2024-11-12
Verdetto già scritto: i giudici sabotano l’operazione Albania
Sospensione e caso rimesso alla Corte Ue anche per i sette migranti appena sbarcati a Gjadër, che sono stati portati in serata in Italia. Dove pure ieri una «risorsa» ha picchiato un capotreno che gli chiedeva il biglietto.Loro giurano di non essere toghe rosse, ma tutto è andato secondo copione: i migranti, dall’Albania, tornano in Italia. Un epilogo largamente anticipato mentre era in corso il convegno per i 60 anni di Magistratura democratica. Tanto che il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha chiesto al Guardasigilli di mandare gli ispettori in tribunale, per sapere come mai Silvia Albano avesse dato «l’impressione di conoscere una sentenza» su un procedimento di cui non era titolare. Fatto sta che, ieri, la sezione immigrazione di Roma ha sospeso il trattenimento dei sette tra bengalesi ed egiziani, che erano stati trasferiti nel Centro per i rimpatri in Albania. Anche questi, come altri dodici prima di loro, vengono in Italia: ieri sera sono partiti alla volta di Brindisi, essendo scadute le 48 ore necessarie per la convalida dei provvedimenti restrittivi. Stessa decisione è stata presa per altri quattro stranieri, del gruppo di quelli già fatti rientrare nel nostro Paese. Gli stop sono collegati al rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea del decreto Paesi sicuri (diventato, nel frattempo, un emendamento al dl Flussi). Quattro quesiti su cui il collegio lussemburghese si pronuncerà a luglio 2025. Solo che, stavolta, il Viminale si costituirà in giudizio, per far valere le proprie ragioni.E intanto? Intanto, tana libera tutti: sbarcati qui, gli stranieri devono essere collocati in un centro di accoglienza pugliese, dal quale potranno uscire a loro piacimento. Sempre che non se la diano a gambe, ci rimarranno fino a che non sarà stata esaminata, con procedura ordinaria, la loro domanda di protezione internazionale. Nell’eventualità di un diniego, riceveranno un foglio di via. Significa che potrebbero essere respinti lo stesso? Anche se Albano e colleghi, giurisprudenza dell’Unione alla mano, non considerano l’Egitto e il Bangladesh Paesi sicuri?In effetti, il tribunale della Capitale, forse nel tentativo di sottrarsi alle prevedibili polemiche politiche, ha sottolineato che «la designazione di Paese di origine sicuro è rilevante solo per l’individuazione della procedura da applicare; l’esclusione di uno Stato dal novero dei Paesi di origine sicuri non impedisce il rimpatrio e/o l’espulsione della persona migrante la cui domanda di asilo sia stata respinta o che comunque sia priva dei requisiti di legge per restare in Albania». È una distinzione sottile. Ma è qui che rischia di schiantarsi l’operazione Gjadër.Perché? Ecco il punto: in virtù del protocollo siglato con Edi Rama, nella struttura balcanica possono essere tenuti solo uomini non vulnerabili, provenienti da Paesi sicuri e perciò soggetti a una procedura accelerata di esame della domanda di protezione internazionale. Le richieste presentate dagli altri - i fragili, i minori, le donne, gli individui che arrivano da Stati non sicuri - devono continuare a essere valutate con l’iter ordinario, mentre i migranti sono alloggiati sulla nostra penisola. Dopodiché, non è detto che costoro abbiano tutti diritto a essere accolti. Se si scoprisse che non hanno i requisiti, potrebbero essere rispediti a casa. Pure se casa loro è in un Paese non sicuro. Ne derivano almeno tre considerazioni.1 I tecnicismi sono la foglia di fico per occultare una crociata politica contro il modello Albania. Le toghe, almeno per il momento, non possono obbligare l’Italia a tenersi gli immigrati. Usando la gabola dei Paesi sicuri, però, possono impedire che siano trattenuti al di là dell’Adriatico. E il centro di Gjadër che rimane vuoto, per Giorgia Meloni è uno smacco clamoroso. L’Anm ieri insisteva: i giudici si limitano a fare il loro dovere. Di sicuro - lo dimostrano le dotte riflessioni pubblicate sul blog di Md - si stavano preparando da mesi a questo momento. Il governo si era preparato altrettanto bene?2 Non è così pacifico che le toghe siano rimaste sui binari. Si richiamano alla prevalenza delle fonti comunitarie: «I criteri per la designazione di uno Stato come Paese di origine sicuro», recitava la nota di ieri del tribunale di Roma, «sono stabiliti dal diritto dell’Unione europea». Su tale primato, ha chiosato domenica la Albano, «non ci si può fare nulla». È vero: la sentenza della Corte del Lussemburgo impone loro di valutare la conformità al diritto Ue delle liste dei Paesi sicuri. Ma in sede di ricorso. I magistrati italiani stanno agendo già in sede di convalida dei trattenimenti. 3 Il braccio di ferro sul protocollo Albania potrebbe avere un impatto drammatico sulla vita dei cittadini. Torniamo alla faccenda di bengalesi ed egiziani sistemati nei centri italiani, ma a piede libero, in attesa che sia valutata la loro domanda d’asilo e che la Corte Ue, analizzando i quattro quesiti del tribunale di Roma, che si aggiunge a quelli di Catania e Bologna, stabilisca se il decreto Paesi sicuri è conforme alle normative europee. Quei signori che ospitiamo aspetteranno diligentemente l’esito del procedimento? Potrebbero essere tentati di svignarsela? E cosa succederebbe se facessero perdere le loro tracce? Cosa succederebbe se, seguendo il fulgido esempio di altri richiedenti asilo, salissero su un treno senza biglietto e prendessero a coltellate il controllore? Se scippassero una nonnina? Se stuprassero una ragazza? Poi chi glielo andrà a spiegare, alle vittime, che sul primato del diritto Ue «non ci si può fare nulla»?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.