2025-07-06
Il problema di Gavi: oltre ai vaccini, il nulla
L’istituzione globale, che ha come secondo finanziatore Gates, non beneficerà più dei fondi Usa per scarsa trasparenza. Nelle aree sottosviluppate ha investito solo sulle immunizzazioni, ignorando questioni basilari quali igiene e nutrizione.Gavi the Vaccine Alliance è un partenariato sanitario globale pubblico-privato con l’obiettivo di aumentare l’accesso alle vaccinazioni nei Paesi poveri, in collaborazione con i governi, Oms, Unicef e Banca mondiale, le grandi compagnie farmaceutiche e -beninteso - la Fondazione Bill & Melinda Gates. Gavi ha lo status di osservatore presso l’Assemblea mondiale della sanità e contribuisce in modo sostanziale a finanziare anche l’Oms. Il vero dominus di Gavi è per l’appunto Bill Gates che, dopo l’Inghilterra, è il secondo contributor con circa 1.550 milioni di dollari. Apparentemente una società dedita al bene pubblico senza secondi fini. Questa la vulgata, ripresa in modo acritico e stupido dal mainstream dominante. Eppure, basterebbe fare un minimo di ricerca per scoprire come le maggiori riviste scientifiche hanno, da tempo, sviluppato un’articolata analisi critica che qui possiamo riassumere per sommi capi.Gavi è stata, infatti, accusata di aver conferito ai donatori privati uno straordinario potere nel decidere (unilateralmente) gli obiettivi di salute globale, per aver dato priorità a nuovi vaccini costosi, investendo meno denaro e sforzi nell’espansione della copertura con quelli già disponibili e maggiormente economici, per aver danneggiato i sistemi sanitari locali, per aver speso troppo in sussidi a (poche) grandi aziende farmaceutiche senza richiedere in contropartita la riduzione dei prezzi dei vaccini, e per i suoi (palesi) conflitti di interesse per ospitare i produttori di vaccini nel consiglio di amministrazione.Recentemente Gavi è, però, assurta agli onori delle cronache a seguito della sospensione dei finanziamenti Usa (terzo contributor). La decisione ha scatenato un coro di prefiche disperate che facendo ricorso all’ormai trito repertorio di insulti, hanno condannato la scelta di Trump, i pericoli per la sanità, e l’attacco alla scienza. Nulla di più ipocrita. Infatti, se i finanziamenti sono stati sospesi è proprio perché Gavi si è rifiutata di sottoporre all’amministrazione Usa la documentazione scientifica relativa ai vaccini ed altre iniziative sostenute nel corso degli ultimi cinque anni. Siamo tutti in attesa di capire quali straordinari risultati abbia conseguito il programma di Bill Gates ma, a quanto pare, dovremo attendere (a lungo).Qualche dubbio sulla reale bontà di questi programmi è, per la verità, emerso da tempo. Un caso di scuola è quello del vaccino anti-pneumococcico. Le aziende Glaxosmithkline (Gsk) e Pfizer hanno ricevuto da Gavi finanziamenti sostanziosi, nonostante le due multinazionali avessero applicato importanti «ricarichi». Particolare: lo stesso farmaco veniva prodotto a un costo inferiore di circa il 40% da piccole aziende indiane. Il duopolio - realizzato nei fatti grazie all’endorsement di Gavi - ha imposto prezzi inavvicinabili per i Paesi a medio reddito. Oggi, Gsk e Pfizer vendono annualmente a Gavi 30 milioni di dosi di vaccino anti-pneumococcico al prezzo di 2 sterline (l’alternativa prodotta dal Serum institute of India costava 1,3 £), ricevendo contemporaneamente dalla stessa Gavi un sussidio di 137 milioni di sterline.Un’anomalia che, nonostante le richieste di enti governativi e scientifici, Gavi si è sempre rifiutata di spiegare. Ha gioco facile la rivista Nature, nel denunciare che il Piano d’azione globale per i vaccini (Gvap) ideato da Gates, piuttosto che promuovere nuovi vaccini, avrebbe dovuto concentrarsi su strategie per distribuire i vaccini già esistenti e meno costosi. Inoltre, l’effettiva utilità del progetto era comunque compromessa dalla mancanza di infrastrutture critiche nei Paesi più poveri (trasporti, catena del freddo, assenza di personale infermieristico). Per questo Gavi ha cominciato ad interessarsi per intervenire sulla governance globale dei sistemi sanitari, finanziando l’Health systems strengthening program (Hss).La classica foglia di fico, utile a mascherare il vero obiettivo costituito dal rafforzamento delle campagne di immunizzazione. In questo modo, il parametro di valutazione delle campagne sanitarie.Facciamo un esempio: la mortalità per morbillo è in Europa di circa 1 caso ogni milione di malati. In Africa la percentuale sale a circa il 15% dei bambini colpiti. Dove sta la differenza, dato che il virus in oggetto è sempre lo stesso? Nel fatto che la malnutrizione endemica stravolge il decorso e la prognosi della malattia. Sradicare il morbillo non può né deve basarsi solo sull’incremento del tasso vaccinale, perché fintantoché non risolveremo le necessità veramente basilari dei bambini, questi continueranno a morire per una miriade di cause che sono soltanto secondarie rispetto al problema essenziale: nutrirli in modo adeguato.La preponderanza dei finanziamenti per malattie specifiche tramite soluzioni uniche - il vaccino - avviene a scapito di altre modalità di finanziamento che hanno maggiore impatto nel promuovere piani sanitari nazionali coerenti con le esigenze specifiche del Paese. Il programma viene presentato come «soluzione tecnica», rivestendolo della giusta retorica condita con argomenti basati sulla economicità e il salvataggio di vite umane. Temi difficili da contestare, ma che mancano di reale sostanza, rimuovo la complessità delle situazioni specifiche ed evitano di cimentarsi con le malattie «non trasmissibili» (cancro, diabete, patologie cardiovascolari) che costituiscono la vera sfida delle società moderne.Nei fatti, l’adozione della strategia Gates ha finito per legittimare quelle stesse pratiche: finanziamenti privati, iniziative basate tutte sulle vaccinazioni e focalizzazione limitata a pochi parametri di efficacia, ovvero azioni che hanno contribuito a decimare i sistemi sanitari dei paesi poveri. Come rilevato dalla prestigiosa rivista Bmj, Gavi ha sempre sostenuto soluzioni tecniche semplicistiche, basate sull’adozione di «proiettili magici» (i vaccini), illudendo che si potesse così risolvere le disuguaglianze sanitarie globali. È scandaloso che i politici siano all’oscuro di questa realtà, ed ancor più vergognoso che quei colleghi che ben la conoscono tacciano. Gavi è solo un (efficiente) promotore di poche grandi aziende farmaceutiche. A cui si affiancano quelle promotrici della Intelligenza Artificiale che, secondo Gates, dovrebbero dedicarsi alle nazioni povere «per migliorare il benessere delle comunità a livello globale». Il progetto, è sempre Bmj che parla, «è destinato a proseguire la tendenza egemonica della Fondazione Gates in materia di salute globale. Domanda finale: perché l’Italia dovrebbe finanziare questa roba qua? Speriamo che qualcuno risponda.
(Ansa)
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