2023-04-12
Duecento giudici stroncano le restrizioni per il Covid
(Getty Images)
E una parte dell’opposizione, in punta di diritto, che tribunali ordinari, amministrativi e giudici di pace hanno tenacemente portato avanti contro i diktat, è stata frustrata dalla sentenza della Consulta, la quale ha invece avallato il decreto dell’esecutivo di Mr. Bce sugli obblighi vaccinali. Ma sentenze, ordinanze e decreti dei magistrati che operano da Nord a Sud hanno comunque creato precedenti importanti. In queste pagine, riportiamo gli esempi più rappresentativi di un campionario giuridico che, altrimenti, conterebbe all’incirca 200 provvedimenti. Forse, la giustizia non è morta di Covid.
Scuole
Molti tribunali italiani condannano il governo per aver chiuso le scuole molto più a lungo rispetto agli altri Paesi europei, costringendo gli studenti alla Dad. A inizio gennaio 2021, il Tar della Campania boccia il governatore Vincenzo De Luca e apre al ritorno alle lezioni in presenza sia per le scuole elementari e medie sia per le superiori campane. Le evidenze scientifiche presentate dagli scienziati consultati dai ricorrenti del Comitato scuole aperte Campania mostrano quanto il contagio si diffonda di più se i bambini restano a casa. Il Comitato presenta una richiesta di risarcimento danni: il Consiglio di Stato a novembre 2022 sembra accoglierne le istanze pubblicando e notificando alle parti la sentenza. Dopo poche ore, la sentenza non è più visibile online e il Cds emette un decreto con il quale la «congela». Ad oggi non è stata ancora (ri)pubblicata.Anche il Tar Lombardia a gennaio 2021 accoglie il ricorso di un comitato contro l’ordinanza del presidente della Regione dell’8 gennaio, con cui veniva disposta la Dad al 100% per tutte le scuole superiori fino alla data del 25 gennaio.Il 15 gennaio, il Tar dell’Emilia Romagna sospende l’ordinanza del presidente della Regione con cui Stefano Bonaccini disponeva la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori, chiarendo che la Regione ha compiuto un «abuso di potere». Secondo il Tar, che ha accolto il ricorso presentato da 21 genitori, «non sono indicati fatti, circostanze ed elementi di giudizio che indurrebbero a un pronostico circa un più che probabile incremento del contagio riferibile all’attività scolastica in presenza nelle scuole» e in ogni caso «neppure è ventilata l’ipotesi secondo cui il virus si diffonderebbe nei siti scolastici […] più che in altri contesti». Mancano, al solito, le evidenze scientifiche. Di conseguenza l’ordinanza comprime «in maniera eccessiva», «immotivatamente» e «ingiustificatamente», il «diritto degli adolescenti a frequentare di persona la scuola».A inizio 2021, il tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia sospende l’ordinanza di chiusura delle scuole decisa dal governatore Massimiliano Fedriga e dà ragione ai genitori degli studenti rappresentati dal comitato Scuola in presenza, contrari alle lezioni in Dad per tutto gennaio. I giudici amministrativi bocciano il provvedimento del governatore definendo le motivazioni dell’ordinanza come «irragionevoli e contradditorie».A fine febbraio 2021, il Tar del Lazio accoglie il ricorso presentato dal comitato di genitori fiorentini di Ri(n)corriamo la scuola, preoccupati delle conseguenze della Dad sull’apprendimento dei propri figli. Il tribunale sottolinea che, nel dpcm contestato, la decisione sulla Dad «non è supportata da specifiche indicazioni del Cts, né da studi orientati a verificare il ruolo dell’attività scolastica nella diffusione del contagio». Non ci sono le evidenze scientifiche, insomma. A ottobre il tribunale conferma l’illegittimità dei dpcm ai fini risarcitori. Anche il Consiglio di Stato conferma in fase cautelare quanto deciso dal Tar del Lazio.
