2020-02-05
Gli antirazzisti inventano lapidazioni contro i cinesi
A Frosinone denunciano una sassaiola sugli asiatici, tutto falso. Roberto Speranza si accorda con Twitter per filtrare le notizie sul morbo.Viene il dubbio che siano certi politici italiani a meritarsi una salutare quarantena. Da quando il coronavirus striscia per il globo, il livello di allerta è massimo. Ma non sul virus, bensì sul razzismo. Questo è il vero problema, ormai da giorni: la presunta discriminazione verso i cinesi. La psicosi sta raggiungendo livelli parossistici. A Frosinone un insegnante ha denunciato un episodio orrendo: alcuni studenti cinesi sarebbero stati vittime di una sassaiola. A darne notizia è stato il professor Giuseppe Iaconis, e sulla vicenda pare sia stata indetta addirittura una conferenza stampa a cui hanno partecipato la preside e il rappresentante degli studenti.Immediato l'intervento indignato di Nicola Zingaretti: «Io sono senza parole», ha detto il segretario del Pd e governatore del Lazio. «Spero che i responsabili siano coscienti di dover rispondere di questa vergogna. Se la disinformazione porta addirittura a gesti pericolosi come questo, dobbiamo impegnarci tutti e di più per raccontare la verità e le notizie corrette. Solidarietà alle vittime di una vera e propria aggressione».Peccato che l'aggressione non sia mai avvenuta. Le forze dell'ordine di Frosinone hanno smentito seccamente: è stata semplicemente una bufala scaturita da un'errata traduzione di una chat di ragazzi cinesi. Il professor Iaconis, sbugiardato dalla Digos, è stato persino denunciato per procurato allarme. Eppure i titoloni dei giornali e dei talk show, da almeno una settimana, sono tutti dedicati all'allarme discriminazione. Ieri, per esempio, erano tutti indignati per la proposta dei governatori leghisti di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia di prevedere un periodo di 14 giorni prima del rientro in classe dei bambini reduci da un viaggio in Cina. «Scuole proibite», titolava Repubblica. «Da Cuneo a Roma numerosi casi di intolleranza». Concita De Gregorio, firma di punta e di tacco del giornale, tuonava contro «la paura e l'ignoranza», ovviamente quelle dei sovranisti odiatori di cinesi e spargitori di panico. Curioso davvero. Il governo italiano ha deciso di lasciare un ragazzo italiano di 17 anni in Cina perché aveva qualche linea di febbre. Lo hanno tenuto giù dall'aereo che - con tanto di scorta militare - ha riportato qui 56 connazionali, poi si è scoperto che non aveva il coronavirus. In Cina è bloccata pure un'altra ragazza, Dalila Adragna, di Alcamo. Era in Oriente per studiare, la famiglia cinese che la ospitava come ragazza alla pari l'ha messa alla porta perché temeva che potesse aver contratto la malattia. La madre di Dalila da un paio di giorni fa il giro delle televisioni denunciando di non aver finora ricevuto aiuti dalle istituzioni italiane per far la tornare a casa. Però, sapete, il vero dramma è la sinofobia dilagante. Sono i perfidi leghisti che vogliono tenere i bambini cinesi fuori dalle scuole. Il premier Conte ha rispedito al mittente la richiesta dei governatori nordici. Francesco Boccia, ministro pd per gli Affari regionali, si è molto risentito: «Le linee guida in materia di tutela della salute in Italia sono competenza dello Stato. Ognuno faccia il proprio lavoro», ha detto. Sul serio? A parlare è lo stesso fronte progressista che escogitava multe e sanzioni per i genitori che non vaccinano i figli? È lo stesso fronte che non vuole far entrare a scuola i bimbi sospettati di provenire da famiglie No vax? Almeno, su questo tema, il virologo Roberto Burioni (quello che ce l'ha con i somari) e l'ex presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, sono coerenti. Entrambi hanno spiegato che la proposta dei leghisti non era folle. «Il coronavirus cinese è molto contagioso, causa una malattia che sembra essere grave e contro di essa non abbiamo né farmaci né vaccini», ha scritto Burioni sul suo sito. «L'unica arma che possiamo utilizzare per tentare di bloccare questa epidemia è, insieme alla diagnosi precoce, l'isolamento». Che siano diventati improvvisamente razzisti pure Burioni e Ricciardi, così fieramente anti populisti?Sui canali televisivi i conduttori fanno a gara a ingozzarsi di involtini primavera, di ravioli e altre leccornie cinesi. Fioccano i servizi sulle Chinatown deserte e gli imprenditori sinoitalici preoccupati. Ma a nessuno sembra scandalizzarsi per il fatto che il regime comunista cinese abbia cercato di silenziare i medici. Giovanna Botteri, non certo una fervente destrorsa, a Linea notte racconta che nei villaggi cinesi organizzano le ronde per tenere fuori chi arriva da Pechino, giusto per evitare che entri qualche untore, e ovviamente la zona di Wuhan è stata sigillata come un trancio di carne sottovuoto. Il razzismo, però, è quello degli italiani che non apprezzano la diversità. Certo, dovremmo andare noi ad abbracciare chi ritorna dalla Cina pregandolo di starnutirci in faccia. Il più fenomenale di tutti, in ogni caso, è il ministro della Salute Roberto Speranza. Nei giorni scorsi ha spiegato all'universo mondo che il coronavirus «pur essendo classificato per ora come di classe B, al pari di Sars, Aids e polio, viene gestito dal governo cinese come se fosse un virus di classe A, ovvero la stessa del colera o della peste». Ieri, invece, ha fatto sapere di avere firmato un accordo con Twitter e di aver aperto un «dialogo» con Google per contrastare le «fake news» sul morbo cinese. Cioè: prima va a tirare in ballo Aids, polio, peste e colera. Poi viene a dirci che non dobbiamo avere paura, quindi si accorda con un'azienda privata per pattugliare la Rete. Nel frattempo i coniugi cinesi ricoverati in Italia dopo aver gironzolato in varie città peggiorano, gli altri Paesi europei invitano i loro cittadini a lasciare la Cina. Ma i malati sono i razzisti, come no.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)