2022-04-16
Giallo sulle vittime dell’incrociatore. A bordo del Moskva 485 persone
Un natante turco avrebbe salvato 54 membri dell’equipaggio della nave militare affondata, degli altri non si sa nulla. Mariupol ancora assediata, a Kharkiv cannoneggiato un convoglio che evacuava civili.Tira aria da tregenda al Cremlino, dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva avvenuto due giorni fa. Nessuno parla, ma quello che è certo è che Vladimir Putin non ha nessuna intenzione di recarsi al comando della Marina russa di Sebastopoli per avere chiarimenti sull’accaduto e non terrà riunioni su questo argomento. A tal proposito, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax, ha dichiarato che «il presidente non ha in programma tali incontri». Evidente l’imbarazzo del Cremlino nel dover commentare l’affondamento del Moskva che aveva la capacità di trasportare 16 missili cruiser a lunga gittata, così come è chiaro che la perdita dell’incrociatore riduca la potenza di fuoco di Mosca nel Mar Nero. Sull’affondamento del Moskva vanno registrate le dichiarazioni del ministro della Difesa lituano, Arvydas Anusauskas, che ha ricostruito così l’accaduto: «Alle ore 01.14 la nave era piegata su un lato e dopo un’ora non vi era più elettricità. A partire dalle ore 02.00 l’intervento di una nave turca ha permesso l’evacuazione di 54 uomini dell’equipaggio. In base a quanto riferiscono Turchia e Romania, la nave alle ore 03.00 era completamente affondata. Non si conosce il numero dei marinai morti a bordo, si sa che l’intero equipaggio era costituito da 485 uomini, 66 dei quali erano ufficiali». Se non si conosce il numero delle vittime, l’agenzia Nexta che ha riportato una dichiarazione del consigliere del ministro degli Affari interni ucraino, Anton Gerashchenko, ha diffuso la notizia durante che la pioggia di missili arrivata sull’incrociatore russo avrebbe perso la vita anche il temutissimo comandante della nave, Anton Kuprin, conosciuto per essere colui che ordinò di bombardare l’Isola dei Serpenti il 24 febbraio scorso. Lo fece urlando attraverso un megafono: «Questa è una nave militare russa, arrendetevi e deponete le armi, altrimenti apriremo il fuoco». Ma i militari ucraini per nulla intimoriti gli risposero: «Nave da guerra russa, vai a farti fottere». L’audio fece il giro del mondo e divenne virale sui canali social. Sprezzante il commento del ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, che su Twitter ha proposto di utilizzare la nave affondata come sito di immersione. «L’ammiraglia della Russia è ora un luogo degno per le immersioni nel Mar Nero. Visiterò sicuramente il luogo dell’incidente dopo la nostra vittoria in guerra. A proposito, ho già 300 immersioni subacquee prenotate». E per farlo ha pubblicato la foto di alcuni sub in compagnia di una grande tartaruga. La guerra intanto continua e la giornata di ieri è trascorsa con l’Ucraina sotto le bombe. Secondo l’Associated Press, nella città orientale di Kramatorsk, in Ucraina, a una settimana dall’attacco missilistico alla stazione ferroviaria che ha provocato oltre 60 morti e decine di feriti, c’è stata una nuova potente esplosione ma non sono stati forniti ulteriori dettagli. Vittime invece nella città meridionale ucraina di Mykolaiv che è stata sotto attacco per tutta la giornata. Secondo Dmytro Pletenchuk, addetto stampa dell’amministrazione militare di Mykolaiv che ha parlato alla Cnn, «almeno due persone sono state uccise davanti a una chiesa ortodossa», al quale ha fatto eco il capo del consiglio regionale di Mykolaiv, Hanna Zamazeeva, che sul suo canale Telegram ha scritto che «le forze russe stanno colpendo oggi i quartieri residenziali di Mykolaiv. Non ci sono strutture militari lì, i residenti sono sotto il fuoco». Sempre drammatica la situazione a Mariupol, come riportato dall’agenzia Ansa. Il comandante della 36ª brigata della Marina ucraina, maggiore Serhiy Volyna, ha chiesto al governo di Kiev di «sbloccare Mariupol il prima possibile, militarmente o politicamente perché da questa mattina sono in corso feroci combattimenti, i russi avanzano in modo aggressivo, la situazione è critica». Il maggiore ha anche aggiunto che «non abbiamo intenzione di arrenderci, ma la situazione sta precipitando». Per contro i russi hanno annunciato aver conquistato nella mattinata di ieri lo stabilimento siderurgico Ilyich, grazie all’intervento delle milizie della autoproclamata repubblica di Donetsk. A Mariupol città nella quale la Russia vorrebbe celebrare il prossimo 9 maggio la giornata della vittoria, sarebbero ricomparsi secondo le autorità locali i forni crematori portatili (sarebbero 13) dove verrebbero bruciati i cadaveri dei civili, compresi quelli già seppelliti, in modo da nascondere i crimini di guerra perpetrati. Mentre scriviamo l’agenzia stampa Interfax-Ucraina ha registrato le dichiarazioni di Dmytro Chubenko, addetto stampa dell’ufficio del procuratore regionale di Kharkiv, che ha riferito che lo scorso 14 aprile «l’esercito russo ha sparato sugli autobus che stavano evacuando i civili vicino al villaggio di Borovoy nella regione di Kharkiv, ci sono morti e feriti. Secondo i dati preliminari, fino a dieci persone sono state uccise e 30 sono state ferite». Sempre ieri pomeriggio Andrei Nebytov, capo della polizia della regione di Kiev, in un briefing con la stampa ha dichiarato che «al 15 aprile nella regione di Kiev sono stati trovati 900 corpi di civili uccisi». Per tornare alla guerra, una pioggia di missili sta cadendo sul Sud dell’Ucraina dall’altra notte. Secondo la portavoce della difesa ucraina, Natalia Humeniuk, si tratta «di una ritorsione dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva», mentre in serata si è diffusa la notizia di un attacco russo a Mykolaiv dove sarebbero state usate le bombe a grappolo che sono notoriamente proibite.
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)