Vaccinazioni
A marzo 2022 il Tribunale di Pistoia respinge il ricorso di una madre che, contro la volontà dell’ex coniuge, chiedeva al giudice l’autorizzazione a sottoporre i tre figli minori alla vaccinazione anti Covid. La sentenza dà ragione al padre riconoscendo che il rapporto rischi/benefici non è adeguato.A febbraio 2023 il tribunale di Monza rigetta il ricorso della madre di una minore di 15 anni che voleva sottoporre la figlia alla vaccinazione. Sostenuta dal padre, la ragazza si oppone alla richiesta materna, oltretutto presentata dopo l’allentamento delle misure restrittive. Secondo il tribunale, il ricorso presentato dalla madre è decontestualizzato e superato, inoltre la tipologia di vaccinazione è rischiosa per l’adolescente.Le toghe si muovono anche sul fronte delle sospensioni dal laovor. Ad aprile 2022, un giudice del lavoro di Padova accoglie il ricorso di una operatrice socio sanitaria sospesa dal lavoro per inadempimento dell’obbligo vaccinale, valutato «non idoneo a raggiungere lo scopo che si prefigge», perché «la persona che si è sottoposta al ciclo vaccinale può comunque contrarre il virus e può contagiare gli altri». Il vaccino non impedisce il contagio, insomma, come la stessa Pfizer ammetterà a ottobre 2022.A luglio 2022 il tribunale di Firenze con un decreto d’urgenza sospende temporaneamente il provvedimento dell’Ordine degli psicologi della Toscana che vietava a una dottoressa di Pistoia di esercitare perché non vaccinata. La psicologa è reintegrata dal giudice e potrà esercitare «in qualunque modalità (sia in presenza che da remoto) alla stessa stregua dei colleghi vaccinati». Roberto Speranza perde le staffe: «È una sentenza di cui dobbiamo vergognarci».A novembre 2022, il Tribunale dell’Aquila condanna un’azienda al pagamento di 2.500 euro, oltre che alla retribuzione arretrata, per aver sospeso una lavoratrice non vaccinata: «Non vi è alcuna evidenza scientifica che abbia dimostrato che il vaccinato, con i prodotti attualmente in commercio, non si contagi e non trasmetta a sua volta».
A marzo 2023 il tribunale militare di Napoli dichiara il «non luogo a procedere» nei confronti di un militare che si era introdotto in caserma sprovvisto di green pass: «Il fatto non sussiste». Secondo il giudice militare, l’imputato non vaccinato «non ha determinato alcun rischio maggiore per la salute pubblica rispetto all’ingresso di soggetti vaccinati provvisti di green pass» perché «l’idoneità dei vaccini […] quale strumento di prevenzione del contagio, non solo non è pari o vicina al 100% ma si è di fatto rivelata prossima allo zero».Sempre a marzo 2023, il tribunale di Firenze emette un’ordinanza nella quale conferma la revoca di un provvedimento di sospensione emanato dall’Ordine degli psicologi della Toscana nei confronti di un ricorrente vaccinato «solo» con due dosi (e non con tre, perché colpito da eventi avversi post vaccinazione) oltre che guarito, e condanna lo stesso Ordine a rimborsare le spese. Motivazione: «I preparati anti Covid autorizzati per prevenzione della sola malattia Covid-19, che poi si è visto essere inefficaci anche per prevenire la malattia (con risvolti non indifferenti anche sui conti pubblici) non potevano essere imposti ai cittadini». Sempre nel capoluogo toscano, qualche giorno fa è stato assoluto un pasticcere trovato dai Nas a lavoro con il green pass di un’altra persona, perché lui rifiutava di completare il ciclo di vaccinazione. Il fatto è stato ritenuto «tenute» e «non punibile».
