2022-08-08
Giovanni Frajese: «Mi candido per far luce sui vaccini»
Nel riquadro Giovanni Frajese (iStock)
Il medico sospeso annuncia che sarà in lista con Italexit: «Non mi fido del centrodestra sul green pass. Chi lo ha accettato una volta può tranquillamente farlo di nuovo. Subito una commissione d’inchiesta».Giovanni Frajese è stato uno dei volti più rappresentativi della lotta contro la psicosi virale. Le sue apparizioni televisive, in tutti questi mesi, sono state una boccata d’aria per chi si sentiva soffocato dal pensiero unico imposto dalla Cattedrale sanitaria. Ma a quanto pare l’impegno di Frajese non si è esaurito. Da medico, ha deciso di misurarsi con la politica.Dottor Frajese, ha scelto di candidarsi con Italexit. Perché?«Non è stata e non è una scelta facile. Ho dato la mia voce a tutti i movimenti, politici e no, che me lo hanno chiesto. Ho rifiutato svariate volte la candidatura che mi è stata offerta da diverse forze politiche, contrarie alla gestione del Paese negli ultimi anni, incluso lo stesso Paragone. Avevo scelto la linea che ritenevo più adatta alle mie esigenze. Rimanendo fuori avrei potuto avere maggiore serenità personale e familiare, e avrei potuto parlare ed essere ascoltato senza alcun pregiudizio». E che è successo poi?«Negli ultimi giorni ho realizzato che questa era una strada comoda, ma che poteva portarmi, un domani, a un rimpianto. Se il prossimo governo dovesse restare in carica per la durata naturale della legislatura e continuare nella strada tracciata sino a ora sui temi della sanità, cosa che non mi auguro, so che un domani non mi perdonerei di non aver provato a fare qualcosa nel momento in cui era possibile farlo, vale a dire adesso. Quindi ho deciso di lasciare la porta aperta alla possibilità». Perché Paragone?«Paragone l'ho conosciuto personalmente dall’inizio della mia esposizione. L'ho incrociato nella apparizione dalla Merlino, quella in cui ho avuto l'ormai famoso confronto con Sileri. Con me ha sempre mantenuto la parola, e per me questo è importante. Ho avuto carta bianca per preparare una proposta per la sanità, e ci sto lavorando con validi e saggi amici. La mia è una candidatura indipendente, intellettualmente e fattivamente». Cioè?«Rappresento me stesso in un gruppo che condivide la necessità di un cambio di direzione di 180 gradi. Io, come tanti credo, ho sete di verità e di libertà. Queste saranno le mie istanze: verità su ciò che è successo, dalla gestione della pandemia alla questione vaccinale; libertà di espressione e di scelta in temi sanitari e non solo. Credo che ogni essere umano nasca libero di determinare il proprio cammino e di cercare un senso della propria esistenza, senza con questo togliere libertà ad altri. La politica attuale impone un senso mal guidato di bene collettivo che sarebbe superiore a quello individuale, io credo invece che la lotta tra luce e oscurità avvenga in ognuno di noi, e che la responsabilità sia prima individuale e poi condivisa». Adesso le diranno che si è esposto in televisione e ha preso certe posizioni perché voleva fare carriera in politica…«Certamente. Personalmente non presto troppa attenzione a ciò che la gente pensa di me: un giorno sei eroe, quello dopo fascista ad honorem. La vita di Gesù insegna che le folle sono volubili, e preferisco avanzare nel mio cammino umilmente, usando il mio cuore come guida. Ognuno è libero di vedere nell’altro ciò che crede, basandosi su preconcetti e stereotipi, oppure osservando le azioni e la coerenza che una persona manifesta. La sfida maggiore è mostrare che si può e si deve fare una politica che non massacri la famiglia e la vita, una politica più vicina al popolo e al contempo più elevata, più reale, perché vera e coerente. Mancano gli esempi da seguire, la luce viene data perché la si mostri al mondo con coraggio».Continuerà il suo lavoro da medico in ogni caso? E con che spirito?«Il mio è sempre un lavoro da medico. Mi sono occupato per 25 anni della salute e del benessere delle persone, ora sto cercando di occuparmi della salute e del benessere del Paese, perché è malato. Malato nella maniera in cui guarda ai suoi cittadini, e come li gestisce, nell’interesse di lobby e gruppi di potere, il popolo viene guardato con malcelato disprezzo e supponenza. Malato fino al punto di sperimentare sui propri figli. Anche se sospeso, ho difficoltà a non parlare e consigliare le persone sul piano medico, è un dovere anche questo».Mi pare che in questi primi giorni di campagna elettorale il Covid sia passato un po’ in secondo piano, non le pare? Perché secondo lei?