2024-08-29
I giudici tolgono il figlio ai genitori che non vogliono il cambio di sesso
Due coppie (una in Svizzera, l’altra negli Usa) si son viste portar via i loro ragazzi, minorenni, perché si sono ribellate al trattamento per la transizione di genere imposto dagli ospedali. Con l’avallo dei gruppi pro Lgbt. Genitori di ragazzi minorenni si sono visti portare via i figli, perché non volevano che iniziassero così presto il percorso del cambio di sesso. Due testimonianze, che arrivano dagli Stati Uniti e dalla Svizzera, mostrano a quali soprusi della patria potestà possa arrivare lo Stato pur di affermare uno sconcertante diritto alla riaffermazione del genere. Nella storia americana, il protagonista è anche affetto da una grave disabilità e la vicenda risulta ancor più allarmante, oltre che odiosa. La famiglia di un veterano dell’esercito del Maryland ha intentato una causa (all’esame della Corte d’appello degli Stati Uniti del quarto circuito) contro il Children’s national hospital di Washington, accusandolo di aver assecondato la transizione di genere del figlio autistico in contrasto con la volontà dei genitori e facendo perdere loro la custodia del ragazzino, all’epoca dei fatti sedicenne. L’ospedale gestisce anche il programma Gender and autism, rivolto a bambini e giovani «tra i 3 e i 25 anni» con disturbo del neurosviluppo. «Comprendere la neurodiversità di un giovane può essere importante per sostenere il suo discernimento di genere e l’autodifesa», dichiara il team di sanitari.Karl von Batten, membro del comitato del Partito repubblicano di Washington, sostiene la battaglia legale della famiglia perché «anche mio figlio è autistico e non voglio che la stessa cosa possa accadere a lui o a qualsiasi altro bambino affetto da autismo», ha dichiarato al DailyMail. Questi i fatti riportati nella denuncia. Durante un ricovero del sedicenne in ospedale nel novembre del 2021 per autolesionismo, dopo una storia finita male con la sua ragazza, il personale dell’ospedale avrebbe informato il padre e la madre che il giovane desiderava essere identificato come femmina. I genitori, afroamericani e sulla quarantina, convinti che il figlio era a rischio perché le sue condizioni lo rendevano vulnerabile alla manipolazione sociale, si opposero. Davanti al loro rifiuto, la struttura avrebbe utilizzato le sue politiche di emergenza per trattenere il ragazzino ben 41 giorni, dicendo che soffriva di disforia di genere. I genitori sono stati segnalati ai servizi di tutela dei minori, con il risultato che il sedicenne è stato successivamente trasferito in una casa famiglia e da allora non è più tornato dai suoi.La coppia accusa l’ospedale di aver avviato una «campagna a tutto campo per transgenderizzare» il figlio e di «riprogrammazione mentale». Nel luglio del 2022, dopo aver ottenuto un nome femminile, il ragazzo ha tentato il suicidio ed è stato ricoverato nello stesso ospedale come ragazza. Oggi ha 19 anni e nella denuncia si legge che vive nella casa del cappellano dell’ospedale, Lavender Kelley, che online si definisce «senza genere» e pubblica regolarmente informazioni sulle problematiche trans. Il DailyMail riferisce che in un post su Facebook del 2022, Kelley ha affermato di sostenere la transizione dei figli senza il consenso dei genitori, affermando di essere «sfinito» dalle discussioni con le famiglie. Nel caso del giovane con problemi di autismo, mamma e papà che hanno dovuto vendere la casa e l’attività per coprire le spese legali, chiedono un processo con giuria per stabilire la verità dei fatti e riacquistare i diritti genitoriali: «Ci hanno trattato come se volessimo il male di nostro figlio».Denuncia un trattamento altrettanto ingiusto la coppia che vive a Ginevra e ha intrapreso un’azione legale per riavere la custodia della figlia oggi sedicenne. All’età di 13 anni era stata affidata dalle autorità svizzere a un centro governativo perché i genitori, contestando una diagnosi di disforia di genere approssimativa, avevano negato il consenso all’uso di bloccanti della pubertà. Si opposero alla «transizione sociale», intrapresa dalla scuola e pensarono, invece, di rispondere alle difficoltà della figlia, che esprimeva «confusione di genere», con cure e sostegno. Sono convinti che sia giunta alla conclusione di essere nata nel corpo sbagliato durante il lockdown dovuto al Covid, quando ha trascorso molto tempo da sola nella sua stanza navigando su Internet. Cercarono per la ragazzina anche assistenza sanitaria mentale «e per questo hanno preso nostra figlia. Non riusciamo a credere che viviamo in una società in cui ti possono portare via i figli semplicemente perché hai cercato di proteggerli», hanno dichiarato al gruppo di difesa legale cristiano Alliance defending freedom che dà loro sostegno nel tentativo di riportare a casa la ragazzina.La scuola si mise in contatto con l’agenzia statale per il benessere dei minori, Service de protection des mineurs (Spmi), e con un’organizzazione di attivisti trans e Lgbt finanziata dal governo, Le Refuge, che accusarono i genitori di abuso per aver cercato cure alternative per la figlia, e di transfobia lo psichiatra che l’aveva in cura. La ragazzina è stata separata da mamma e papà nell’aprile 2023 a seguito di un ordine del tribunale che l’ha collocata in un rifugio per giovani finanziato dal governo.Amy Gallagher, l’infermiera che aveva fatto causa alla Tavistock inglese perché imponeva l’ideologia woke negli aggiornamenti, ha definito il caso «terrificante. Questi genitori hanno visto il loro bambino portato via da uno Stato che è catturato dall’ideologia di genere».