Lockdown
Il provvedimento «madre» contro tutte le restrizioni è adottato a luglio 2020 dal giudice di pace di Frosinone, che accoglie il ricorso di due cittadini, padre e figlia, multati di 400 euro durante il lockdown mentre andavano a fare rifornimento d’acqua a una fontanella. «Nell’ordinamento giuridico italiano non esiste una fonte normativa di rango costituzionale o avente forza di legge ordinaria che consenta di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario. Di conseguenza, la deliberazione dello Stato di emergenza del 31 gennaio 2020 è illegittima e le sanzioni vanno annullate». Il tribunale di Frosinone, a ottobre 2022, rigetta l’appello confermando l’illegittimità dei dpcm del governo Conte.A marzo 2021 un giudice di Reggio Emilia assolve una coppia di Correggio, fermata il 13 marzo 2020 dai carabinieri e accusata di aver esibito un’autocertificazione falsa. La coppia era stata accusata di falso ideologico del privato in atto pubblico. Il giudice stabilisce che il fatto non costituisce reato: l’autocertificazione che il cittadino è costretto a compilare in base a un dpcm costituisce un «falso inutile». «Il dpcm è illegittimo», dichiara il giudice, perché vìola l’articolo 13 della Costituzione che tutela la libertà personale. L’illegittimità del lockdown e dell’obbligo di permanenza domiciliare imposto dal dpcm del 9 marzo 2020 viene sancita, a febbraio 2022, anche dal tribunale di Pisa, che assolve tre imputati sentenziando che la dichiarazione dello stato d’emergenza non ha fondamento legislativo: la compressione dei diritti costituzionalmente garantiti «ha raggiunto e superato il limite massimo di tollerabilità». Il vulnus motivazionale risulta aggravato dal fatto che i verbali del Cts «sono stati […] addirittura classificati come “riservati”, o meglio “secretati”».A dicembre 2022 il giudice di pace di Riva del Garda accoglie il ricorso di un quarantenne di Dro, sorpreso durante il lockdown dagli agenti della forestale mentre percorreva, da solo, un sentiero a 500 metri da casa. «Si era spostato dalla propria residenza senza motivi di necessità o urgenza», dichiarano gli agenti, e per questo gli comminano una sanzione di 400 euro. Il giudice annulla l’ordinanza e la sanzione, bacchettando le istituzioni: «L’estrema discrezionalità nell’interpretazione della normativa ha reso verosimile una confusione nei cittadini».
Coprifuoco
Ad aprile 2022, il giudice di pace di Chiavari annulla la multa a un ristoratore di Lavagna che, durante il lockdown del 2021, aveva servito i clienti dopo le 18. «La previsione di fasce orarie nelle quali lo svolgimento dell’attività non era consentita avrebbe dovuto essere supportata dalla specifica indicazione delle ragioni tecniche che facevano ritenere un incremento del rischio nelle fasce orarie in cui operava il divieto». Il coprifuoco, insomma, non poggia su evidenze scientifiche.
Tamponi
A dicembre 2022, il tribunale di Milano assolve un cittadino di 38 anni rinviato a giudizio per falso ideologico. L’uomo, che tre giorni prima era positivo (del tutto asintomatico), era stato fatto scendere dal treno Milano-Bari perché sprovvisto di tampone negativo. Il cittadino aveva dichiarato alla polizia ferroviaria la propria negatività, accertata la mattina prima di partire e confermata con ulteriore tampone negativo, effettuato una volta fatto scendere dal treno, ma la Procura aveva chiesto una condanna esemplare di due mesi di reclusione. Il giudice di Milano motiva l’assoluzione citando l’inoffensività della condotta dell’imputato e la mancata notifica del provvedimento: «La violazione della libertà personale è incostituzionale, può essere limitata con provvedimenti ad personam, un regolamento indifferenziato che imponga la quarantena ai positivi Covid appare illegittimo e dunque incostituzionale».
Mascherine
Ad agosto 2021 il Tar del Lazio dichiara illegittimi i dpcm del 3 dicembre 2020 e del 14 gennaio 2021 che prevedevano l’obbligo di mascherine a scuola per i bambini sotto i 12 anni. Il ricorso è stato presentato dai genitori di una bambina di 9 anni, che contestavano la norma perché «immotivata e viziata da difetto di istruttoria in quanto adottata in contrasto con le indicazioni fornite dal Cts e dall’Oms». L’obbligo di mascherina a scuola in Italia resterà tuttavia in vigore fino a giugno 2022. Il 9 marzo 2022 il giudice di pace di Bressanone accoglie il ricorso presentato per l’annullamento della sanzione amministrativa comminata per il mancato uso di mascherina. Il magistrato si rifà alla sentenza di Pisa per sostenere che «manca un presupposto legislativo su cui fondare la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020» e annulla la sanzione.
