
- Alessandro Dell'Acqua lancia la collezione Suspense, con abiti trasformisti che permettono di spaziare tra ambiguità e mistero «Gli ultimi anni con i miei partner sono stati infernali, ma quello che mi è successo mi ha dato il coraggio di rimettermi in gioco».
- Da Armani a Max Mara capi grintosi nel segno della libertà e dell'indipendenza.
- Al Palazzo del Ghiaccio di Milano va in scena Missoni. Una passerella illuminata dal blu della notte dove le silhouette sono disinvolte e il lurex illumina abiti e tuniche.
Donne forti. Nessun tentennamento, sicure delle loro decisioni. E libere. Le parole chiave delle collezioni per il prossimo inverno, e che sfilano sulle passerelle milanesi, sono queste. Adottate dagli stilisti e trasformate in moda. Giorgio Armani ha sempre esaltato figure femminili decise e non smentisce il suo credo. Gli ambienti del Silos accolgono figure femminili, sottili come tratti di matita, che si rimettono la cravatta, dalla presenza forte e gentile. Il blu come espressione: la nuance armaniana definisce un'eleganza piena di equilibrio e senza tempo. La silhouette è disegnata da piccole giacche accostate al busto e pantaloni dal profilo curvo, cappotti ad astuccio e blouson dai volumi drappeggiati. La sera è lunga, scintillante ed essenziale, in abiti luccicanti, semplici come t-shirt, o tute di velluto dall'allure grintosa e scattante. Cappotti dai volumi avvolgenti con abiti femminili e leggins in lattex o una serie di preziosi abiti rossi, a volte portati con scarpe da uomo, proposti sempre da Armani ma per Emporio.
La «boss lady» di Max Mara sfila nel grande salone dell'Università Bocconi «perché qui ci sono le donne del potere di domani», spiega Ian Griffiths, stilista della maison. Tante le giacche over, portate anche sovrapposte con gonne corte e alti cuissard sopra il ginocchio in coccodrillo stampato. Il Teddy bear coat che ha spopolato questo inverno torna in audaci colori come ciano, turchese o giallo mais. Ermanno Scervino è il mago del maschile tradotto al femminile. Cristalli e pietre preziose. Perché i diamanti sono «i migliori amici delle donne», e finiscono, magistralmente, su capi della più raffinata sartorialità fiorentina, ma su tessuti maschili come gessati, principe di Galles e pied de poule. Borchie gioiello su giacche o abiti sottoveste in pizzo, applicazioni di glitter ridefiniscono il daywear, mentre smoking iperfemminili sfruttano il pizzo morbidissimo. La collezione di Roberto Cavalli, disegnata da Paul Surridge, riprende i codici della maison. Tagli sartoriali e rigorosi si alternano a drappeggi e plissettature, l'animalier di cavalliana memoria diventa impressionistico diventando una stampa tigrata stilizzata, declinata in colori psichedelici.
Ha un titolo che dice tutto la collezione di Alberto Biani, Independent Dress. È una donna intelligente quella che veste Biani. Perché sa da sola cosa scegliere e come comporre il suo modo di vestire. E da Biani ha l'imbarazzo della scelta: il cappotto over in lana lavata che Charlotte Rampling indossava nel Portiere di notte (sotto nuda), le sete cravatteria per le giacche, il piumino animalier con le calze a rete, la giacca-camicia che lascia intravedere il reggiseno.
Missoni, sulla scena da oltre 60 anni, si immerge nel blu di un chroma key: cappotti jacquard, mantelle, tute, tailleur e vestiti. Ritornano gli effetti luccicanti e luminescenti con le cuffie e i colli alla Pierrot, che peró assumono proporzioni decise. Il luccichio del lurex entra nel guardaroba maschile, dominato da superfici lucide, suit e pantaloni larghi. Altra musica da Blumarine, dove Anna Molinari esprime la sua personalità «che negli anni non è cambiata, sono solo più saggia». Le rose, i pizzi, le trasparenze, la soavità la fanno da padrone. Non mancano l'animalier, gonne baloon con stivali altissimi di vernice.
Si gioca da Moschino, dove lo stilista Jeremy Scott invita allo sfavillante game show dove si arriva con felpe e capi gioiello, stampe ispirate al packaging dei prodotti domestici e rese preziose da decorazioni di pailettes e cristalli o slot machine e i simboli del dollaro in oro sulle pellicce rigorosamente fake. Compie 30 anni Cividini e, ancora una volta, dimostra l'alto artigianato dei suoi capi, l'utilizzo di filati naturali, coloranti non azoici, e lavaggi realizzati in-house, dove lo smaltimento delle acque è severamente regolamentato.
Paola Bulbarelli
N°21 emoziona con la sua sfilata all'insegna della femminilità
Alessandro Dell'Acqua è il più bravo. Questione di gusti, senza dubbio. Ma lo stilista di N°21 riesce sempre a emozionare con la sua collezione ricca di capi che vorremmo indossare subito. Capita raramente di uscire da una sfilata pensando «mi metterei tutto». Anche gli azzardi, le stravaganze stilistiche, le concessioni al limite. Un cappotto in diagonale con una zip sulla schiena che si apre e si chiude a piacimento e lascia che il collo, con tanto di rever, si appoggi sulle spalle lasciandole scoperte. Oppure un abitino davanti bon ton e poi scopri che dietro rivela un altro abito, ma di lattex questa volta. La doppia anima delle donne: un po' sante e un po' no. E i capi di N°21 ti permettono di giocare con l'ambiguità.
