2021-01-12
«Già persi 420 miliardi. In Italia 300.000 aziende sono a rischio chiusura»
Carlalberto Crippa (Ansa)
Il manager di Cattolica Carlalberto Crippa: «Il Covid è un dramma per le Pmi, ma l'ecommerce cresce. Occhio alla cybersecurity. Una polizza per coprire il fermo d'attività»Asse portante dell'economia italiana, le piccole imprese sono anche quelle che stanno pagando il prezzo più alto alla pandemia: per poter ripartire queste realtà chiedono anzitutto sicurezza. «L'emergenza provocata dal Covid-19 ha completamente esaurito la capacità delle imprese di assorbire perdite e imprevisti: assicurarsi può fornire loro la tranquillità necessaria per poter scommettere e investire sulla rinascita», commenta Carlalberto Crippa, responsabile della direzione business development & marketing di Cattolica assicurazioni analizzando lo scenario attuale. «Conosciamo la rilevanza che hanno le piccole e micro imprese per l'economia italiana: quelle con meno di dieci addetti sono il 95% del tessuto imprenditoriale del Paese, parliamo di più di 4 milioni di realtà che danno lavoro a quasi un italiano su due e che quindi hanno un ruolo sociale molto importante», prosegue il manager. Il quadro è a tinte fosche, basti pensare, come ricorda Crippa, che la Cgia ha messo nero su bianco il tragico impatto che la pandemia ha avuto su queste imprese: la stima per il 2020 è di una perdita di ricavi complessiva pari a 420 miliardi di euro. E secondo il centro studi di Confcommercio, circa 300.000 attività in Italia rischiano la chiusura: un problema economico e sociale rilevante. Senza dimenticare la fotografia scattata di recente dall'Istat che prevede un calo del Pil del 9% per l'anno appena lasciato alle spalle. Arriva anche qualche spiraglio di luce? «Sì, dai dati sulla digitalizzazione. Secondo l'Osservatorio B2C del Politecnico di Milano, nel 2020 l'ecommerce è cresciuto del 26% rispetto all'anno precedente con un fatturato in aumento per 4,7 miliardi. Non si è trattato di un fenomeno confinato ai colossi come Amazon ma ha riguardato anche le piccole attività. Una sorta di ecommerce a chilometro zero che ha inciso sulle abitudini di consumo degli italiani, ma anche sull'offerta. Con le inevitabili ripercussioni in termini di rischi per le imprese. Perché il cyber risk è diventata una minaccia sempre più frequente se è vero che nell'ultimo anno circa il 50% dei piccoli imprenditori ha fronteggiato almeno un tentativo di attacco hacker tra mail fraudolente o casi di phishing. Un pensiero in più per le migliaia di imprenditori alle prese con la sfida della ripartenza. È per loro che Cattolica assicurazioni ha studiato una polizza assicurativa ad hoc, chiamata Active business, che punta a soddisfare i bisogni di protezione delle piccole imprese di ogni genere, dalle attività produttive a quelle artigianali, dagli esercizi commerciali agli installatori fino ai venditori ambulanti». In che modo un prodotto assicurativo può venire in aiuto delle imprese in un periodo così difficile? «Con i nostri agenti sul territorio vogliamo proporci come validi alleati per la ripresa. Per noi sostenere un'impresa vuol dire anzitutto tutelarla da rischi e imprevisti, favorendo il rafforzamento del suo posizionamento competitivo: un'impresa assicurata può ad esempio accedere al credito in maniera più agevole. Per questi motivi nel 2020 abbiamo costituito Active business, una polizza dedicata alle Pmi con un volume d'affari inferiore ai 10 milioni di euro».In cosa consiste?«Si tratta di un prodotto innovativo perché garantisce la tutela per tutti gli aspetti principali dell'attività di impresa: per le persone, tramite le coperture per infortuni, invalidità e responsabilità civile verso terzi; per la protezione del reddito, ad esempio attraverso le coperture per i cyber risk e per i danni indiretti, quindi non solo i danni dovuti a un imprevisto, ma anche quelli derivanti da un eventuale blocco dell'attività; infine per il patrimonio dell'impresa, cioè locali, merci, strumenti, con coperture sui catastrofali come quelle relative a eventi come terremoti o alluvioni, oltre a quelle contro furto e incendio».A quali imprese si rivolge la polizza Active business?«La nostra polizza ha un vasto spettro di applicazione, perché copre aziende attive su oltre 500 tipologie di business differenti. Inoltre, offre coperture specifiche per alcune particolari attività: abbigliamento, alimentari, ristoranti e bar, tabaccherie, elettricisti e idraulici, farmacie. Su questi sette profili abbiamo individuato rischi specifici: per le farmacie, ad esempio, la polizza copre il furto delle fustelle; per bar e ristoranti abbiamo pensato a una copertura specifica per la mancata conservazione delle merci che hanno bisogno di refrigerazione; per le tabaccherie la polizza assicura contro il rischio, molto rilevante, di furto di beni e valori. Ancora, per i negozi di abbigliamento è prevista una copertura specifica per la rottura delle vetrine, mentre per quanto riguarda elettricisti e idraulici la polizza copre gli eventuali danni causati al cliente durante gli interventi».
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)