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Dai lockdown alle mascherine, dai vaccini obbligatori al coprifuoco, dai tamponi alla Dad: si moltiplicano le sentenze che riconoscono ai cittadini i loro diritti violati dalle leggi liberticide di Giuseppe Conte, Mario Draghi e Roberto Speranza.Ci sono giudici in Italia. Quelli che hanno dichiarato illegittimi i decreti di Giuseppe Conte; quelli che hanno assolto chi violava lockdown e coprifuoco, rivendicando i propri diritti costituzionali e l’infondatezza scientifica dei provvedimenti antivirus del governo; quelli che hanno reintegrato sul posto di lavoro i sanitari che rifiutavano di sottoporsi al vaccino, i quali, checché ne dicesse Mario Draghi («Il green pass è la garanzia di trovarsi tra persone che non sono contagiose»), non rappresentavano per gli altri una minaccia infettiva più dei loro colleghi inoculati; quelli che hanno bocciato la didattica a distanza o la fastidiosa imposizione delle mascherine tra i banchi di scuola. Contro alcune di queste toghe si è scagliato addirittura l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza.E una parte dell’opposizione, in punta di diritto, che tribunali ordinari, amministrativi e giudici di pace hanno tenacemente portato avanti contro i diktat, è stata frustrata dalla sentenza della Consulta, la quale ha invece avallato il decreto dell’esecutivo di Mr. Bce sugli obblighi vaccinali. Ma sentenze, ordinanze e decreti dei magistrati che operano da Nord a Sud hanno comunque creato precedenti importanti. In queste pagine, riportiamo gli esempi più rappresentativi di un campionario giuridico che, altrimenti, conterebbe all’incirca 200 provvedimenti. Forse, la giustizia non è morta di Covid.<div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giustizia-restrizioni-covid-2659836859.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="scuole" data-post-id="2659836859" data-published-at="1681244533" data-use-pagination="False"> Scuole Molti tribunali italiani condannano il governo per aver chiuso le scuole molto più a lungo rispetto agli altri Paesi europei, costringendo gli studenti alla Dad. A inizio gennaio 2021, il Tar della Campania boccia il governatore Vincenzo De Luca e apre al ritorno alle lezioni in presenza sia per le scuole elementari e medie sia per le superiori campane. Le evidenze scientifiche presentate dagli scienziati consultati dai ricorrenti del Comitato scuole aperte Campania mostrano quanto il contagio si diffonda di più se i bambini restano a casa. Il Comitato presenta una richiesta di risarcimento danni: il Consiglio di Stato a novembre 2022 sembra accoglierne le istanze pubblicando e notificando alle parti la sentenza. Dopo poche ore, la sentenza non è più visibile online e il Cds emette un decreto con il quale la «congela». Ad oggi non è stata ancora (ri)pubblicata.Anche il Tar Lombardia a gennaio 2021 accoglie il ricorso di un comitato contro l’ordinanza del presidente della Regione dell’8 gennaio, con cui veniva disposta la Dad al 100% per tutte le scuole superiori fino alla data del 25 gennaio.Il 15 gennaio, il Tar dell’Emilia Romagna sospende l’ordinanza del presidente della Regione con cui Stefano Bonaccini disponeva la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori, chiarendo che la Regione ha compiuto un «abuso di potere». Secondo il Tar, che ha accolto il ricorso presentato da 21 genitori, «non sono indicati fatti, circostanze ed elementi di giudizio che indurrebbero a un pronostico circa un più che probabile incremento del contagio riferibile all’attività scolastica in presenza nelle scuole» e in ogni caso «neppure è ventilata l’ipotesi secondo cui il virus si diffonderebbe nei siti scolastici […] più che in altri contesti». Mancano, al solito, le evidenze scientifiche. Di conseguenza l’ordinanza comprime «in maniera eccessiva», «immotivatamente» e «ingiustificatamente», il «diritto degli adolescenti a frequentare di persona la scuola».A inizio 2021, il tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia sospende l’ordinanza di chiusura delle scuole decisa dal governatore Massimiliano Fedriga e dà ragione ai genitori degli studenti rappresentati dal comitato Scuola in presenza, contrari alle lezioni in Dad per tutto gennaio. I giudici amministrativi bocciano il provvedimento del governatore definendo le motivazioni dell’ordinanza come «irragionevoli e contradditorie».A fine febbraio 2021, il Tar del Lazio accoglie il ricorso presentato dal comitato di genitori fiorentini di Ri(n)corriamo la scuola, preoccupati delle conseguenze della Dad sull’apprendimento dei propri figli. Il tribunale sottolinea che, nel dpcm contestato, la decisione sulla Dad «non è supportata da specifiche indicazioni del Cts, né da studi orientati a verificare il ruolo dell’attività scolastica nella diffusione del contagio». Non ci sono le evidenze scientifiche, insomma. A ottobre il tribunale conferma l’illegittimità dei dpcm ai fini risarcitori. Anche il Consiglio di Stato conferma in fase cautelare quanto deciso dal Tar del Lazio. