moroni e Massimiliano Alajmo
Ultima puntata sulla vita del grande chef, toscano di nascita ma milanese d’adozione. Frequentando i mercati generali impara a distinguere a occhio e tatto gli ingredienti di qualità. E trova l’amore con una partita a carte.

Riprendiamo con la seconda e conclusiva puntata sulla vita di Aimo Moroni. Cesare era un cuoco di origine napoletana che aveva vissuto per alcuni anni all’estero. Si era presentato alla cucina del Carminati con una valigia che, all’interno, aveva ben allineati i ferri del mestiere, coltelli e lame.

Davanti agli occhi curiosi dei due ragazzini l’esordio senza discussioni: «Guai a voi se me li toccate». In realtà una ruvidezza solo di apparenza, in breve capì che Aimo e Gialindo avevano solo il desiderio di apprendere da lui la professione con cui volevano realizzare i propri sogni. Casa sua divenne il laboratorio dove insegnò loro i piccoli segreti di una vita, mettendoli poi alla prova nel realizzare i piatti con la promozione o bocciatura conseguente.

Alessandra Coppola ripercorre la scia di sangue della banda neonazi Ludwig: fanatismo, esoterismo, violenza e una rete oscura che il suo libro Il fuoco nero porta finalmente alla luce.

La premier nipponica vara una manovra da 135 miliardi di dollari Rendimenti sui bond al top da 20 anni: rischio calo della liquidità.

Big in Japan, cantavano gli Alphaville nel 1984. Anni ruggenti per l’ex impero del Sol Levante. Il boom economico nipponico aveva conquistato il mondo con le sue esportazioni e la sua tecnologia. I giapponesi, sconfitti dall’atomica americana, si erano presi la rivincita ed erano arrivati a comprare i grattacieli di Manhattan. Nel 1990 ci fu il top dell’indice Nikkei: da lì in poi è iniziata la «Tokyo decadence». La globalizzazione stava favorendo la Cina, per cui la nuova arma giapponese non era più l’industria ma la finanza. Basso costo del denaro e tanto debito, con una banca centrale sovranista e amica dei governi, hanno spinto i samurai e non solo a comprarsi il mondo.

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