2021-01-25
La gestione pandemica di Biden lascia a desiderare
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Poco dopo essere entrato in carica, il neo presidente americano ha reso noti i punti salienti della propria strategia di contrasto alla pandemia. Un elemento importante: non solo perché il Covid-19 continua a mietere vittime oltreatlantico, ma anche perché - durante la campagna elettorale - la gestione della pandemia ha sempre costituito il cavallo di battaglia dell'allora candidato democratico.Ricordiamo infatti tutti come Biden - spalleggiato dalla maggioranza dei mass media - accusasse ripetutamente Donald Trump di incompetenza in materia. E, del resto, i sondaggi hanno frequentemente registrato come, sulla questione pandemica, gli elettori tendessero a fidarsi molto più di Biden che dell'allora inquilino della Casa Bianca. Eppure, ora che è nella stanza dei bottoni, il neo presidente sembra iniziare a riscontrare qualche problema sul tema. Negli scorsi giorni, Biden ha annunciato che vi sarà un aumento dei test e che ricorrerà al Defense Production Act per incrementare la produzione di materiale sanitario. Il neo presidente ha tra l'altro dichiarato che obiettivo dell'amministrazione sia quello di arrivare a somministrare cento milioni di vaccini entro la fine di aprile. Fin qui tutto bene. Almeno in apparenza. Eh sì, perché – nonostante i miracoli promessi in campagna elettorale – alla fine è un po' pochino quello che Biden sta mettendo in campo. Tanto che è stato lo stesso neo presidente a mettere in un certo senso le mani avanti. Biden ha infatti detto che "la brutale verità è che ci vorranno mesi" prima che la maggior parte degli americani venga vaccinata. "Questa è un'impresa da tempo di guerra", ha aggiunto. Non pago, nelle scorse ore l'inquilino della Casa Bianca ha inoltre affermato:"Non c'è niente che possiamo fare per cambiare la traiettoria della pandemia nei prossimi mesi". Quindi, se capiamo bene, siamo passati dalla retorica secondo cui la pandemia in America era fondamentalmente tutta colpa di Trump a un fatalismo per cui bisogna accettare la situazione così com'è. E questo, nonostante Biden si fosse presentato in campagna elettorale come il candidato che avrebbe radicalmente mutato la situazione sanitaria negli Stati Uniti.Tra l'altro, è chiaro che i vari provvedimenti annunciati potranno vedere la luce soltanto a patto che il Congresso approvi in fretta il nuovo pacchetto di aiuti economici per la lotta al coronavirus: pacchetto che, ricordiamolo, dovrebbe sfiorare i due trilioni di dollari. Un elemento essenziale, anche per finanziare altri due provvedimenti di natura sociale che il neo presidente ha da poco siglato: l'aumento del salario minimo per i dipendenti federali a 15 dollari all'ora e forme di assistenza per i poveri a rischio fame. Esattamente come Trump, Biden capisce ora che cosa significhi governare con un Congresso che mette i bastoni tra le ruote alla Casa Bianca. Ricordiamoci del resto come la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, si fosse opposta, nei mesi precedenti alle elezioni presidenziali, di arrivare a un compromesso con i repubblicani per il pacchetto di aiuti sul Covid-19. Lo stesso decreto, emanato da Biden, sull'obbligo di indossare mascherine vale esclusivamente per le proprietà federali. Eh sì, perché – così come in materia di lockdown – il presidente, anche lo volesse, non è onnipotente, ma deve fare i conti con l'autonomia dei singoli Stati. Peccato che questo "dettaglio" sfuggisse a molti commentatori quando nello studio ovale sedeva Trump.Ma non è finita qui. Perché, come riportato da The Hill il 23 gennaio, una serie di esperti sta mettendo il presidente sotto pressione per aumentare le dosi di vaccino da somministrare: sembrerebbe infatti che la sua promessa di somministrare cento milioni di dosi in cento giorni non differisca granché dal ritmo attuale. Di tale avviso sarebbe, tra gli altri, Eric Topol, professore di medicina molecolare presso lo Scripps Research Institute. Se dunque così stanno le cose, dove sarebbe esattamente l'eclatante novità rispetto alla tanto contestata gestione di Trump? Se il ritmo delle vaccinazioni resta grosso modo lo stesso e la traiettoria del virus "non può cambiare", qual è in definitiva l'apporto di Biden alla risoluzione del problema? Chiediamo questo, non perché si sia convinti che esista la bacchetta magica, per carità. Ma, come detto, l'attuale presidente ha fatto una campagna elettorale quasi esclusivamente sul presentarsi come il candidato migliore per gestire la pandemia. E con la maggior parte dei media (americani e nostrani) che avvaloravano acriticamente questa narrazione. Almeno Trump, pur tra molti errori e incongruenze, il vaccino - grazie all'Operazione Warp Speed - lo ha ottenuto. Vedremo alla prova dei fatti che cosà sarà in grado di ottenere Biden.
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)