2024-11-03
Salpa di nuovo la nave per l’Albania. La sinistra sbraita, il Ppe è con Roma
Il pattugliatore della Marina Militare «Libra» in Albania (Ansa)
Il Libra operativo da domani per trasferire 60-70 migranti nel Cpr balcanico. Insorge l’opposizione, rispunta pure Casarini. Manfred Weber: il patto con Tirana è un modello. Il sindacato di polizia difende il «resort» per gli agenti.Il pattugliatore Libra della Marina militare, che è stato impiegato per trasferire il primo gruppo di migranti lo scorso 14 ottobre, già ieri ha lasciato il porto di Messina e ha cominciato a dirigersi verso Sud in attesa delle indicazioni del Viminale. Il Cassiopea, invece, potrebbe affiancarlo da lunedì prossimo. L’obiettivo della missione è intercettare i barconi dei migranti in mare da trasferire immediatamente nell’hotspot albanese di Shengjin e poi nel Centro di trattenimento di Gjadër. Si tratta della seconda missione nell’ambito del Protocollo siglato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il premier albanese, Edi Rama, nel novembre dello scorso anno. E parte dopo la rettifica dei Paesi indicati come «sicuri» effettuata dal governo italiano. Solo i migranti che provengono da Paesi sicuri e non presentano condizioni di vulnerabilità, infatti, verranno trasportati verso l’Albania per il trattamento della richiesta di asilo secondo le normative europee. Per i minori e i soggetti riconosciuti come fragili, invece, è previsto il rientro in Italia.Secondo fonti del Viminale, selezione e trasferimento dovrebbero essere intensive nelle prossime settimane, anche in considerazione del miglioramento delle condizioni meteorologiche, che potrebbero facilitare i tentativi di attraversamento del Mediterraneo da parte di migranti provenienti da Libia e Tunisia. La previsione è di trasferire in Albania tra le 60 e le 70 persone, ben più delle 16 iniziali della prima fase di test. Uno degli obiettivi principali di questa fase è il trasferimento dei tunisini, agevolato dagli accordi di rimpatrio già sperimentati con la Tunisia. Ovviamente questa accelerazione operativa è già oggetto di dibattito. I costi hanno già scatenato le opposizioni, concentrate sui 9 milioni di euro destinati al sostentamento dei circa 300 operatori delle forze dell’ordine presenti in Albania. La cifra, però, secondo il governo e il sindacato di polizia Coisp, rappresenta un risparmio significativo rispetto ai costi da sostenere in Italia. Domenico Pianese, segretario generale di Coisp, ha precisato che il budget per vitto e alloggio ammonta a circa 80 euro giornalieri per ogni unità, una cifra nettamente inferiore rispetto alle spese che lo Stato sosterrebbe per mantenere le stesse unità a Lampedusa o in altre strutture italiane. Pianese ha inoltre ricordato che i costi per la gestione dell’immigrazione clandestina in Italia superano i 2 miliardi di euro l’anno. Nelle strutture di accoglienza italiane, i costi giornalieri per ogni migrante oscillano tra i 40 e i 60 euro, mentre per i minori non accompagnati il rimborso ai Comuni è di circa 100 euro al giorno. Confrontando questi dati con i costi per l’accoglienza del personale in Albania, il sindacato sostiene che la scelta rappresenta una decisione razionale ed economicamente vantaggiosa.Per il governo italiano, il progetto rappresenta una scelta necessaria non solo per affrontare il fenomeno migratorio in modo più efficace, ma anche per alleggerire la pressione sulle strutture italiane e garantire una gestione più ordinata e sicura delle domande di asilo. L’obiettivo finale resta quello di ridurre il numero di arrivi e di rendere il sistema più efficiente, con un occhio attento alla gestione dei costi e al rispetto delle normative europee. «Da quando è in carica il governo Meloni gli sbarchi sono diminuiti del 61 per cento e i rimpatri sono aumentati del 16», rivendica Sara Kelany, responsabile nazionale del dipartimento Immigrazione di Fratelli d’Italia. Per il leader di Azione Carlo Calenda, invece, «l’Albania è una gigantesca perdita di risorse. Agenti mandati in hotel a cinque stelle, migranti che devono fare avanti e indietro. Non funziona». E non importa se Manfred Weber, leader del Ppe, ritiene quello Italia-Albania «un modello, in linea con il diritto e i valori europei, di fermare il business dell’immigrazione illegale». Posizione rivendicata anche dal vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Augusta Montaruli: «Il protocollo Italia-Albania è un modello per l’Europa». «Il protocollo d’intesa, apprezzato e condiviso anche in Europa, pone fine alle scellerate politiche delle sinistre di porte aperte e dell’accoglienza indiscriminata degli immigrati», precisa Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Dai pentastellati Alessandra Maiorino alza la voce: «Fumo negli occhi. Mentre i centri albanesi restano vuoti gli sbarchi non si fermano, alla faccia dell’effetto deterrenza». Non poteva mancare la lagna del commodoro della nave Mare Jonio dell’Ong Mediterranea saving humans, Luca Casarini: «Purtroppo questa è una vera e propria campagna propagandistica perché tutto ciò, possa diventare un modello per la Ue. È un modello che rappresenta tragicamente uno dei tanti modi per attuare i respingimenti». Per Italia viva interviene Ivan Scalfarotto: «Penso che dovremmo ribaltare completamente l’approccio su questo tema. Dovremmo ragionare sull’immigrazione regolare come una grande opportunità per un Paese che non fa più figli, rispetto all’abnorme spreco di soldi nella creazione di centri per i migranti in Albania». «La Schlein e il suo partito odiano il popolo in divisa», ribatte il capo dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, che aggiunge: «Si meravigliano che per ospitare poliziotti e carabinieri si spendano 80 euro al giorno. Per loro i nostri tutori dell’ordine dovrebbero dormire nelle stalle. Parlano quelli che hanno sprecato 5 miliardi l’anno, quando governavano, per l’accoglienza dei clandestini».
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)