2024-03-13
Pur con le catastrofi, Generali alza la cedola
L'ad di Generali Philippe Donnet (Imagoeconomica)
Gli eventi naturali hanno impattato per 1,127 miliardi, ma i profitti sono aumentati del 14% e garantiscono quasi due miliardi agli azionisti. L’ad Philippe Donnet non si sbilancia sulla ricandidatura e auspica modifiche al ddl Capitali sulle norme per nominare il cda.Quest’anno gli azionisti delle Generali riceveranno un dividendo di 1,28 euro, più ricco del 10,3%, per un’erogazione complessiva di quasi due miliardi. Lo ha annunciato ieri il gruppo assicurativo guidato da Philippe Donnet che ha presentato i conti del 2023 archiviati con risultato operativo e utile record. I premi lordi risultano in aumento del 5,6% a 82,5 miliardi grazie al significativo sviluppo del ramo Danni (+12%). Il risultato operativo sale a 6,9 miliardi (+7,9%) e l’utile netto normalizzato del 14% a 3,575 miliardi. L’utile netto balza a 3,74 miliardi (dai 2,23 miliardi del 2022) consentendo così di staccare ai soci un assegno complessivo di quasi due miliardi. I vertici del Leone centrano, inoltre, il target del piano triennale sulle cedole che prevedeva una forchetta cumulata di 5,2 e 5,6 miliardi (a maggio si raggiungeranno 5,5 miliardi), oltre al buyback da 500 milioni che partirà nel 2024. «Il dividendo era 80 centesimi nel 2016 quando sono stato nominato Ceo, e poi è sempre cresciuto, in tutto del 60%», ha spiegato l’ad Donnet. Che è già al lavoro sul nuovo piano industriale: «Lo presenteremo a inizio 2025», ha detto ieri. Interpellato invece su una sua nuova candidatura al timone delle Generali - dato che l’attuale cda scade nella primavera del 2025 - il manager non si è sbilanciato: «Come squadra di management siamo molto focalizzati su quello che dobbiamo fare oggi. Ottenere risultati di questa qualità con un contesto così sfidante non è facile. Dobbiamo continuare a performare così fino alla fine del piano, il contesto non sarà facile nel 2024». Poi Donnet ha ricordato che il gruppo ha implementato con successo quasi tre piani sempre con eventi inaspettati, come la Brexit, la pandemia, le guerre in Ucraina e Israele, il rialzo dei tassi, l’inflazione e il cambiamento climatico. «E anche quest’anno abbiamo ottenuto un risultato record nonostante il costo delle catastrofi, 1,127 miliardi, un livello mai raggiunto fino ad oggi. Ecco perché dobbiamo essere focalizzati sia sul presente sia sulla preparazione del futuro». Incalzato sul fronte della governance e su quello della dialettica coi soci, l’ad ha infine sottolineato che la compagnia triestina ha «un ottimo cda che rappresenta tutti gli azionisti e ha il doppio ruolo di appoggiare, supportare e aiutare l'azione del management ma anche quello di fare challenge allo stesso management. Mi sembra giusto che si veda che, grazie a questa nuova dialettica, siamo stati capaci di fare ottimi risultati, di remunerare gli azionisti, di fare M&A e di ottenere ottimi risultati. Questi sono frutto del lavoro di squadra». Lo scorso 4 marzo, ricordiamolo, Donnet aveva auspicato che il governo possa utilizzare la delega per riscrivere in modo giusto l’articolo 12 del Ddl Capitali sulle nuove regole per la nomina del cda nelle società quotate perché «un piccolo azionista di minoranza con una quota infima potrebbe arrivare ad avere il 20% dei consiglieri». Le istanze del mercato «sono, sono state e saranno sempre oggetto di massima considerazione«, aveva replicato a stretto giro il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, aggiungendo che la delega che consentirebbe una modifica del controverso articolo «è molto ampia» e ricordando che l’articolo 12 non entra in vigore fino al primo gennaio 2025. In tempo, comunque, per l’assemblea di Generali che l’anno prossimo sarà chiamata a rinnovare l’intero board, nominato due anni fa al termine di una battaglia all’ultimo voto in assemblea tra la lista presentata dal gruppo Caltagirone e dalla Delfin della famiglia Del Vecchio e quella, poi prevalsa, supportata da Mediobanca. Non a caso meno di un mese fa è stato il ceo di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, a sostenere che l’articolo 12 sarà un provvedimento difficile da applicare e per farlo serviranno interventi correttivi. Sulla stessa linea si muove Donnet. Ieri, intanto, il titolo del Leone ha chiuso la seduta in Piazza Affari con un rialzo dello 0,54% a 22,42 euro.
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