2024-01-12
Sui gay l’Africa dice no a Bergoglio, che cede: da voi niente benedizioni
Fridolin Ambongo Besungu e Papa Francesco (Ansa)
I pastori del Continente nero, guidati da Fridolin Ambongo Besungu, ignoreranno nei fatti la Dichiarazione. Rimanendo comunque in comunione con il Santo Padre.«Noi vescovi africani, non riteniamo opportuno che l’Africa benedica le unioni omosessuali o le coppie dello stesso sesso». Con questa conclusione, fatta salva ovviamente la libertà di ogni singolo vescovo nella sua diocesi, le chiese d’Africa si sono espresse ufficialmente a una sola voce, quella del cardinale Fridolin Ambongo Besungu (per volere proprio di papa Francesco, nel 2019), arcivescovo di Kinshasa, presidente del Secam (Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar).La notizia è comparsa ieri direttamente su Vatican news, il portale ufficiale delle comunicazioni della Santa Sede e la lettera diffusa dal cardinale Ambongo si apre sottolineando che il comunicato «ha ricevuto il consenso di Sua Santità papa Francesco e di Sua Eminenza il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la dottrina della fede». Dopo l’esplicita resistenza di singole conferenze episcopali, ricordiamo quelle della Ghana, Zambia, Malawi, Nigeria, Togo, Benin, Camerun, Zimbabwe, Ruanda, Angola, Mozambico, Sao Tomè e Gabon, era attesa questa sintesi unitaria richiesta peraltro dallo stesso cardinale Ambongo. Ed ora ecco che la chiesa cattolica di un intero continente si sfila dalle discusse benedizioni extraliturgiche per coppie «irregolari», e non lo fa un continente qualsiasi, ma la «periferia» della Chiesa più rilevante per demografia e per vivacità della fede.Ricordiamo che all’inizio del 2023 il Center for applied research in the apostolate (Cara) - un centro di ricerca statunitense senza scopo di lucro che conduce studi scientifici sociali sulla Chiesa cattolica - ha rilevato che il Paese al mondo con più partecipanti alla Messa sarebbe la Nigeria e a seguire un altro Paese africano, il Kenya. Il comunicato del cardinale presidente del Secam dice anche ciò che la Dichiarazione Fiducia supplicans e il successivo chiarimento del prefetto cardinale «Tucho» Fernández non avevano esplicitato. Richiamandosi al Catechismo della Chiesa cattolica, le Conferenze episcopali d’Africa hanno sottolineato «gli atti omosessuali come “intrinsecamente disordinati” (Congregazione per la Dottrina della fede, Dichiarazione Persona Humana, n. 8) e contrari alla legge naturale. Questi atti, considerati come chiusura dell’atto sessuale al dono della vita e non procedenti da un’autentica complementarità affettiva e sessuale, non devono essere approvati in nessun caso». Fermo restando che «le persone con tendenze omosessuali devono essere trattate con rispetto e dignità».Qualcuno si attendeva che la richiesta di una posizione unitaria dell’Africa avanzata proprio dal cardinale Ambongo mirasse in qualche modo a depotenziare le dichiarazioni delle singole conferenze episcopali, invece, la posizione unitaria espressa ieri testimonia che in Africa hanno tenuto il punto. È stata così forte la pioggia di chiarimenti finita direttamente sul tavolo del Papa a Santa Marta (La Verità è a conoscenza di diverse missive di singoli cardinali, peraltro non solo africani, che sono state inviate a Francesco saltando a piè pari l’ufficio di Tucho Fernández) che a finire depotenziata è stata proprio Fiducia Supplicans.La comunicazione che in Africa le benedizioni extraliturgiche per coppie dello stesso sesso non si faranno, con tanto di approvazione del Papa, è chiaramente un segno che alla fine non c’è nulla di imposto in Fiducia supplicans. È vero che la Dichiarazione lasciava un po’ di margine alla valutazione del singolo vescovo, ma questo niet dell’Africa ratifica un mezzo fallimento. A onor del vero va anche detto che questa è un po’ una linea del Pontificato, da sempre impegnato ad aprire processi più che a occupare spazi e a promuovere un cattolicesimo legato ai contesti e alle situazioni, con grande spazio di autonomia lasciato appunto alle conferenze episcopali.Ma la presa di distanza dell’Africa è qualcosa di importante. Il prefetto Fernández ancora ieri, rilasciando un’intervista alla Stampa, nel tentativo di svincolarsi dalle critiche che lo hanno riguardato anche a proposito del suo libro sulla mistica degli orgasmi, ha rilevato ancora che il vero sacrilegio o blasfemia non sono le benedizioni, ma sarebbe «accettare che un essere umano sia incarcerato oppure ammazzato solo per il suo orientamento sessuale». Non parla direttamente dell’Africa, ma lo lascia pensare, visto che nel continente questo problema esiste, come peraltro aveva già sottolineato nel suo «comunicato» di chiarimento. Senza mai nominare l’Africa, Fernández aveva scritto del «caso di alcune Conferenze episcopali» in cui Fiducia Supplicans «deve essere compreso nel proprio contesto. In diversi Paesi ci sono forti questioni culturali e perfino legali che richiedono tempo e strategie pastorali che vanno oltre il breve termine». Più di qualcuno ha letto tra le righe il riferimento a una certa arretratezza degli africani, tanto che il cardinale Robert Sarah nel suo testo diffuso qualche giorno fa, in cui plaudeva alle conferenze episcopali che non avevano accettato di applicare le benedizioni alle coppie gay, ha risposto dicendo che «l’Africa ha una viva coscienza del necessario rispetto della natura creata da Dio. Non si tratta di apertura mentale e di progresso sociale come pretendono i media occidentali. Si tratta di sapere se i nostri corpi sessuati sono il dono della saggezza del Creatore o una realtà priva di significato, se non artificiale».Se il cardinale Fernándezrileva di dover intervenire a difesa dei diritti umani, cosa sacrosanta, ha molti altri mezzi per farlo, a partire dalla diplomazia vaticana, ma la resistenza africana a Fiducia Supplicans ha basi di natura dottrinale e poi pastorale. È su questo terreno che l’Africa ha deciso che le benedizioni di coppie gay non si faranno, tentare di trasformare una Dichiarazione della Dottrina della fede quasi in uno strumento politico per civilizzare ciò che si ritiene incivile ha il sapore della distrazione.Le benedizioni di «10-15 secondi» extraliturgiche per coppie irregolari non avverranno in Africa, mentre stanno già avvenendo in Germania, negli Stati Uniti, nel Nord Europa. È una chiesa a macchia di leopardo quella che si sta prospettando, qualcuno dice leopardata, ma forse è solo un po’ protestantizzata.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)