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giustizia-restrizioni-covid-2659836859.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="vaccinazioni" data-post-id="2659836859" data-published-at="1681244533" data-use-pagination="False"> Vaccinazioni A marzo 2022 il Tribunale di Pistoia respinge il ricorso di una madre che, contro la volontà dell’ex coniuge, chiedeva al giudice l’autorizzazione a sottoporre i tre figli minori alla vaccinazione anti Covid. La sentenza dà ragione al padre riconoscendo che il rapporto rischi/benefici non è adeguato.A febbraio 2023 il tribunale di Monza rigetta il ricorso della madre di una minore di 15 anni che voleva sottoporre la figlia alla vaccinazione. Sostenuta dal padre, la ragazza si oppone alla richiesta materna, oltretutto presentata dopo l’allentamento delle misure restrittive. Secondo il tribunale, il ricorso presentato dalla madre è decontestualizzato e superato, inoltre la tipologia di vaccinazione è rischiosa per l’adolescente.Le toghe si muovono anche sul fronte delle sospensioni dal laovor. Ad aprile 2022, un giudice del lavoro di Padova accoglie il ricorso di una operatrice socio sanitaria sospesa dal lavoro per inadempimento dell’obbligo vaccinale, valutato «non idoneo a raggiungere lo scopo che si prefigge», perché «la persona che si è sottoposta al ciclo vaccinale può comunque contrarre il virus e può contagiare gli altri». Il vaccino non impedisce il contagio, insomma, come la stessa Pfizer ammetterà a ottobre 2022.A luglio 2022 il tribunale di Firenze con un decreto d’urgenza sospende temporaneamente il provvedimento dell’Ordine degli psicologi della Toscana che vietava a una dottoressa di Pistoia di esercitare perché non vaccinata. La psicologa è reintegrata dal giudice e potrà esercitare «in qualunque modalità (sia in presenza che da remoto) alla stessa stregua dei colleghi vaccinati». Roberto Speranza perde le staffe: «È una sentenza di cui dobbiamo vergognarci».A novembre 2022, il Tribunale dell’Aquila condanna un’azienda al pagamento di 2.500 euro, oltre che alla retribuzione arretrata, per aver sospeso una lavoratrice non vaccinata: «Non vi è alcuna evidenza scientifica che abbia dimostrato che il vaccinato, con i prodotti attualmente in commercio, non si contagi e non trasmetta a sua volta».A marzo 2023 il tribunale militare di Napoli dichiara il «non luogo a procedere» nei confronti di un militare che si era introdotto in caserma sprovvisto di green pass: «Il fatto non sussiste». Secondo il giudice militare, l’imputato non vaccinato «non ha determinato alcun rischio maggiore per la salute pubblica rispetto all’ingresso di soggetti vaccinati provvisti di green pass» perché «l’idoneità dei vaccini […] quale strumento di prevenzione del contagio, non solo non è pari o vicina al 100% ma si è di fatto rivelata prossima allo zero».Sempre a marzo 2023, il tribunale di Firenze emette un’ordinanza nella quale conferma la revoca di un provvedimento di sospensione emanato dall’Ordine degli psicologi della Toscana nei confronti di un ricorrente vaccinato «solo» con due dosi (e non con tre, perché colpito da eventi avversi post vaccinazione) oltre che guarito, e condanna lo stesso Ordine a rimborsare le spese. Motivazione: «I preparati anti Covid autorizzati per prevenzione della sola malattia Covid-19, che poi si è visto essere inefficaci anche per prevenire la malattia (con risvolti non indifferenti anche sui conti pubblici) non potevano essere imposti ai cittadini». Sempre nel capoluogo toscano, qualche giorno fa è stato assoluto un pasticcere trovato dai Nas a lavoro con il green pass di un’altra persona, perché lui rifiutava di completare il ciclo di vaccinazione. Il fatto è stato ritenuto «tenute» e «non punibile». <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giustizia-restrizioni-covid-2659836859.