2024-09-27
Su Roma Tre la politica abbaia ma non morde
Rampelli attende la risposta della Bernini all’interrogazione sul «Laboratorio» gender: il ministero sta verificando la congruità dell’uso dei soldi pubblici. Pure il Garante dell’infanzia nel Lazio indaga. Ma intanto, domani l’evento si terrà. Fdi valuta un picchetto.Tanto tuonò che, almeno per adesso, non piovve. Sul «Laboratorio per bambin* trans e gender creative» di Roma Tre si sono mossi il ministero dell’Università, un assessore della Regione Lazio, il Garante per l’infanzia del Lazio, il vicepresidente della Camera di Fratelli d’Italia. Ma i risultati non si vedono. Così, salvo sorprese, domattina l’ateneo aprirà le porte a ragazzini dai 5 a 14 anni. Ascolterà le loro esperienze sessualmente non conformi e li impegnerà in attività ispirate al metodo Montessori - povera Maria Montessori. Ovviamente, ci ha tenuto a precisare giovedì il rettore, Massimiliano Fiorucci, con il consenso dei loro genitori. Ah, beh: non li hanno manco rapiti, allora tutto a posto. Attende una risposta l’interrogazione, rivolta al ministro Anna Maria Bernini, di Fabio Rampelli, esponente di Fdi e numero due di Montecitorio. Il Mur sta ancora cercando di capire che collegamento ci sia tra l’iniziativa e il bando per cui sono stati erogati finanziamenti statali. L’ateneo ha escluso nessi, ma secondo il dicastero la questione non è chiusa. Il punto è se i fondi siano stati ricevuti per qualcosa ma siano stati usati per qualcos’altro. È quello che sostiene Azione Universitaria, il cui presidente, Federico Palermo, ha spiegato che l’intento originario doveva essere di condurre «uno studio empirico finanziato che doveva analizzare l’odio online sulla vita quotidiana degli adolescenti e che non aveva alcuna attinenza alla sfera sessuale o teoria del gender o identità fluida».Sarebbe persino peggio se fosse tutto regolare: significherebbe che, in Italia, il denaro che proviene dai sacrifici dei contribuenti può essere tranquillamente utilizzato per fare il lavaggio del cervello sulla transessualità ai bambini. Dal ministero ci tengono a ricordare che l’attività di ricerca, tutelata dalla Costituzione, è libera. Ci mancherebbe. Ma la libertà della ricerca deve pur incontrare dei limiti; e quale limite ha più senso del rispetto dei minori?L’assessore alla Scuola e alla formazione del Lazio, Giuseppe Schiboni, aveva riferito di essersi confrontato con Monica Sansoni, Garante dell’infanzia, la quale, a sua volta, «ha preso contatti con il rettore dell’università, al fine di acquisire maggiori informazioni sulle attività» in programma. «Sarà mia cura approfondire il target, nonché la mission, di questo progetto», ha promesso la funzionaria. La quale, tuttavia, ieri non ha risposto alla Verità, che le chiedeva quali esiti avesse prodotto l’inchiesta. Insomma, qui si rischia di abbaiare e non mordere. Di arrivare a babbo morto. O, peggio, di darsi la zappa sui piedi, prestandosi al gioco di chi assicura che certe bizzarrie sono in realtà normalissime attività di studio.Mentre la politica e la burocrazia indagano, esaminano, verificano, approfondiscono, l’unico intervento concreto, ancorché puramente simbolico, potrebbe essere quello di Azione Universitaria, che starebbe pensando di organizzare una manifestazione fuori l’ateneo. Non che a sinistra si stiano facendo in quattro per difendere il «Laboratorio» della dottoressa Michela Mariotto. È scesa timidamente in campo qualche testata, tipo Fanpage, mentre il Movimento 5 stelle ha schierato la deputata Gilda Sportiello - non proprio una prima linea - per diramare un comunicato di retoriche contestazioni al governo transfobico di destra, in lotta «per continuare a sottrarre diritti alla comunità Lgbtqia+ scagliandosi contro le persone trans». Giorgia Meloni & C. avrebbero «paura della libera esistenza di bambini e bambine che chiedono solo di essere visibili per questo Stato».Tra la disputa burocratica sui fondi e le lezioncine dei sedicenti esperti, pare stia andando perduta la bussola del buon senso. Il buon senso prescrive di lasciare in pace i bimbi, di lasciarli maturare senza forzature e interferenze. Senza obbligarli a giocare coi soldatini se preferiscono giocare con le bambole, certo; ma anche senza che un adulto imbevuto di qualche «teoria critica» provi a convincerli che sono «gender creative», che sono capitati nel corpo sbagliato, che devono rifiutare il binarismo sessuale. Sì, è il buon senso che sembra sia andato perduto, se tocca leggere il rettore Fiorucci che farnetica di «bambini e ragazzi con un’espressione o identità di genere non normativa, clinicamente riconosciuti dall’Oms». Ma come si esprimono costoro? Quale linguaggio usano? In quale mondo vivono? Forse, gli unici che meritano di andare in un laboratorio, magari sdraiati su una poltroncina di pelle accanto a uno specialista, sono quelli di Roma Tre.
(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».
Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella (Ansa)
Giorgia Meloni e Donald Trump (Getty Images)