2022-09-21
Greta & C. ci hanno ridotto al verde. E vengono anche a farci la morale
Venerdì prossimo, a 48 ore dalle elezioni (che coincidenza...), Greta Thunberg e il suo popolo torneranno nelle piazze italiane. La ricetta sulla transizione non ha prodotto nulla. Se non altre spese per le famiglie.E rieccola. Ci mancava la nostra amata Greta Thunberg. Era un po’ che non apriva bocca e proclamava il verbo. E, fortunati noi, ha scelto proprio l’Italia per questo nuovo avvento della sua parola. Infatti, venerdì, in settanta città italiane, si raduneranno persone nel nome suo e della salvezza del pianeta. Colpisce che si radunino proprio il venerdì prima delle elezioni politiche. Non sia mai che vogliamo fare dei brutti pensieri, d’altra parte, cosa vuoi che gliene fotta a una che si occupa del cambiamento climatico di un cambiamento di governo? Bazzecole. Fatti irrisori o pinzillacchere. Nonostante questo, qualche dubbio viene, no? Qualcuno gli avrà pur dato una mano per organizzare una manifestazione in settanta città italiane in contemporanea o sarà bastato un appello social per farli arrivare tutti a cavallo di tandem con attaccato un piccolo carrettino contenente batterie che alimentano, attraverso i pedali, delle mini pale eoliche? No, perché in Italia, ormai, a suon di sentir parlare di pale eoliche, l’unica cosa certa è che di eolico ci sono le palle degli italiani più che le pale. Chissà per cosa manifesteranno? Per quale progetto concreto? Per quale disegno strategico? L’avranno saputo che l’Italia è in ginocchio per questioni energetiche e che sono urgenti soluzioni nell’arco temporale non di vent’anni ma di poche settimane? E di tutto questo se ne fregheranno bellamente o continueranno con la tiritera del «Ve lo avevamo detto che finivate male?». No perché non ci vuole Greta Thunberg per sapere che in Italia abbiamo accumulato decenni di errori su errori seguendo non una linea realista di transizione alle energie di tipo diverso che emettano meno CO2, ma perché siamo andati esattamente nella direzione di far spendere agli italiani, ogni volta che pagano la bolletta, circa il 17% della bolletta stessa per il progetto Thunberg senza poi vedere nulla di concreto salvo qualche pala eolica piazzata nei luoghi più sbagliati dove si potevano piazzare e deturpando il paesaggio. Ma tutto questo, evidentemente, all’ecologista Thunberg non interessa. La sua ideologia, come la pianta che ha simile origine etimologica, la thunbergia erecta, continua a rampicarsi in modo perenne ed ha dei fiori fatti a forma di trombetta, proprio come la Thunberg, un fiorellino strombazzante.Un’altra ipotesi è che ci vengano a dire che la guerra tra Russia e Ucraina – con magari un occhio di riguardo verso la Russia, chi può dirlo? – sia solo un errore di percorso e che poco c’entri con la crisi energetica che invece è dovuta alla mancata transizione ecologica, chissà se la toccheranno nelle loro concioni pubbliche? Sarà interessante anche vedere quanta gente parteciperà. Magari saranno in molti, ma abbiamo l’impressione che chi parteciperà sia tutta gente poco toccata dal problema energetico perché i ceti sociali medio bassi cercano qualcuno che faccia proposte su come ridurre le bollette dopodomani non secondo una visione di decenni. Magari ci sbagliamo.O infine, chissà se proporranno una sorta di sciopero del freddo, una sorta di protesta o rivoluzione civile pacifica. Quei bruttoni non ci danno il gas? Meglio, si inquina di meno. La Svizzera e la Francia non ci forniranno più l’energia elettrica che viene dalle loro centrali nucleari? Era ora, così sì che siamo sicuri. Non riusciamo ad attivare le centrali a carbone? Oh, questa sì che è una buona notizia. Di trivellazioni non se ne parla neanche? Non siamo mica uomini di Neanderthal. Termovalorizzatori? Rigassificatori? Roba da Medioevo. Via, via, via tutte queste cose: esse sono il maligno. Avanti con la transizione ecologica e quest’inverno facciamoglielo vedere noi: via il riscaldamento e via l’utilizzo del gas o dell’elettricità in cucina. Così, tra l’altro, un po’ di vecchi muoiono e si dà una mano anche al ricambio generazionale.Fate attenzione ad una cosa: se tutto quanto scritto sopra fosse stato scritto in politichese o in filosofese, cioè lingue incomprensibili ai più, esso sarebbe un ragionamento discutibile come tutti i ragionamenti, ma politically correct. Ma noi, con tutta franchezza e senza alcuna arroganza, ci siamo rotti le palle eoliche di prendere sul serio, non i problemi che la Greta indica, ma l’assenza di soluzioni che ella stessa e i suoi seguici dimostrano ogni volta che parlano. A due giorni dalle elezioni politiche e nel mezzo di una crisi energetica senza precedenti forse l’Italia, venerdì, avrebbe avuto bisogno di alcune manifestazioni sì, ma di altro tipo.