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="lockdown" data-post-id="2659836859" data-published-at="1681244533" data-use-pagination="False"> Lockdown Il provvedimento «madre» contro tutte le restrizioni è adottato a luglio 2020 dal giudice di pace di Frosinone, che accoglie il ricorso di due cittadini, padre e figlia, multati di 400 euro durante il lockdown mentre andavano a fare rifornimento d’acqua a una fontanella. «Nell’ordinamento giuridico italiano non esiste una fonte normativa di rango costituzionale o avente forza di legge ordinaria che consenta di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario. Di conseguenza, la deliberazione dello Stato di emergenza del 31 gennaio 2020 è illegittima e le sanzioni vanno annullate». Il tribunale di Frosinone, a ottobre 2022, rigetta l’appello confermando l’illegittimità dei dpcm del governo Conte.A marzo 2021 un giudice di Reggio Emilia assolve una coppia di Correggio, fermata il 13 marzo 2020 dai carabinieri e accusata di aver esibito un’autocertificazione falsa. La coppia era stata accusata di falso ideologico del privato in atto pubblico. Il giudice stabilisce che il fatto non costituisce reato: l’autocertificazione che il cittadino è costretto a compilare in base a un dpcm costituisce un «falso inutile». «Il dpcm è illegittimo», dichiara il giudice, perché vìola l’articolo 13 della Costituzione che tutela la libertà personale. L’illegittimità del lockdown e dell’obbligo di permanenza domiciliare imposto dal dpcm del 9 marzo 2020 viene sancita, a febbraio 2022, anche dal tribunale di Pisa, che assolve tre imputati sentenziando che la dichiarazione dello stato d’emergenza non ha fondamento legislativo: la compressione dei diritti costituzionalmente garantiti «ha raggiunto e superato il limite massimo di tollerabilità». Il vulnus motivazionale risulta aggravato dal fatto che i verbali del Cts «sono stati […] addirittura classificati come “riservati”, o meglio “secretati”».A dicembre 2022 il giudice di pace di Riva del Garda accoglie il ricorso di un quarantenne di Dro, sorpreso durante il lockdown dagli agenti della forestale mentre percorreva, da solo, un sentiero a 500 metri da casa. «Si era spostato dalla propria residenza senza motivi di necessità o urgenza», dichiarano gli agenti, e per questo gli comminano una sanzione di 400 euro. Il giudice annulla l’ordinanza e la sanzione, bacchettando le istituzioni: «L’estrema discrezionalità nell’interpretazione della normativa ha reso verosimile una confusione nei cittadini». <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giustizia-restrizioni-covid-2659836859.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="coprifuoco" data-post-id="2659836859" data-published-at="1681244533" data-use-pagination="False"> Coprifuoco Ad aprile 2022, il giudice di pace di Chiavari annulla la multa a un ristoratore di Lavagna che, durante il lockdown del 2021, aveva servito i clienti dopo le 18. «La previsione di fasce orarie nelle quali lo svolgimento dell’attività non era consentita avrebbe dovuto essere supportata dalla specifica indicazione delle ragioni tecniche che facevano ritenere un incremento del rischio nelle fasce orarie in cui operava il divieto». 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Il giudice di Milano motiva l’assoluzione citando l’inoffensività della condotta dell’imputato e la mancata notifica del provvedimento: «La violazione della libertà personale è incostituzionale, può essere limitata con provvedimenti ad personam, un regolamento indifferenziato che imponga la quarantena ai positivi Covid appare illegittimo e dunque incostituzionale». <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giustizia-restrizioni-covid-2659836859.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="mascherine" data-post-id="2659836859" data-published-at="1681244533" data-use-pagination="False"> Mascherine Ad agosto 2021 il Tar del Lazio dichiara illegittimi i dpcm del 3 dicembre 2020 e del 14 gennaio 2021 che prevedevano l’obbligo di mascherine a scuola per i bambini sotto i 12 anni. Il ricorso è stato presentato dai genitori di una bambina di 9 anni, che contestavano la norma perché «immotivata e viziata da difetto di istruttoria in quanto adottata in contrasto con le indicazioni fornite dal Cts e dall’Oms». L’obbligo di mascherina a scuola in Italia resterà tuttavia in vigore fino a giugno 2022. Il 9 marzo 2022 il giudice di pace di Bressanone accoglie il ricorso presentato per l’annullamento della sanzione amministrativa comminata per il mancato uso di mascherina. Il magistrato si rifà alla sentenza di Pisa per sostenere che «manca un presupposto legislativo su cui fondare la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020» e annulla la sanzione.
