2024-10-26
Le nostre armi: libertà, coscienza, verità
Pier Paolo Pasolini (Getty). Nel riquadro, Giovanni D'Ercole, vescovo emerito di Ascoli Piceno
Nel saluto introduttivo di monsignor Giovanni D’Ercole alla due giorni umbra, una bussola nell’era del nuovo totalitarismo: «Aveva ragione Pier Paolo Pasolini, questo regime è più difficile da combattere delle dittature. Ma non mancano segni di speranza dai giovani».Parto dall’articolo di Pier Paolo Pasolini al Corriere della Sera del 9 dicembre 1973, meno di due anni dalla sua morte. Ho conosciuto e frequentato per alcuni anni Pasolini quando, poco più che ventenne, cominciai a collaborare con la Rai. Pasolini analizzava la situazione di allora, ma già intravedeva il futuro e ripeteva che con l’avvento della televisione finiva l’epoca della cultura e iniziava quella della logica commerciale, profilandosi una nuova forma di regime totalitario, «il peggiore dell’umanità». […] Pasolini non ha torto quando afferma che più duro del fascismo, del nazismo e d’ogni altro regime totalitario è la dittatura ideologica che perdura da settant’anni. Se si volesse eliminare il dittatore di questo regime chi bisognerebbe colpire? È impresa impossibile perché si tratta di un regime transnazionale e il «burattinaio» è invisibile, mentre i personaggi sulla scena sono tutti «marionette sostituibili». Sono convinto che il vero «burattinaio», totalmente invisibile e potentissimo, è Satana, che agisce da padrone di questo mondo, come Robert Hugh Benson racconta nel suo romanzo Il padrone del mondo del 1907, dove si narra di un mondo attorno all’anno 2000, governato in pace da tre grandi potenze a carattere liberale, socialista e massonico, in cui i cattolici, ai margini della società, vengono infine sottoposti a persecuzione. […]Non c’è tempo da perdere: né adagiarsi, né disperarsi! Al contrario, più dura è la lotta, più grande il trionfo. Scrive G.K. Chesterton che «l’unica cosa veramente divina, l’unico scorcio di paradiso che Dio ci dona sulla terra, è combattere una battaglia persa - e non perderla». Convinto di questo mi preme subito precisare che se in quest’analisi emergono i limiti dell’odierna società, va precisato che ci sono molteplici segni di speranza, i quali vanno moltiplicandosi in ogni parte del mondo, naturalmente anche in Europa e in Italia. Recentemente il giornale francese Libération si diceva «preoccupato» perché troppi giovani si convertono al cattolicesimo, e rimarcava con stupore e forse delusione che è tra i giovani dai 18 e i 25 anni c’è l’incremento più forte. [...] Con questo spirito mi permetto di accennare soltanto a qualche parola-chiave, che considero tra i parametri vitali per la buona salute dell’umanità: libertà, coscienza, verità.Libertà! Nel pensiero di tanti l’idea di libertà coincide con la convinzione pratica che si è liberi quando si può fare ciò che si vuole. Ci si crede liberi perché si protesta, ci si veste come piace, si fa in pubblico quel che si decide anche se offende la sensibilità morale, religiosa e civile delle persone e ognuno aggiunga come vuole esempi e circostanze facilmente documentabili. Eppure a ben vedere chi così ragiona è più volte schiavo: schiavo dei propri impulsi, schiavo delle mode varianti e dell’ideologia dominante, schiavo di un potere occulto che ha l’abilità di dominarti facendoti credere persino di essere libero. C’è infatti in atto un potere non identificabile, capace di illuderti di essere libero perché teoricamente puoi fare quello che vuoi, ma che ti condiziona inconsciamente, subdolamente; t’impone in varie maniere e con diversi strumenti cosa pensare, cosa dire e come agire e ha la diabolica abilità di farti credere di essere tu a scegliere. Così sei controllato, manipolato e dominato. […] Dobbiamo difendere la visione cristiana della libertà in una fase della storia in cui la dittatura del pensiero unico non è più una ipotesi, ma ormai documentabile realtà, che disegna un panorama all’orizzonte dove andranno restringendosi gli spazi della libertà dell’individuo per costruire una società, probabilmente transumana. [...] La coscienza. La riscoperta del senso più consono della libertà, che è la capacità critica di comprendere ciò che si sta facendo e perché lo si sta compiendo, ci porta all’intimo e vero criterio di discernimento e di giudizio che si esercita nella coscienza. La coscienza, secondo il catechismo della Chiesa cattolica, è «una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza. [...] La verità. C’è qualcosa che accomuna il periodo della caduta dell’impero romano e questi nostri tempi: la secolarizzazione che nell’era romana attaccava la molteplicità degli dèi dando vita a un permissivismo tollerante e indifferente e che ingenerava incredulità, lassismo e confusione. In questi ultimi secoli si può trovare un parallelo nel progressivo affievolirsi della vita dei cristiani con l’affermarsi di un permissivismo e una creatività incontrollati nella liturgia e nel culto, un percepibile smarrimento della chiarezza dottrinale e il conseguente scadimento dell’etica e della morale. Tutto ciò a fronte del crescere di una visione dell’umanesimo concepito come affermazione dell’autonomia dell’uomo che si fa dio di sé stesso e quindi non sente il bisogno di Dio. Come allora, anche l’inquietudine dell’uomo moderno/contemporaneo cerca una risposta per l’intrigante domanda: «Che cosa è la verità?». Nella cultura dominante la verità non si colloca nell’ambito della certezza bensì in quello del dubbio e della ricerca. Non si tratta cioè di un possesso pacifico, ma di un processo in continuo divenire. Ciò implica di fatto un’interminabile indecisione, in cui si riflette la difficoltà di affidarsi a una fede, oppure si sceglie di vivere il dubbio scientifico esprimendolo in un contraddittorio interno alla propria coscienza col risultato di considerare che tutto è relativo e incerto. Per l’uomo contemporaneo l’incertezza rende la conoscenza della verità un’avventura personale che lo trasforma. [...] Per noi cristiani la verità è certezza perché è verità assoluta, immutabile, eterna mentre la verità nell’odierna cultura è relativa agli uomini, alle situazioni e alla storia. Professiamo una sola verità, certa e reale mentre oggi si assiste a un’arbitraria semplificazione che nasce dall’incapacità di sopportare la complessità e dal punto di vista pratico implica una prepotente e spesso violenta affermazione del proprio punto di vista, e chi fabbrica una verità nega tutte le altre verità. È l’imperio del pensiero unico, sempre più violento e intollerante perché in ultima analisi condizionato dalla paura!
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.