2020-11-18
Gaudio dura meno di un giorno: «Mia moglie non viene a Catanzaro»
Eugenio Gaudio (Silvia Lore/NurPhoto via Getty Images)
La guerra tra M5s, Pd e Leu fa cadere il terzo incaricato alla Sanità calabra in 10 giorni. Gino Strada smentisce il governo: «Nessuna proposta». Nino Spirlì contrario al guru di Emergency: «Devono passare sul mio corpo».L'ex rettore della Sapienza ottenne un riconoscimento nella città dello Hubei a ridosso dello scoppio della pandemia. In Italia è anche consigliere del ministro dell'Università.Lo speciale contiene due articoli.Strada facendo troverai, un commissario in mezzo al cielo. Lo scandalo dei commissari usa e getta alla sanità in Calabria mette a nudo l'assoluta inadeguatezza del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del premier Giuseppe Conte. Altro che affrontare l'emergenza coronavirus: i giallorossi non sono capaci neanche di evitare di essere travolti dal ridicolo, mentre Gino Strada aspetta di capire se davvero l'esecutivo ha intenzione di affidargli un ruolo oppure sta usando il suo nome solo per un po' di propagandismo da quattro soldi. Ieri è saltato, dopo 24 ore dalla nomina, il terzo commissario alla sanità in Calabria nel giro di pochi giorni. L'ex rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, ha rinunciato al suo incarico per «motivi personali»: «Mia moglie», dice Gaudio a Repubblica, «non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare. Sarebbe una sfida importante, ma la famiglia per me è un valore. Sono sempre colpito dall'imbarbarimento della politica. Il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per il mio presunto abuso di ufficio». Gaudio si riferisce all'inchiesta che lo vede indagato dalla procura di Catania nell'ambito dell'inchiesta su concorsi taroccati. È evidente che il problema è tutto politico, e che il governo guidato da Conte rischia seriamente di andarsi a insabbiare sulle coste calabresi, travolto dalla guerra tra il M5s, o almeno buona parte di esso, che punta su Strada, e Speranza, che non ne vuole sapere. A sottolinearlo, ci ha pensato il capo delegazione del M5s e ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: «I ministri del Movimento hanno fin qui accolto, con spirito di collaborazione e coesione, le indicazioni dei competenti dicasteri. Adesso però il tempo è scaduto: in un momento delicato come quello attuale, la Calabria deve poter contare quanto prima sulle migliori energie e professionalità in circolazione. Occorre procedere senza ulteriori passi falsi, iniziando innanzitutto dal definire i compiti di chi, come Gino Strada, ha manifestato la propria disponibilità». Gaudio, dicevamo, è il terzo commissario alla sanità nel giro di pochi giorni: la scorsa settimana Saverio Cotticelli si è dimesso dopo essere stato protagonista di una intervista incredibile, al suo posto Speranza ha nominato Giuseppe Zuccatelli, candidato nel 2018 alla Camera da Leu, il partito del ministro della Salute, che a sua volta è andato via dopo poche ore, quando è spuntato un video risalente al 27 maggio, nel quale dice che «la mascherina non serve a un ca...o». Dichiarazioni ai limiti del negazionismo, che hanno portato all'addio di Zuccatelli e alla nomina di Gaudio, che però, dopo nemmeno 24 ore, si è accorto che la moglie non voleva trasferirsi da Roma a Catanzaro e ha lasciato Speranza senza commissario e i calabresi senza più speranze. Ieri, mentre si registrava il record di nuovi positivi nella regione, 680, si è consumata anche l'ennesima tragicommedia intorno al nome di Gino Strada, il fondatore di Emergency che una parte del M5s vorrebbe come commissario alla sanità calabrese. Nel pomeriggio, le solite e anonime «fonti di governo» fanno trapelare che Strada «non sarebbe disponibile» ad assumere il ruolo di commissario; pochi minuti dopo, lo stesso Strada smentisce le voci: «Leggo da un'agenzia di stampa che non sarei disponibile a fare il commissario in Calabria. Ribadisco», scrive sui social il medico, «perché evidentemente serve farlo ancora, che non ho ricevuto nessuna proposta formale e che comunicherò personalmente le mie decisioni attraverso i canali ufficiali se ci sarà qualcosa di reale e concreto da comunicare. Mi sembra che la situazione sia già abbastanza difficile per i cittadini calabresi», conclude Gino Strada, «senza che diventi anche grottesca». Una bella legnata al governo. Chi non ne può più è Nino Spirlì, il presidente facente funzioni della Regione: «Adesso si può dimettere il ministro Speranza. Non arriva la nomina di Strada perché dovranno passare sul mio corpo», aggiunge Spirlì a Radio 24, «non abbiamo più bisogno di commissari. Se arriva Strada ne prendiamo atto, dopo il tris facciamo poker. La Calabria non è l'Afghanistan, Non abbiamo bisogno di missionari di nessun tipo».La guerra tra bande nel governo non sembra avere fine. «La Lega», sottolinea Matteo Salvini, «chiede al governo di finire di scherzare con la salute dei calabresi: siamo alla farsa. Nel giro di poche ore hanno cambiato tre commissari alla sanità. Non si può scegliere un bravo medico, un bravo professionista calabrese per aiutare la sanità calabrese? Un nome tra tanti», propone Salvini, «il professor Pellegrino Mancini, responsabile regionale per i trapianti e un master in economia sanitaria».