La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina
Il tema di quest’anno, Angeli e Demoni, ha guidato il percorso visivo e narrativo dell’evento. Il manifesto ufficiale, firmato dal torinese Antonio Lapone, omaggia la Torino magica ed esoterica e il fumetto franco-belga. Nel visual, una cosplayer attraversa il confine tra luce e oscurità, tra bene e male, tra simboli antichi e cultura pop moderna, sfogliando un fumetto da cui si sprigiona luce bianca: un ponte tra tradizione e innovazione, tra arte e narrazione.
Fumettisti e illustratori sono stati il cuore pulsante dell’Oval: oltre 40 autori, tra cui il cinese Liang Azha e Lorenzo Pastrovicchio della scuderia Disney, hanno accolto il pubblico tra sketch e disegni personalizzati, conferenze e presentazioni. Primo Nero, fenomeno virale del web con oltre 400.000 follower, ha presentato il suo debutto editoriale con L’Inkredibile Primo Nero Show, mentre Sbam! e altre case editrici hanno ospitato esposizioni, reading e performance di autori come Giorgio Sommacal, Claudio Taurisano e Vince Ricotta, che ha anche suonato dal vivo.
Il cosplay ha confermato la sua centralità: più di 120 partecipanti si sono sfidati nella tappa italiana del Nordic Cosplay Championship, con Carlo Visintini vincitore e qualificato per la finale in Svezia. Parallelamente, il propmaking ha permesso di scoprire il lavoro artigianale dietro armi, elmi e oggetti scenici, rivelando la complessità della costruzione dei personaggi.
La musica ha attraversato generazioni e stili. La Battle of the Bands ha offerto uno spazio alle band emergenti, mentre le icone delle sigle tv, Giorgio Vanni e Cristina D’Avena, hanno trasformato l’Oval in un grande palco popolare, richiamando migliaia di fan. Non è mancato il K-pop, con workshop, esibizioni e karaoke coreano, che ha coinvolto i più giovani in una dimensione interattiva e partecipativa. La manifestazione ha integrato anche dimensioni educative e culturali. Il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha esplorato il ruolo della matematica nei fumetti, mostrando come concetti scientifici possano dialogare con la narrazione visiva. Lo chef Carlo Mele, alias Ojisan, ha illustrato la relazione tra cibo e animazione giapponese, trasformando piatti iconici degli anime in esperienze reali. Il pubblico ha potuto immergersi nella magia del Villaggio di Natale, quest’anno allestito nella Casa del Grinch, tra laboratori creativi, truccabimbi e la Christmas Elf Dance, mentre l’area games e l’area videogames hanno offerto tornei, postazioni libere e spazi dedicati a giochi indipendenti, modellismo e miniature, garantendo una partecipazione attiva e immersiva a tutte le età.
Con 28.000 visitatori in due giorni, Xmas Comics & Games conferma la propria crescita come festival della cultura pop, capace di unire creatività, spettacolo e narrazione, senza dimenticare la componente sociale e educativa. Tra fumetti, cosplay, musica e gioco, Torino è diventata il punto d’incontro per chi vuole vivere in prima persona il racconto pop contemporaneo, dove ogni linguaggio si intreccia e dialoga con gli altri, trasformando la fiera in una grande esperienza culturale condivisa.
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i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
La Somalia è intrappolata in una spirale di instabilità sempre più profonda: un’insurrezione jihadista in crescita, un apparato di sicurezza inefficiente, una leadership politica divisa e la competizione tra potenze vicine che alimenta rivalità interne. Il controllo effettivo del governo federale si riduce ormai alla capitale e a poche località satelliti, una sorta di isola amministrativa circondata da gruppi armati e clan in competizione. L’esercito nazionale, logorato, frammentato e privo di una catena di comando solida, non è in grado di garantire la sicurezza nemmeno sulle principali rotte commerciali che costeggiano il Paese. In queste condizioni, il collasso dell’autorità centrale e la caduta di Mogadiscio nelle mani di gruppi ostili rappresentano scenari sempre meno remoti, con ripercussioni dirette sulla navigazione internazionale e sulla sicurezza regionale.