«Il tema Covid è scottante, ci sono le elezioni, non si vuole far ricordare agli italiani cosa è successo: dal lockdown al “green pass che è libertà” (secondo Letta), dalle mascherine ai bambini, alla tachipirina e vigile attesa. Una sequenza imbarazzante di scelte politiche non basate sulla scienza ma su una propaganda del terrore che ha dato carta bianca al potere, affinché potesse seguire i propri disegni di digitalizzazione e controllo dell’essere umano. Noi non siamo numeri, siamo esseri umani».Il centrodestra che aspira a governare promette: «Mai più green pass». Lei si fida?«No. Chi lo ha accettato una volta può tranquillamente farlo una seconda, in campagna elettorale si fanno tante promesse, servono i fatti, non le parole».Se venisse eletto potrebbe trovarsi in aula con gente che, a suo tempo, la ha accusata di varie nefandezze e di essere contro la scienza…Se venissi eletto potrei avere uno spazio in cui lasciar parlare la competenza e i dati scientifici, ma non solo. Si potrebbe innalzare il livello delle discussioni mettendo in campo temi necessari per un diverso sviluppo della nostra società. Bisogna capire le direzioni: dal transumanesimo verso cui sembriamo diretti serve riprendere il senso dell’umanità, delle radici cristiane ed etiche che hanno lungamente ispirato l’antica bellezza dell’anima del nostro Paese».Se dovesse vincere il centrosinistra che dobbiamo aspettarci, secondo lei, in termini di politica sanitaria?«Il continuo stato emergenziale, il nuovo normale, una costante paranoia della paura di ammalarsi e morire. Con la paura si ottiene il controllo, il controllo è potere, e gli uomini hanno difficoltà a lasciarlo andare». L’Italia continua a essere la nazione con più morti persino in questa fase. Perché secondo lei? Non li curiamo?«Sento colleghi che ancora rispondono con tachipirina e vigile attesa. I protocolli terapeutici non sono stati testati, ma neanche sviluppati. Si è puntato tutto sui vaccini, falliti questi si rimane in un limbo di mancanza di studi e informazione. Siamo molto indietro, è stato perso molto tempo, ma la medicina può e deve dare risposte scientifiche, non dogmatiche. Può e deve dare terapie perché le persone questo si aspettano, in particolare coloro che hanno subito danni dalla vaccinazione e che oggi sono ignorati e abbandonati. Le scelte italiane sono state esaminate anche a livello scientifico, sul Journal of Pharmacology and Pharmacology Research dagli ottimi Bellavite e Cosentino, mostrando che il ritardo dell’intervento terapeutico potrebbe essere la causa di una letalità molto elevata riscontrata praticamente solo qui da noi».Che dobbiamo aspettarci a livello di virus nei prossimi mesi?«Se la situazione in piena estate è come quella attuale, è facile immaginare un peggioramento netto nei numeri. Questa è una situazione complessa, dalla non facile soluzione. Storicamente le pandemie durano due anni e poi svaniscono per immunità di gregge, ma siamo ancora qui. Ci sono tanti punti che necessitano di maggiore attenzione, dal numero di cicli della Pcr, alla sensibilità e specificità dei test a disposizione. Abbiamo bisogno dei dati grezzi, quelli veri, per poter capire cosa è successo e sta succedendo».Ora oltre al Covid ci sono altre malattie su cui si lanciano allarmi. Il terrore sanitario è una realtà a cui dobbiamo rassegnarci, sarà sempre così in futuro?«Il Covid ha insegnato che con le emergenze sanitarie i governi fanno quello che vogliono, calpestano ogni diritto naturale e costituzionale, in nome del bene comune, della nostra salute. I soldi si usano a piacimento, e le leggi si possono emanare come Dpcm, editti di dittatoriale memoria che scavalcano il Parlamento. Le emergenze sono funzionali alla transizione del sistema verso quello digitale e disumano. È la nuova politica della paura: dalla lotta al terrorismo a quella contro gli invisibili agenti patogeni, tutto viene fatto ipocritamente per il nostro bene. Se ne esce solo se la gente dice basta, se cresce la consapevolezza di ciò che è successo e sta succedendo. Bisogna riappropriarsi della logica e dell’umanità. La vita ha un tasso di sopravvivenza dello 0%, bisogna farci i conti e avere il coraggio di vivere».Ultima domanda. Secondo lei serve una commissione per indagare a fondo sulla gestione del covid?«Sì, è tra le prime ragioni per cui ho deciso di provare con la politica. Io voglio sapere la verità, abbiamo sofferto anni di pressioni e discriminazioni umane, mediche, sociali ed economiche. Meritiamo di sapere con trasparenza cosa sia successo, non un segreto militare».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.