2021-09-10
Giù la maschera: il vaccino non basta
Come ha notato Luca Ricolfi, sono i numeri a smentire la versione di Roberto Speranza. L'iniezione non blocca la circolazione del virus e l'immunità di gregge è impossibile. L'enfasi sulle punture serve a nascondere ciò che non si è fatto su cure e trasporti.Conosco Luca Ricolfi da molti anni. Cominciai a seguirlo quando iniziò a scrivere sulla Stampa e, divenuto direttore di Panorama nel 2007, gli offrii una rubrica perché ritenevo che le sue osservazioni fossero sempre sorprendenti. A distanza di anni, la stima nei suoi confronti è confermata, anzi direi che è aumentata, perché osservo che ogni volta ha il coraggio di andare contro i luoghi comuni anche a costo di inimicarsi quella stessa area culturale e politica da cui proviene. L'ultimo esempio lo ha dato scrivendo un libro sull'emergenza Covid, per descrivere gli errori commessi dal governo Conte, ma ieri si è superato, concedendo un'intervista a Italia Oggi in cui fa piazza pulita di quelle che i progressisti con il birignao, cioè coloro che se la tirano, definiscono fake news. Già il titolo del colloquio con il professore la dice lunga: «Immunità di gregge impossibile».Dall'alto dei suoi studi statistici, Ricolfi smonta infatti la narrazione che da mesi ci viene propinata e che giornali e tv ripetono a rullo. Prima domanda: «Siamo prossimi all'immunità di gregge?». Risposta: «Assolutamente no. Sull'immunità di gregge i politici ci stanno prendendo per il naso, e trovo incredibile che si continui a parlarne impunemente sui quotidiani e soprattutto in tv, nei talk show». I lettori ricorderanno che fino a ieri l'obiettivo decantato era l'80% di italiani vaccinati, ma siccome ormai siamo prossimi alla soglia e i contagi non si arrestano, Roberto Speranza e compagni hanno cominciato a dire che l'80 non basta, serve il 90. E poi non basta più nemmeno aver completato il ciclo vaccinale, con due dosi, serve la terza e forse, come dicono in Israele, addirittura la quarta. Beh, leggete che cosa spiega uno che le percentuali le maneggia tutti i giorni e non è abituato a farsi gettare fumo negli occhi. «C'è un fatto importante di cui quasi nessuno vuole parlare: la formula matematica per il calcolo dell'immunità di gregge si riferisce a un vaccino perfettamente sterilizzante, mentre i vaccini contro il Covid sono leaky, cioè non garantiscono che il vaccinato non si infetti e non trasmetta l'infezione». Cioè, Ricolfi dice non solo che gli obiettivi indicati sono fasulli, ma che un vaccinato non è affatto una persona immunizzata al 100 per cento, che non si può contagiare e nemmeno può contagiare gli altri. Dunque, essendo basato su un presupposto falso, la teoria dell'immunità di gregge rischia di franare fragorosamente. Leggere per credere: «Se il vaccino è leaky, si applica un'altra formula, da cui si deduce facilmente che nemmeno vaccinare il 100% della popolazione basta a spegnere l'epidemia». Parole chiare, nello stile del professore, uso a far parlare i numeri invece che le ideologie o le opinioni. «La vaccinazione di tutta la popolazione può essere utile per rallentare l'epidemia, ma da sola non basta». La giornalista che lo ha intervistato a questo punto si è sentita in dovere di dargli l'altolà: «Non teme che dicendo queste cose possa alimentare la protesta contro il green pass?». Risposta di Ricolfi: «Può darsi, ma si può fare anche un altro ragionamento: se sai che vaccinare non basta, magari ti occupi di fare anche qualcos'altro».E guarda caso di che parla il professore? Di ciò di cui questo giornale scrive ogni giorno, denunciando l'inadeguatezza di ministri come Patrizio Bianchi, Enrico Giovannini e Roberto Speranza, ossia di signori che in tutti questi mesi non hanno messo in campo alcuna misura che aiutasse a prevenire la diffusione del contagio.Se sai che un'iniezione o due non bastano a renderti immune, dice Ricolfi, «metti in sicurezza le scuole con la ventilazione meccanica controllata (lo sta facendo solo la Regione Marche, anche se con numeri piccoli), aumenti la flotta e il numero di corse di mezzi pubblici, vari un protocollo di cure domiciliari decente, e riorganizzi la medicina territoriale. Fai più sequenziamenti (cioè monitori con maggior attenzione le varianti, ndr), più controlli alle frontiere».Il professore conclude sconsolato: «Invece quasi nessuno denuncia con forza queste omissioni. Quasi tutta l'informazione mainstream (grande stampa e telegiornali) considera la vaccinazione una sorta di dovere patriottico, e squalifica qualsiasi obiezione o dubbio come una sorta di diserzione. Un clima così non si è mai avuto in Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale».Aggiungo io: un clima così sarebbe giustificato se davvero bastasse vaccinare tutti per spegnere l'epidemia, ma come spiega Ricolfi e come ormai è evidente anche da ciò che sta accadendo in Paesi come Israele, il vaccino da solo non basta. Aiuta, ma non ferma il contagio. E misure come il green pass, che danno l'illusione di un'immunità che non c'è, paradossalmente rischiano di farlo diffondere ancora di più, perché a spingere il virus a volte è la convinzione che sia bastato porgere il braccio all'infermiere per essere al sicuro. Ma da sole le iniezioni non bastano.