2024-07-23
Il green rischia di lasciarci pure senza gas
Il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev (Getty Images)
L’Ue vuole più metano da Baku, ma in nome del «net zero» rifiuta i contratti di lungo termine che servono a coprire gli investimenti necessari. E intanto, registrando flotte di navi fantasma negli Emirati, la Russia si prepara a venderci Gnl aggirando le sanzioni.L’Ue vuole il gas azero ma non vuole impegnarsi a lungo termine. Risultato: l’accordo del 2022 per aumentare le forniture di gas dall’Azerbaijan non ha ancora avuto seguito. Nel luglio di quell’anno fu firmato un memorandum di intesa tra Bruxelles e Baku per portare a 20 miliardi di metri cubi l’anno, entro il 2027, le forniture di gas all’Unione europea, in gran parte attraverso il gasdotto TAP che arriva in Puglia. L’idea era quella di sostituire il gas proveniente dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.Nel frattempo, però, nessuna compagnia europea ha stretto accordi con l’azienda del gas statale azera Socar per forniture a lungo termine. Inoltre, il gasdotto non è stato potenziato, essendoci solo un impegno ad aumentare la capacità di 1,2 miliardi di metri cubi (Smc), dai 10 attuali. Una situazione denunciata dall’ambasciatore dell’Azerbaigian presso l’UE, Vaqif Sadiqov, durante una conversazione con il Financial Times.«Non possiamo essere pompieri che inviano gas solo per tre o sei mesi» ha detto Sadiqov «Abbiamo bisogno dei contratti in modo da poter andare dalle banche a chiedere finanziamenti per le trivellazioni in profondità nel Mar Caspio».L’Ue, insomma, vuole il gas ma non vuole l’onere nel lungo termine, anche se lo standard di questi contratti richiede che vi siano impegni di molti anni. Anche perché, come ha spiegato Sadiqov, per aumentare la fornitura sono necessari investimenti, il cui ritorno richiede anni.Si manifesta così, ancora una volta, una delle tante contraddizioni del Patto Verde all’europea. Il gas è necessario all’Europa, ancora per molto tempo, ma le aziende non si fidano di un quadro così penalizzante, che impone abbattimento del consumo di gas mentre spinge le fonti rinnovabili, l’auto elettrica e le pompe di calore. L’obiettivo di emissioni zero fissato dall’Ue impone che i consumi di gas scendano dell’80% al 2040. In questo quadro, non si può dare torto alle aziende che non vogliono esporsi al rischio di vedere svanire la domanda di gas a colpi di de-industrializzazione e penalizzazione dei consumi di gas, essendosi dall’altra parte impegnate a comprare quel gas con contratti a lungo termine.I burocrati di Bruxelles fanno spallucce e affermano che sono le aziende a dover stringere gli accordi con gli azeri per avere il gas. Recentemente, il presidente azero Ilham Aliyev ha detto che l'Azerbaigian prevede di esportare quest’anno 24,3 miliardi di Smc di gas (di cui 13 mld Smc verso l’Europa, contro i 23,8 mld mc del 2023 di cui 11,8 all’Europa). Il paese, oltre all’Italia, fornisce altri 4 membri dell’Ue (Grecia, Bulgaria, Romania ed Ungheria) e altri tre paesi (Georgia, Serbia e Turchia).Proprio la Turchia si è fatta avanti in questi giorni con Bruxelles. A dicembre scade l’accordo per il trasporto del gas russo attraverso l’Ucraina, che non sarà rinnovato. Attraverso quella direttrice arrivano in Ue ancora circa 12 miliardi di Smc all’anno, che potrebbero essere sostituiti da gas proveniente dalla Turchia. In realtà, il gas turco arriva a sua volta ancora dalla Russia o dallo stesso Azerbaijan, quindi si tratterebbe del gioco delle tre carte. Anche i turchi però chiedono garanzie su un impegno a lungo termine dell’Unione europea,Intanto, l’ultimo round di sanzioni europee alla Russia sta provocando movimenti sospetti negli acquisti di navi per il trasporto di gas naturale liquefatto (LNG). L’ultimo pacchetto di sanzioni europee approvato a giugno non vieta l’importazione di LNG russo ma ne vieta il trasbordo nei porti europei da navi russe. In previsione di ciò, evidentemente, o di sanzioni più pesanti, i russi hanno iniziato a muoversi per tempo. Alcuni operatori del settore riportano una serie anomala di acquisti di navi per il trasporto di LNG da parte di aziende registrate negli Emirati Arabi Uniti. Nell’ultimo anno più di 50 navi LNG hanno cambiato proprietario e sono finite a società emiratine in gran parte sconosciute. È difficile capire se tali società siano riconducibili a proprietari russi, ma l’analogia con quanto avvenuto nel settore del petrolio greggio porta a credere che la Russia stia predisponendo una flotta «fantasma» per trasportare il proprio LNG senza in correre nelle sanzioni occidentali. Del resto, alcune delle navi acquistate nei mesi scorsi ora sono proprio sulle rotte dell’LNG russo. I prezzi delle navi per il trasporto di LNG sono in aumento, mentre un numero così alto di questo tipo di transazioni non si era mai visto sul mercato. Dunque, la Russia si prepara ad aggirare un’altra volta le sanzioni occidentali. Insomma, con la riconferma di Ursula von der Leyen le ipocrisie europee proseguono e si fanno via via più evidenti: Bruxelles non vuole il gas russo, ma continua a comprarlo. Impone un price cap sul gas, rivelatosi inutile e mai applicato, impone sanzioni che facilmente vengono aggirate. Qualcosa a metà tra la farsa e la tragedia.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.