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gaudio-dura-meno-di-un-giorno-mia-moglie-non-viene-a-catanzaro-2648956948.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="premio-a-wuhan-nel-suo-curriculum" data-post-id="2648956948" data-published-at="1605645485" data-use-pagination="False"> Premio a Wuhan nel suo curriculum Un coraggioso profeta del dialogo in terre lontane e perigliose, come Pechino e Teheran, ma poi la moglie non lo fa andare a Catanzaro. Eugenio Gaudio, rettore uscente della Sapienza di Roma ed epatologo di fama, ha deciso di non giocarsi il fegato come commissario di governo alla Sanità calabrese. La sua nomina da parte del ministro Roberto Speranza è durata appena dodici ore e rende sempre più grottesca la vicenda, visto che siamo al terzo commissario che alza le mani in dieci giorni. A questo punto, o in Calabria la situazione è davvero spaventosa, oppure al ministero della Salute c'è un ministro che dovrebbe cambiare il titolo del suo libro in uscita con Feltrinelli, da Guariremo a Nomineremo. Ormai Speranza non sa davvero che pesci prendere, nonostante possa avvalersi del network e del decisionismo di uno come Massimo D'Alema. La prima scelta era stata l'ex generale Saverio Cotticelli, che alla prima intervista ha scoperto di dover attuare lui il piano per la pandemia. Fuori uno. Poi è toccato al bersaniano Giuseppe Zuccatelli, candidato trombato per Leu alle politiche 2018, che si era distinto per delle affermazioni naif sull'inutilità della mascherina («Non serve a un c….», disse a ImolaOggi). Poi, il compagno Speranza ha provato con il compagno Gino Strada, che però ha fiutato la trappola e si è detto disposto a dare una mano senza ruoli istituzionali, da vera Ong. Quindi ecco Gaudio, il barone dei baroni, classe 1956, che ha appena lasciato il posto di rettore della Sapienza a una donna, Antonella Polimeni, per la cui elezione l'Italia del politicamente corretto si è appena spellata le mani. E la Calabria anche. Diplomato al Conservatorio in pianoforte, grande amante di Chopin e del proprio predecessore Luigi Frati, Gaudio ci tiene sempre a far notare che lui, per evitare favoritismi, i suoi due figli li ha mandati a studiare in Inghilterra. Indagato da giugno 2019 insieme a una sessantina di persone per la solita storia di presunti favoritismi e concorsi truccati a Catania, l'ex Magnifico dovrebbe esserne uscito con onore. L'ala manettara del M5s aveva già iniziato a protestare per l'inchiesta, ma ieri mattina lo stesso Gaudio, che per altro è da mesi anche consigliere del ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, senza che nessuno avesse obiettato alcunché, ha reso noto che il suo avvocato gli aveva appena comunicato l'avvenuta richiesta di archiviazione. Ma visto che il 26 novembre 2018 Gaudio organizzò alla Sapienza un pomposo convegno in onore del (vivente) giurista Guido Alpa, maestro e storico dante causa professionale di Giuseppe Conte, ieri in Ateneo si scommetteva che la «lobby calabrese» avrebbe spalancato le porte all'attuale premier, quando lascerà Palazzo Chigi e la cattedra fiorentina. Intervistato da Repubblica, il chiarissimo Gaudio non solo ha tenuto a rispedire al mittente qualunque ombra sul proprio conto, ma ha anche spiegato il motivo del fulmineo passo indietro. Passo indietro che ha affermato di aver anticipato a Speranza, anche se dal ministero, un po' piccati, trapela il contrario. Insomma, il barone Gaudio ha dovuto piegare il capo di fronte alla baronessa Gaudio, almeno così racconta: «Avrei voluto provare, è un impegno gravoso ma mi sono sempre messo a disposizione del servizio pubblico. Ho trovato resistenze in casa e a questo mi piego». Però, Gaudio resta un uomo di mondo. Anzi, di molti mondi diversi. Per esempio, da cinque anni figura nel consiglio di amministrazione del Centro studi americani, presieduto dall'ex capo della polizia Gianni De Gennaro (calabrese come lui), e in compagnia di personaggi dal sicuro piglio atlantista come Marta Dassù, il prefetto Giuseppe Procaccini e l'ex ambasciatore Usa Ronald Spogli. Come rettore, però, passerà alla storia per aver siglato accordi di cooperazione con le università di Teheran e di Pechino. E nell'ambito dell'adesione dell'Italia al programma Via della Seta, il rettore Gaudio ha firmato con il parigrado di Pechino la nascita dell'Istituto italo-cinese. Città prescelta: la famosa Wuhan. Dove, tra l'altro, è stato insignito, il primo novembre, a ridosso dello scoppio della pandemia, del premio Honorary doctoral degree in Economics and Law dal governo della Repubblica popolare. Peccato, forse il commissario Gaudio avrebbe avuto i contatti giusti per scoprire com'è nata la pandemia cinese.
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Giancarlo Tancredi (Ansa)