
Per il «Financial Times», trattative in corso fra il Cremlino e alcuni Paesi per far riprendere le forniture. Bruxelles non smentisce, ma il dossier rischia di spaccare l’Europa. Kiev sempre più in crisi sul campo.Come già avvenuto a più riprese nel corso degli ultimi 35 mesi, ossia dal 24 febbraio 2022, il giorno in cui Vladimir Putin avviò l’invasione dell’Ucraina, l’Europa è in procinto di spaccarsi su una delle questioni principali che riguardano il conflitto e i rapporti con la Russia: la fornitura di gas da Mosca verso il Vecchio continente attraverso il suolo ucraino. Un tema spinoso su cui spesso i 27 Stati membri dell’Ue non hanno avuto una posizione condivisa e che è tornato di strettissima attualità in seguito a un’indiscrezione riportata ieri dal Financial Times. Stando a quanto scritto dal quotidiano economico finanziario britannico, che cita tre funzionari al corrente del contenuto dei colloqui diplomatici tra le parti, alcuni Paesi europei tra cui Germania, Ungheria e Slovacchia starebbero discutendo con il Cremlino un potenziale accordo per raggiungere la pace in Ucraina che prevederebbe la riapertura dei gasdotti e la ripresa delle importazioni di gas russo verso l’Europa, con l’obiettivo di ridurre il prima possibile i costi energetici. «Alcuni grandi Stati membri stanno facendo pressione sui prezzi dell’energia e questa è ovviamente una soluzione per ridurli», ha rivelato una delle fonti al Ft. La notizia ha immediatamente provocato una reazione di fastidio a Bruxelles e in particolar modo in quei Paesi dell’Est Europa che puntano a ridurre sempre più la dipendenza da Mosca per quanto riguarda l’energia. E mentre un funzionario ha confidato al Financial Times che si tratterebbe di una follia dicendo: «Quanto dobbiamo essere stupidi anche solo per prendere in considerazione questa opzione?», da Palazzo Berlaymont, tuttavia, non è arrivata né una conferma né una smentita. La portavoce della Commissione europea, la portoghese Paula Pinho, si è infatti limitata ad affermare che «non esiste nessun collegamento tra i colloqui di pace e il transito del gas», aggiungendo che l’intenzione dell’esecutivo europeo rimane ridurre a zero le importazioni di gas entro il 2028, alla luce del RepowerEu, il piano sulle energie rinnovabili.La questione del transito del gas si intreccia a doppio filo con quella delle sanzioni alla Russia, con Ungheria e Slovacchia che accoglierebbero con favore la trattativa rivelata dal Financial Times. Viktor Orbán e Robert Fico, i due leader europei considerati tra i più vicini a Putin, hanno deciso lo scorso lunedì di far cadere il veto che avevano posto fin qui sul rinnovo per i prossimi sei mesi delle sanzioni europee rivolte a Mosca, dopo aver ricevuto da Bruxelles garanzie sul transito del gas proveniente dall’Azerbaijan sempre attraverso l’Ucraina. Le minacce di veto di Budapest e Bratislava erano un chiaro strumento per esercitare pressione su Kiev in seguito alla decisione di Volodymyr Zelensky di interrompere il flusso di esportazioni di energia russa verso l’Europa attraverso i gasdotti ucraini. Il premier slovacco Fico, in particolare, ieri avrebbe dovuto partecipare a un incontro a Bruxelles per discutere del transito del gas con il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il commissario per l’Energia Dan Jorgensen, ma il volo su cui viaggiava è stato costretto a fare ritorno in Slovacchia a causa dell’interruzione del traffico aereo che ha interessato il Belgio. Slovacchia dove ieri è stato arrestato un cittadino ucraino con l’accusa di essere al lavoro per pianificare un colpo di stato per rovesciare il governo guidato da Fico e replicare un clima di proteste come quelle di Kiev che nel 2013 sfociarono nella rivoluzione di piazza Maidan.Nel frattempo, mentre la Commissione europea ieri ha stanziato più di un miliardo di euro per sviluppare il progetto della Difesa comune con un programma che prevede nel 2025 circa 100 milioni di euro per ciascuno dei settori critici come il combattimento a terra, la lotta spaziale, aerea e navale, la resilienza energetica e la transizione ambientale, sul campo di battaglia di continua a combattere con l’Ucraina che mostra sempre più segni di difficoltà sul fronte orientale. L’esercito russo ieri ha annunciato di aver conquistato un altro villaggio nel Donetsk, Novoielyzavetivka, situato nei pressi dell’importante centro logistico di Pokrovsk dove è situata l’unica miniera di carbone dell’Ucraina e considerata obiettivo cruciale dalle truppe di Mosca. A Sumy, invece, stando a quanto reso noto dall’ufficio del procuratore regionale, un drone russo ha centrato un edificio residenziale causando otto vittime e 12 feriti, tra cui un bambino. Nell’esplosione, secondo la Pravda ucraina, hanno perso la vita tre coppie: un uomo di 74 anni e la moglie di 69 anni, un uomo di 65 anni e la moglie di 64 anni, un uomo di 61 anni e la moglie di 61 anni.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.