La pirateria somala, un tempo contenuta da pattugliamenti congiunti e operazioni navali multilaterali, è oggi alimentata anche dal radicamento di milizie jihadiste che controllano vaste aree dell’entroterra. Questi gruppi, dopo anni di scontri contro il governo federale e di brevi avanzate respinte con l’aiuto delle forze speciali straniere, hanno recuperato terreno e consolidato le proprie basi logistiche proprio lungo i corridoi costieri. Da qui hanno intensificato sequestri, assalti e sabotaggi, colpendo infrastrutture critiche e perfino centri governativi di intelligence. L’attacco del 2025 contro una sede dei servizi somali, che portò alla liberazione di decine di detenuti, diede il segnale dell’audacia crescente di questi movimenti.
Le debolezze dell’apparato statale restano uno dei fattori decisivi. Nonostante due decenni di aiuti, investimenti e programmi di addestramento militare, le forze somale non riescono a condurre operazioni continuative contro reti criminali e gruppi jihadisti. Il consumo interno di risorse, la corruzione diffusa, i legami di fedeltà clanici e la dipendenza dall’Agenzia dell’Unione africana per il supporto alla sicurezza hanno sgretolato ogni tentativo di riforma. Nel frattempo, l’interferenza politica nella gestione della missione internazionale ha sfiancato i donatori, ridotto il coordinamento e lasciato presagire un imminente disimpegno. A questo si aggiungono le tensioni istituzionali: modifiche costituzionali controverse, una mappa federale contestata e tentativi percepiti come manovre per prolungare la permanenza al potere della leadership attuale hanno spaccato la classe politica e paralizzato qualsiasi risposta comune alla minaccia emergente. Mentre i vertici si dividono, le bande armate osservano, consolidano il controllo del territorio e preparano nuovi colpi contro la navigazione e le città costiere. Sul piano internazionale cresce il numero di governi che, temendo un collasso definitivo del sistema federale, sondano discretamente la possibilità di una trattativa con i gruppi armati. Ma l’ipotesi di una Mogadiscio conquistata da milizie che già controllano ampie aree della costa solleva timori concreti: un ritorno alla pirateria sistemica, attacchi oltre confine e una spirale di conflitti locali che coinvolgerebbe l’intero Corno d’Africa.
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Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)
Un elemento significativo di queste elezioni presidenziali è stata l’elevata affluenza alle urne, che si è rivelata in aumento del 38% rispetto al 2021. Quelle di ieri sono infatti state le prime elezioni tenute dopo che, nel 2022, è stato introdotto il voto obbligatorio. La vittoria di Kast ha fatto da contraltare alla crisi della sinistra cilena. Il presidente uscente, Gabriel Boric, aveva vinto quattro anni fa, facendo leva soprattutto sull’impopolarità dell’amministrazione di centrodestra, guidata da Sebastián Piñera. Tuttavia, a partire dal 2023, gli indici di gradimento di Boric sono iniziati a crollare. E questo ha danneggiato senza dubbio la Jara, che è stata ministro del Lavoro fino allo scorso aprile. Certo, Kast si accinge a governare a fronte di un Congresso diviso: il che potrebbe rappresentare un problema per alcune delle sue proposte più incisive. Resta tuttavia il fatto che la sua vittoria ha avuto dei numeri assai significativi.
«La vittoria di Kast in Cile segue una serie di elezioni in America Latina che negli ultimi anni hanno spostato la regione verso destra, tra cui quelle in Argentina, Ecuador, Costa Rica ed El Salvador», ha riferito la Bbc. Lo spostamento a destra dell’America Latina è una buona notizia per la Casa Bianca. Ricordiamo che, alcuni giorni fa, Washington a pubblicato la sua nuova strategia di sicurezza nazionale: un documento alla cui base si registra il rilancio della Dottrina Monroe. Per Trump, l’obiettivo, da questo punto di vista, è duplice. Innanzitutto, punta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare. In secondo luogo, mira ad arginare l’influenza geopolitica della Cina sull’Emisfero occidentale. Vale a tal proposito la pena di ricordare che Boric, negli ultimi anni, ha notevolmente avvicinato Santiago a Pechino. Una linea che, di certo, a Washington non è stata apprezzata.
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