2021-08-11
Ancora guai per Bollorè in Africa: quattro manager in carcere per traffico di cocaina
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Dopo gli scandali per la corruzione in Togo e Guinea, scoppiano nuove grane per la gestione del porto di Accra in Ghana. In Benin i manager di Bolloré Transport and Logistics, che gestisce il porto di Cotonnou, sono stati arrestati dopo il ritrovamento di 145 chilogrammi di polvere bianca in arrivo dal Brasile.Non sono finiti i guai di Vincent Bollorè in Africa. Il finanziere bretone, che poche settimane fa ha chiuso un accordo tombale con Mediaset per mettere fine a tutte le controversie, si ritrova di nuovo sui quotidiani africani per un scandalo legato a una delle aziende nella sua galassia, la Bolloré Transport and Logistics. La società non si può dire molto fortunata. Vinse l'appalto per la gestione del porto di Misurata in Libia prima della caduta del regime di Gheddafi. Poi è finita in un'inchiesta della magistratura perché accusata di aver finanziato campagne elettorali in Africa in cambio di concessioni e appalti. I fatti risalivano al 2010 quando tramite la società controllata Havas, Bolloré avrebbe fornito consulenze a prezzo di favore a due candidati presidenti in altrettanti paesi africani, Togo e Guinea, in cambio di favori commerciali, e cioè la concessione per sfruttare due importanti porti commerciali. Nel 2018 Bollorè fu posto anche in stato di fermo anche se la società disse di essere estraneo ai fatti. A febbraio di quest'anno il finanziere ha patteggiato, pagando una multa di 12 milioni di euro: per lui e i suoi manager è stata stabilita invece una sanzione di 375mila euro ciascuno, il massimo previsto dalla legge. Ma in Africa la vicenda non sembra essere ancora finita. Bolloré gestisce 18 porti nell'Africa occidentale. La più recente ad aprire è Tema, una struttura ad alta tecnologia a circa 25 km dalla capitale Accra in Ghana. Collega il mare con l'entroterra del Burkina Faso e del Mali. È gestito in una joint venture al 70% tra il governo del Ghana e Meridian Port Services (MPS) e a sua volta una joint venture tra Bolloré Transport and Logistics e APM Terminals. Anche in questo caso, a marzo, un dossier ha spiegato nel dettaglio il modo in cui Bolloré e i suoi partner avrebbero vinto l'appalto senza gara per 832 milioni di euro, tagliando fuori il governo di Accra. Secondo il giornale Africa Confidential: «I termini in base ai quali MPS gestisce il nuovo terminal sono stati 'gravemente dannosi per il governo e il popolo del Ghana', afferma il rapporto. «Non riflettono un'etica commerciale onesta tra le parti». E invece di giugno la notizia che l'amministratore delegato di Sonimex Seraphin Yeto e altri otto dirigenti sono stati rinviati a giudizio per traffico di droga e corruzione. Due mesi fa è stato infatti scoperto nel porto di Cotonou un container pieno di cocaina. Faceva parte di un lotto di 20 container di zucchero arrivato dal Brasile e arrivato in Benin dopo un passaggio in Spagna. Tra gli arrestati, quattro dipendenti di Bénin Terminal, controllata appunto del gruppo Bolloré, due di Msc, e altri di società di movimentazione e transito. In totale si parla di145 chilogrammi di cocaina. Lo scambio sarebbe avvenuto nel porto dove opera appunto Bollorè Logistics. Il 5 agosto si è svolta la prima udienza del processo. La Corte ha rinviato il caso al 2 settembre 2021. I legali dei dipendenti di Bénin Terminal assicurano che il gestore del porto ha eseguito solo gli ordini delle autorità. Ma si tratta di un problema per l'imprenditore che negli anni passati era stato definito il Re dell'Africa. Già nel cda di Mediobanca dal 2003 poi vice presidente di Assicurazioni Generali dal 2010 al 2013, quindi azionista di maggioranza del colosso Vivendi tramite il quale detiene il 9,6% di Mediaset e il 23,74% di Telecom Italia, Bollorè vanta interessi ovunque, anche nella compagnia di navigazione Delmas, nella compagnia aerea Air Liberté, nella Banque Rivaud Vincent. Secondo Forbes è uno dei 250 uomini più ricchi al mondo (nono in Francia) con un patrimonio stimato di sette miliardi di euro. Fondato quasi 200 anni fa, il gruppo Bolloré è stato sempre controllato a maggioranza dalla famiglia bretone. Nato nel 1822 come «Papeteries Bolloré», quindi come industria cartaria, a Quimper sulle rive del fiume Odet il gruppo si è diversificato in tempi più recenti, cioè da quando nel 1981, un giovanissimo Vincent Bollorè decise di prenderne il comando. Il prossimo anno festeggerà i 200 anni di esistenza.
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