Vince sempre lo stile, però, la chiccheria fatta e finita di capi di moda e, al contempo, senza tempo. Pezzi d'autore che dovrebbero essere nel guardaroba di ognuna perché sempre attuali anche fra 20 anni. Si intitola Suspense la sua ultima collezione, quella del prossimo inverno. «Tutto nasce da un'impressione che ho avuto riguardando Dressed to Kill, il film di Brian De Palma del 1980», racconta lo stilista. «Ho impostato la collezione su questo tipo di donna molto forte e sexy, dirompente e consapevole e anche l'idea di tutto tagliato, aperto, abiti che creano una suspense con zip improvvise che si aprano, abiti trasformisti». Usa la parola sexy il designer napoletano, ma nel suo Dna ci sta forse meglio il termine sensuale. «È un filo sottile quello separa il sexy e il sensuale, sono convinto sia una questione di attitudine. Per questo cerco modelle più mascoline, per non avere un certo stereotipo di donna».
La storia di Alessandro Dell'Acqua inizia con un diploma presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Già a 23 anni viene nominato direttore creativo di Genny. Numerosissime le collaborazioni: da Pietro Pianforini (dove affina la tecnica della maglieria) a La Perla, Brioni, Malo, Gilmar, Les Copains, Borbonese, Tod's. E quelle con il mondo dell'arte e personalità di spicco come l'artista Vanessa Beecroft, i fotografi Hurgen Teller ed Helmut Newton, le top model Eva Herzigova e l'italiana Maria Carla Boscono. La sua prima collezione del 1996, presentata durante la settimana della Moda di Milano che portava il suo nome e tale rimase fino al 2007, raccolse immediatamente un grande successo per quella linea, per l'uso magistrale del color carne, per la novità che era riuscito a portare in passerella, per una sensualità fuori dagli schemi e dal banale. Ma poi qualcosa si ruppe. «Gli ultimi cinque anni dell'Alessandro Dell'Acqua sono stati infernali perché i miei partner, subentrati ai precedenti e detentori del 70% delle quote non avevano alcun rispetto di me e del mio lavoro». Nel 2007 la decisione di abbandonare e di iniziare un nuovo percorso, ma tutto in salita. Dalla voglia di riscatto alla caparbietà che lo porta a non mollare il passo è breve ma faticoso.
Dopo aver lasciato la guida creativa della linea eponima, Alessandro Dell'Acqua dedica tutta la sua esperienza acquisita negli anni al debutto del nuovo progetto N°21, di cui è fondatore e mente creativa. «Da una delusione può nascere qualcosa di straordinario. Se mi guardassi indietro non saprei come potrebbe essere oggi la collezione Alessandro Dell'Acqua, ma quel che è accaduto mi ha dato una carica straordinaria, la forza e il coraggio di rimettermi in gioco, mi ha fatto sentire più giovane, ho sofferto tanto ma mi ha dato una spinta incredibile».
Le scommesse non si fermano lì. C'è pure la collezione N°21 da uomo presentata all'85° edizione del Pitti di Firenze. Nell'ottobre del 2013 Alessandro Dell'Acqua è chiamato alla direzione creativa dalla maison francese Rochas. «Mi piace molto lavorare su più progetti, ne ho bisogno per non fossilizzarmi. Da Rochas ho modo di utilizzare tessuti pazzeschi d'alta moda». Tra pochi giorni sarà sulle passerelle parigine con la nuova collezione della maison. Per scoprire, ancora una volta, «un'espressione del glamour moderno».
Paola Bulbarelli
La notte luminosa di Missoni
Una moda senza frontiere, illuminata da capi impreziositi dal lurex. Missoni porta in scena un vero e proprio viaggio intorno al mondo, a partire da suggestioni d'Oriente per passare alle calde notti d'Africa. Su un tappeto di stelle e tra luci blu soffuse, sono le varie tonalità del rosso e del marrone - senza dimenticare l'arancio - a farla da padrone nella nuova stagione. Colori che scaldano i lunghi cappotti in lana, legati in vita da fasce a contrasto.
Gli abiti ci riportano agli anni Settanta con forme allungate e fluttuanti. La maglieria che ha fatto di Missoni un brand ammirato e amato in tutto il mondo continua a caratterizzare i look, ma a farla da padrone per il prossimo autunno, inverno sono i cappelli. Berretti in lana e foulard incorniciano i volti femminili, mentre per gli uomini cappelli che ricordano il fez turco.
Una collezione che ancora una volta è all'insegna del comfort e che ci dimostra che una donna può essere elegante e femminile anche senza rinunciare alla comodità, e soprattutto alla qualità.
Mariella Baroli













