2025-05-13
Berlino tifa contro l’Opa Berlusconi
Il gruppo Ppf annuncia una proposta per acquisire la tv tedesca Prosieben a 7 euro per azione. Supera quella presentata da Mfe ed è vista di buon occhio in Germania.C’è un cigolio insistente che arriva dalla Germania. È quello della porta chiusa in faccia all’Italia. Prima verso Unicredit che sta scalando Commerzbank e ora contro il gruppo Berlusconi. Nella partita per il controllo di Prosiebensat uno dei colossi televisivi del mondo tedesco, il cuore della Mitteleuropa guarda a est. Non verso il Mediterraneo. Il consiglio di sorveglianza dell’emittente tedesca ha accolto con favore l’Opa lanciata dal gruppo ceco Ppf, respingendo di fatto Mfe il gruppo erede di Mediaset, oggi guidato da Pier Silvio Berlusconi.Un affronto? Un pregiudizio? O forse una dimostrazione lucida di come l’Europa del Nord veda ancora gli investitori italiani come ospiti non graditi?Il dato di fatto è chiaro: l’offerta di Ppf, azionista con il 15% della società, è stata accolta con entusiasmo dal management tedesco. L’operazione è tecnicamente ineccepibile: un’Opa parziale, fino al 29,99% del capitale, senza volontà dichiarata di prendere il controllo, ma con un chiaro obiettivo strategico di appoggiare l’attuale governance. Ppf mette sul piatto 7 euro per azione, tutti in contanti, un’offerta che ha messo subito le ali al titolo Prosiebensat (+20%) portandolo a superare i 7,05 euro, mentre l’offerta italiana si ferma a 5,74 euro, per metà in azioni Mfe e per il resto in contanti. Il mercato ha parlato chiaro: ha scelto Praga. E ha ignorato Cologno Monzese. Ma il punto non è solo economico. La posta in gioco è strategica, simbolica, perfino culturale.Ppf – la holding fondata dal miliardario Petr Kellner, oggi controllata dai suoi eredi – ha giocato con maestria. Ha fatto ciò che in Borsa funziona sempre: ha dato certezze. Un’offerta interamente in contante, un impegno di lungo termine, il sostegno esplicito alla strategia dell’attuale amministratore delegato Bert Habets,. L’ennesimo segnale di come il capitalismo tedesco ami l’ordine, la prevedibilità, la gradualità. E diffidi dei «grandi fratelli» venuti da sud.Mfe, invece, ha tentato un’altra via. Dopo sei anni di investimento paziente, iniziato nel 2019 con un 9,6% nel capitale, ha deciso finalmente di «rompere gli indugi». Con il 30% già in tasca, ha lanciato venerdì l’Opa per salire ancora e incidere davvero nella governance. Mfe vuole rafforzare Prosieben, portarla verso un’integrazione europea dei media. Invece resta rappresentante di un’Italia che ancora non riesce a entrare nei salotti buoni della finanza continentale. Qui non si gioca solo una partita di capitali. Si gioca una questione di fiducia. O, peggio ancora, di sfiducia. L’Italia – nonostante la sua storia industriale, la sua creatività e la sua capacità imprenditoriale – continua a pagare il prezzo di una reputazione sbiadita nei corridoi dell’alta finanza europea. Il fatto che il consiglio di Prosieben abbia esplicitamente benedetto l’offerta di Ppf è il segnale più chiaro di tutti: non è una questione di chi offre di più, ma di chi ispira più fiducia. L’establishment tedesco non vuole l’abbraccio troppo stretto del Biscione. Preferisce il profilo basso, l’approccio graduale e controllato del capitale dell’Est. Mfe adesso è davanti a un bivio. Potrebbe rilanciare, alzando l’offerta, oppure cercare altre strade. Ma senza più la narrativa di voler creare «il campione europeo dei media». Quella narrativa che sembrava affascinare tanto gli esperti del settore quanto gli analisti di Borsa.C’è poi un altro aspetto da non sottovalutare. L’offerta di Ppf arriva in un momento in cui l’Europa dei media è in fermento. Le piattaforme digitali stanno dilagando, la pubblicità migra sempre più verso i colossi del web, e le emittenti tradizionale cercano alleanze. In questo scenario, il confronto per Proiebsen è uno dei pochi tentativi seri di costruire un polo europeo. Ma se l’Italia viene messa da parte, resta il dubbio: chi guiderà davvero questo polo? E con quale visione? Niente da dire L’Europa non tollera inflessioni mediterranee.
Ecco #DimmiLaVerità del 16 ottobre 2025. Ospite il deputato della Lega Davide Bergamini. L'argomento del giorno è: "La follia europea dei tagli all'agricoltura e le azioni messe in campo per scongiurarli".