2025-06-28
Green pass e vaccini coatti: le giravolte di Conte sul suo appoggio ai diktat
Giuseppi, nell’intervista alla «Verità», ha sconfessato le leggi di Mario Draghi. Eppure le votò e non condannò mai i colleghi più integralisti, come Pierpaolo Sileri. Scontentando mezzo partito.Fermi tutti: abbiamo letto bene? «Io ero contrario all’obbligo vaccinale per il Covid», ha dichiarato ieri Giuseppe Conte, intervistato sulla Verità dal direttore Maurizio Belpietro, raccontando una storia che però non trova riscontro nelle dichiarazioni ufficiali del M5s e del suo leader ed ex presidente del Consiglio. Anzi, a volerla raccontare fuori dai denti, «è totalmente falso» che Conte e i suoi fossero contrari al provvedimento che a gennaio 2022, dopo il grande contagio dei vaccinati e la diffusione della variante Omicron, impose l’obbligo vaccinale agli over 50, privando dello stipendio centinaia di migliaia di lavoratori per non aver rispettato la legge, come ricorda l’ex deputato grillino Marco Bella, uno dei pochi parlamentari che si è battuto contro la chiusura delle scuole, il green pass e l’obbligo. Non ci fu infatti, da parte del leader pentastellato, alcuna presa di distanza. Al contrario, l’adesione del Movimento al provvedimento fu convinta, forse per ignoranza (nel senso di non conoscenza), forse per opportunismo politico. Fatto sta che lo stesso Conte, alla fine del 2021, sposò con convinzione la linea dell’obbligo vaccinale dichiarando: «Dobbiamo spingere per l’obbligatorietà in tutte quelle situazioni in cui ci sono assembramenti, in prospettiva anche nei luoghi di lavoro». Ma l’avvocato di Volturara Appula oggi ha dimenticato quelle dichiarazioni. Ma a ricordargliele sono stati gli stessi sostenitori di Beppe Grillo, all’epoca tiepido sull’obbligo, che hanno ripescato quei video dell’ex premier e glieli hanno sbattuti in faccia con il laconico commento: «Conte e la verità» (con la «v» minuscola). Non tutti, nel Movimento, erano d’accordo con la sua linea, ma furono isolati da Conte e dai suoi: «Io e pochi altri opponevamo le evidenze scientifiche spiegando che il vaccino, utile o non utile, non proteggeva dal contagio, ma fummo trattati come dei pazzi», ricorda Bella, che parlava peraltro dall’alto della sua cattedra di docente di chimica all’Università La Sapienza. «La legge sull’obbligo vaccinale nasce da una riunione del Pd organizzata con Enrico Letta, allora segretario del Partito Democratico, in cui i piddini conclusero che la legge avrebbe fatto guadagnare voti al Partito democratico». Quale salute pubblica, quali evidenze scientifiche: l’obbligo fu introdotto soltanto per miopi e antiscientifici calcoli politici, cui anche il Movimento aderì senza remore. «Tutti sapevamo che era un provvedimento propagandistico e antiscientifico», racconta Bella, e infatti la votazione si concluse con 189 voti a favore su 630 deputati. Nella fattispecie, Pd, Italia Viva e (a dispetto di ciò che oggi dichiara Conte) anche i Cinque stelle sposarono convintamente l’obbligo vaccinale insieme con Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia votò contro e i deputati della Lega votarono in parte contro, in parte si astennero, in parte si assentarono. Erano i mesi in cui Letta parlava alla festa dell’Unità a Bologna dichiarando a favore di telecamera che «il vaccino è libertà». E il M5s? Altro che dubbi: «Uno studio di respiro europeo dice che l’introduzione della norma (del Green pass, ndr) avrebbe permesso al nostro Paese di evitare 1.331 vittime, 1.331 vite. Lo studio ci dice ancora che, senza certificato, solo nell’ultima settimana del 2021 si sarebbe registrato il 26 per cento in più delle vittime nel nostro Paese», diceva in Aula ancora a febbraio 2022 la capogruppo M5s della commissione Affari Sociali Gilda Sportiello, mai smentita da Conte, proprio mentre l’autorevole epidemiologo John Ioannidis confermava su tutte le riviste internazionali che chi parlava di «milioni di vite salvate» dai vaccini Covid rendeva un cattivo servizio alla scienza. Si trattava della stessa Sportiello che pochi mesi prima in Aula, sempre a nome del Movimento Cinque stelle, concludeva entusiasta che «è solo seguendo la strada maestra delle evidenze scientifiche che il Movimento Cinque stelle voterà convintamente (sic) la fiducia a questo decreto». Non c’è alcuna traccia, insomma, nelle dichiarazioni dei grillini, dei dubbi di cui ha parlato ieri Conte alla Verità. La stessa linea «convinta» fu enunciata in Aula dalla pentastellata Angela Ianaro, che parlò di «scelte importanti e consapevoli, basate sulle evidenze scientifiche». Quali? «Il Green pass rappresenta lo strumento indispensabile per tutelare la salute pubblica e mettere l’Italia in sicurezza», statuì Ianaro. E anche Aldo Penna, a nome del M5s, parlò di «prevalenza della scienza» discutendo di obbligo e Green pass. Ancora più integralista fu il sottosegretario grillino alla salute Pierpaolo Sileri quando, a inizio 2022, dopo l’introduzione dell’obbligo, si accanì contro i contrari: «Vi renderemo la vita difficile perché siete pericolosi», dichiarò nel salotto televisivo di Giovanni Floris. Alla faccia dei dubbi di Conte, che mai lo redarguì pubblicamente. Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid, ha avuto gioco facile a puntare il dito contro l’ex premier: «Conte ha indossato la veste candida dell’innocenza e ha preso le distanze dall’obbligo vaccinale, ma in pandemia ha rivendicato obbligo e Green pass. Siamo di fronte all’ennesima giravolta di Conte e dei 5 Stelle. Nulla di cui stupirsi. L’unica forza politica che su questo non ha mai cambiato idea è stata Fratelli d’Italia». Cosa ha spinto il Movimento ad appiattirsi sulla linea del Pd? «Avevamo l’ordine perentorio di non dire nulla contro il Pd», spiega Bella, «il nostro è stato un suicidio politico perché ci hanno messo nelle condizioni di contraddirci ed è per questo che abbiamo perso tanti voti». Del resto, erano sbarcati in Parlamento lottando per l’abolizione della legge Lorenzin sulle vaccinazioni pediatriche e si sono ritrovati a fare i secondini che tengono fermi i cittadini mentre i medici fanno la puntura, mentre il loro leader vuole cancellare tutto con un colpo di spugna.
Roberto Cingolani, ad di Leonardo (Getty Images)
Palazzo Justus Lipsius a Bruxelles, sede del Consiglio europeo (Ansa)
Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa (Ansa)