«L’amour toujours», del celebre dj italiano, bandita dall’Oktoberfest dopo che in un video si vedono alcuni giovani tedeschi cantare slogan anti immigrazione sulle sue note. E così, sull’onda della paranoia per i successi di Afd, vietano anche la canzone.
«L’amour toujours», del celebre dj italiano, bandita dall’Oktoberfest dopo che in un video si vedono alcuni giovani tedeschi cantare slogan anti immigrazione sulle sue note. E così, sull’onda della paranoia per i successi di Afd, vietano anche la canzone.Il conformismo cosmico ha abbattuto il cuore con le ali. Nel giorno in cui papa Francesco sdogana «la frociaggine», il fanatismo politicamente corretto del Nordeuropa censura Gigi D’Agostino, anzi lo annienta, lo azzera, peggio lo assimila al male assoluto. Una simile nazificazione non potrebbe che albergare in una mente teutonica poco ammobiliata di pensiero come il quella del direttore dell’Oktoberfest Clemens Baumgartner, che ha deciso di epurare il re italiano dei disc jockey melodici perché il testo della sua canzone più nota si presta a storpiature xenofobe. «Non c’è spazio per questa stronzata di destra», ha tuonato, aggiungendo: «L’Oktoberfet è apolitico, vogliamo vietarla e io la vieterò».Il caso oltrepassa di molto i confini del ridicolo, perché l’iconica canzoncina dal titolo L’amour toujours - che farebbe tarantolare anche un paracarro con i suoi quattro accordi quattro - non contiene versetti satanici, riferimenti sessisti e neppure metafore omofobe come alcune opere giovanili di Fedez. È semplicemente un inno all’amore svolazzante nelle estati accaldate, con lui che aspetta lei «perché credo ancora ai tuoi occhi» ed è pronto a «volare con te». L’innamorato chiede solo, per favore, di non farlo attendere troppo. Potrebbe avere mal di piedi. La hit del Toto Cutugno del «tunz-tunz» ha due colpe imperdonabili per gli obersturmbahnführer del pensiero debole: fa ballare senza ritegno i ragazzi (difetto passabile) e si presta ad adattamenti testuali incontrollabili, quindi pericolosi e potenzialmente infiammabili (difetto imperdonabile). Nella discoteca Pony di Sylt - elegante isola sul Mare del Nord dove il filosofo Ludwig Wittgenstein passeggiava pensieroso - alcuni giovani, definiti rampolli della Germania bene, hanno storpiato il testo con la strofa «La Germania ai tedeschi, fuori gli stranieri». Apriti cielo.Il video è finito su Youtube e Tik Tok, nelle immagini si vede un ragazzo accennare un mezzo saluto hitleriano ed evocare i baffetti del Führer «portandosi due dita sotto il naso». Cinque giovani sono stati individuati e denunciati, due di loro sono già stati licenziati dai rispettivi datori di lavoro. Il locale si è dissociato dal «balletto scorretto» con una frase di prammatica: «Li abbiamo mandati via, non vogliamo clienti così». I socialisti di Olaf Scholz hanno chiesto chiarimenti («vergogna nazionale», il commento della ministra dell’Interno Nancy Faeser). Il Bundestag è entrato in depressione, la magistratura ha aperto un fascicolo per «incitamento all’odio», i commentatori mainstream hanno scritto articolesse sulla xenofobia montante e sul nefasto influsso di Afd sulla gioventù teutonica. Da un’approfondita inchiesta giornalistica della Bild si è scoperto che in altre cinque balere della repubblica federale nei mesi scorsi si ballava su quelle strofe corrette e corrotte. Signora mia, che disastro. Sul pianeta della cultura woke ce n’è a sufficienza per prendere provvedimenti. Quali? Vietare Gigi D’Agostino (torinese della classe operaia, che da giovane ha fatto il muratore e l’elettricista, pure lui figlio di emigranti arrivati da Prignano Cilento) e impiombare il cuore con le ali, marchio grafico della sua etichetta. È pur vero che in Germania la goliardia su questi temi non è mai stata tollerata e che la ferita odiosa dei cartelli «Vietato l’ingresso ai turchi e agli italiani» degli anni ’60 non è mai stata rimarginata. Ma il provvedimento è delirante. Per supportarlo, nei salotti bene si fa largo una motivazione antropologica che ha dell’incredibile: passino gli slogan contro i migranti degli impresentabili skinhead delle periferie dell’ex Ddr, ma la gioventù dorata di Monaco e Amburgo non può cantare roba simile, manco fosse la curva ultrà del Borussia Dortmund. Con morale conclusiva da Ztl milanese: dove andremo a finire? Così, nella Germania trasformata in simil-campus universitario californiano, da domani dieci-cento-mille millennials scandiranno il ritornello rivisitato nelle feste private per assaporare il gusto del proibito. E a pagare è D’Agostino, colpevole di avere scritto una canzone che supporta qualsivoglia testo. Gigi Dag, così lo chiamano nel mondo della disco-dance, cade dalle nuvole e non si capacita. «L’amour toujours parla di un sentimento meraviglioso, grande e intenso che unisce le persone. È la forza dell’amore che mi fa volare. Nel brano è centrale anche la gioia dello stare insieme. L’amour toujours, ossia l’amore sempre. È questo l’unico significato della mia canzone». A 56 anni l’Elvis Presley del Mediterranean Progressive, che in febbraio ebbe un clamoroso ritorno di fiamma a Sanremo, tutto si sarebbe aspettato tranne che di essere epurato da fantasmi terrorizzati da altri fantasmi. Trattato come Richard Wagner solo perché la leggenda vuole che lo ascoltassero i carristi a Kursk. Un lustro di onorata carriera dietro la consolle finita a Norimberga. Il suo primo successo internazionale si intitolava Bla Bla Bla. Lo descrisse così: «Lo scrissi pensando a tutte le persone che parlano senza dire niente». Profetico, il cerchio si chiude.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.
Bill Gates (Ansa)
Solo pochi fanatici si ostinano a sostenere le strategie che ci hanno impoverito senza risultati sull’ambiente. Però le politiche green restano. E gli 838 milioni versati dall’Italia nel 2023 sono diventati 3,5 miliardi nel 2024.
A segnare il cambiamento di rotta, qualche giorno fa, è stato Bill Gates, niente meno. In vista della Cop30, il grande meeting internazionale sul clima, ha presentato un memorandum che suggerisce - se non un ridimensionamento di tutto il discorso green - almeno un cambio di strategia. «Il cambiamento climatico è un problema serio, ma non segnerà la fine della civiltà», ha detto Gates. «L’innovazione scientifica lo arginerà, ed è giunto il momento di una svolta strategica nella lotta globale al cambiamento climatico: dal limitare l’aumento delle temperature alla lotta alla povertà e alla prevenzione delle malattie». L’uscita ha prodotto una serie di reazioni irritate soprattutto fra i sostenitori dell’Apocalisse verde, però ha anche in qualche modo liberato tutti coloro che mal sopportavano i fanatismi sul riscaldamento globale ma non avevano il fegato di ammetterlo. Uscito allo scoperto Gates, ora tutti possono finalmente ammettere che il modo in cui si è discusso e soprattutto si è agito riguardo alla «crisi climatica» è sbagliato e dannoso.







