2024-01-10
Gelo tra Gerusalemme e Washington. Blinken: «Basta vittime civili a Gaza»
Incontro teso tra il segretario di Stato Usa e Benjamin Netanyahu. Il ministro degli Esteri britannico: «Israele potrebbe aver violato il diritto internazionale». L’Onu visiterà il Nord della Striscia. Ucciso un altro leader di Hezbollah.Secondo la stampa israeliana, l’incontro di ieri tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato americano Antony Blinken non è andato affatto bene. Per Times of Israel, «un possibile segno di disaccordo emerge dal fatto che l’ufficio del primo ministro non ha rilasciato una lettura dell’incontro, pratica solitamente adottata. Inoltre, si è rifiutato di fornire aggiornamenti sull’incontro di Blinken con il gabinetto di guerra». Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha invece dichiarato che durante l’incontro «Blinken e Netanyahu si sarebbero confrontati sugli sforzi in corso per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e l’importanza di aumentare l’assistenza umanitaria per raggiungere i civili a Gaza». Inoltre, per il Dipartimento di Stato Blinken «avrebbe esortato Netanyahu a evitare di infliggere ulteriori danni ai civili a Gaza», oltre a ribadire «la necessità di garantire una pace duratura e sostenibile per Israele e la regione, compresa la realizzazione di uno Stato palestinese». In ogni caso, su richiesta Blinken, Israele permetterà a una delegazione dell’Onu di visitare la parte settentrionale della Striscia di Gaza, in modo da verificare lo stato delle infrastrutture e di valutare i bisogni dell’area. Ieri un alto comandante di Hezbollah, ritenuto responsabile di numerosi attacchi con droni contro il Nord di Israele negli ultimi mesi, inclusi gli attacchi di ieri al quartier generale del Comando Nord delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Safed, è stato eliminato in un attacco aereo israeliano nel Sud del Libano. Ali Hussein Barji, il capo delle forze aeree di Hezbollah nella regione meridionale del Libano, è stato colpito da un missile mentre si trovava a bordo di un’auto nella città di Khirbet Selm, poco prima del funerale dell’alto comandante di Hezbollah Wissam al-Tawil, ucciso dagli israeliani lunedì. Gli Hezbollah, invece, hanno rivendicato la responsabilità di un attacco con un drone lanciato dal Libano contro la base del Comando Nord dell’Idf a Safed. Secondo il Times of Israel, l’Idf ha ammesso l’attacco, precisando che «non ha causato danni né feriti». Diversi missili intercettori «hanno preso di mira vari bersagli aerei» che erano penetrati nello spazio aereo israeliano. Ieri è tornato a parlare Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran: «La vittoria della resistenza palestinese e la sconfitta del dannato e maligno regime sionista nella guerra a Gaza si stanno materializzando e non sono troppo lontane. Il regime sionista non ha raggiunto alcuno dei suoi obiettivi, che erano smantellare Hamas, rimuovere il popolo di Gaza e combattere contro la resistenza». Dopo qualche giorno di silenzio è tornato a parlare anche «l’uomo da cinque miliardi dollari», ovvero il capo dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che da Doha (Qatar), dove ha partecipato alla conferenza dell’Unione internazionale degli studiosi musulmani, ha parlato degli ostaggi e non solo. Secondo Haniyeh, «Israele non sarà mai in grado di recuperare tutti i suoi ostaggi tenuti a Gaza a meno che non rilasci tutti i nostri prigionieri nelle sue carceri». Poi ha nuovamente giustificato le stragi del 7 ottobre 2023: «Abbiamo agito in conseguenza dei tentativi di emarginare la questione palestinese e nonostante il prezzo elevato, i massacri e la guerra di sterminio, il nemico non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi nella guerra, che sono l’eliminazione delle fazioni di resistenza, il recupero degli ostaggi e lo sfollamento dei palestinesi di Gaza verso il territorio egiziano». Ieri la Polizia israeliana ha interrotto il passaggio del convoglio delle famiglie degli ostaggi israeliani in direzione del valico di Kerem Shalom. Circa 30 persone sono state fermate ad Avshalom, nelle vicinanze del valico. I familiari degli ostaggi stavano richiedendo che l’assistenza umanitaria fosse subordinata al rilascio dei prigionieri e alla possibilità che la Croce rossa potesse visitarli durante la loro detenzione. A Gaza la guerra continua e l’Idf sta ampliando le operazioni a Khan Yunis, roccaforte di Hamas nel Sud della Striscia. Il portavoce dell’Idf, Danel Hagari, ha dichiarato che durante gli attacchi, sono stati uccisi almeno 40 terroristi, e sono stati scoperti importanti ingressi di tunnel insieme a considerevoli quantità di armi. A Maghazi, le truppe hanno individuato e neutralizzato operativi della brigata di Hamas, mentre la marina israeliana ha colpito postazioni militari, magazzini di rifornimento e barche utilizzate dalla forza navale di Hamas. Poi Hagari ha annunciato «la scoperta del più grande sito di fabbricazione di armi di Hamas» dall’inizio della guerra. Secondo l’Idf, «originariamente questo sito era stato progettato come impianto industriale, ma poi è stato trasformato in depositi per l’assemblaggio e lo stoccaggio di razzi». Infine, in serata il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha dichiarato che Israele potrebbe aver intrapreso azioni tali da violare il diritto internazionale a Gaza, anche se poi ha precisato «di non avere ricevuto indicazioni esplicite su eventuali violazioni».
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)