I big del globo discutono dell’undicesimo pacchetto di misure contro Mosca: vietate le importazioni di buona parte dell’energia russa. A noi verrebbero a mancare 43 miliardi di metri cubi di metano.
I big del globo discutono dell’undicesimo pacchetto di misure contro Mosca: vietate le importazioni di buona parte dell’energia russa. A noi verrebbero a mancare 43 miliardi di metri cubi di metano.La riunione del G7 che inizierà venerdì prossimo potrebbe essere ricordata per quella che avrà fatto salire di nuovo il prezzo del gas. Secondo i funzionari coinvolti nei negoziati, infatti, il G7 e l’Unione europea vieteranno le importazioni di gas russo sulle rotte dove Mosca ha tagliato in passato le forniture: si tratta di fatto della prima volta che il commercio di gas viene bloccato dalle potenze occidentali dopo l’invasione dell'Ucraina. Nel caso in cui al G7 si decidesse dunque di compiere questa mossa nell’ambito dell’undicesimo pacchetto di sanzioni verso la Russia, è molto probabile che Mosca risponderebbe chiudendo tutte le forniture. Indiscrezioni vicine al G7 fanno sapere che gli americani avrebbero chiesto all’Europa di non comprare più gas da Mosca. Ad ogni modo, se così fosse, l’apporto di gas verso l’Unione europea calerebbe in un anno di 43,8 miliardi di metri cubi, 3,65 miliardi di metri cubi al mese. Non esattamente bruscolini, verrebbe da dire. In dettaglio si tratterebbe di 1,7 miliardi mensili in arrivo come gas naturale liquefatto, 0,85 dal gasdotto Turkstream e 1,1 dal gasdotto ucraino. L’unico effetto certo di questa mossa, insomma, sarebbe quello di vedere il prezzo della materia prima salire di nuovo, con buona pace dei consumatori che ogni mese pagano le bollette. Più in dettaglio, la decisione, che dovrà essere finalizzata dai leader del G7 a Hiroshima, impedirà la ripresa delle esportazioni di gas russo attraverso le rotte verso Paesi come la Polonia e la Germania, dove l’anno scorso Mosca ha interrotto le forniture innescando una crisi energetica in tutta Europa.Una bozza di dichiarazione del G7, visionata dal Financial Times, afferma che il gruppo delle principali economie mondiali ridurrà ulteriormente l’uso delle fonti energetiche russe «anche impedendo la riapertura di strade precedentemente chiuse dall'armamento energetico russo» almeno fino a quando «non ci sarà una risoluzione del conflitto».Il vero problema, insomma, è che ai tempi dei primi blocchi verso la Russia, il gas era salito a oltre 10 volte i livelli normali e ora, dopo questa mossa, i prezzi potrebbero tornare a schizzare. È vero che l’Unione europea oggi può fare affidamento su stoccaggi di gas ben superiori ai livelli del 2022. Oggi in media nel Vecchio Continente i livelli degli Stati membri si aggirano intorno al 60% quando nello stesso periodo dell’anno scorso non si superava il 30%. Tra l’altro, lo stesso destino potrebbe riguardare anche gli oleodotti dove Mosca l’anno scorso ha tagliato le forniture, tra cui il tratto settentrionale della linea Druzhba che rifornisce le raffinerie in Germania e Polonia. Entrambi potrebbero essere bloccati dalle misure dell’ Ue per impedire una ripresa dei flussi.Ma non ci sono solo le sanzioni contro la Russia tra i temi che verranno trattati al prossimo summit che si terrà in Giappone. In primis, gli Stati Uniti sperano si verrà trovato un accordo generale sui principi che definiscono i rapporti tra i Paesi del G7 e Pechino. Proprio in attesa dell’incontro bilaterale tra il presidente americano Joe Biden e la premier Giorgia Meloni, Washington ha fatto sapere che «ogni Paese del G7 gestirà la propria relazione con la Cina, ma siamo allineati intorno ai principi che guidano le nostre relazioni».Come ospite al centro del summit, il Giappone intende portare avanti l’idea per cui la sicurezza europea non può essere scissa da quella dell’area indo-pacifica e in questo senso giocano un ruolo importante i Paesi membri del G7 allargato come India, Australia, Corea del Sud e Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean). La Cina, al contrario, ha fatto sapere di non apprezzare le idee di Tokyo facendo sapere che «in qualità di ospite del prossimo G7, il Giappone ha alimentato e creato uno scontro tra blocchi che mina gli interessi della regione. Il Giappone vuole distogliere l’attenzione dal proprio ed effettivo tentativo di cambiare unilateralmente lo status quo».Sotto i riflettori del G7 c’è poi la crisi ucraina, che non riguarda solo l’approvvigionamento energetico. Gli Stati membri sono tutti fermamente convinti a portare avanti il «fermo impegno a continuare a promuovere le sanzioni contro la Russia». Il comitato dei 27 ambasciatori dell’Ue, dal canto suo, ha fatto sapere di non avere ancora «preso tuttavia una decisione sull’undicesimo pacchetto di sanzioni, che riguarda le misure da adottare per combatterne l’elusione da parte di Paesi terzi», certo è che l’ultima bozza sul tema pare renderle più difficili poiché fa riferimento a «misure alternative» da prendere in considerazione prima di sospendere i rapporti commerciali con questi Paesi, sanzionando ad esempio singole società o enti.Al centro del dibattito del G7, poi, si parlerà anche di transizione energetica e dei progressi della partnership for global infrastructure and investment (Pgii), in particolare dell’alternativa alla via della Seta voluta dagli Stati Uniti per portare nuovi investimenti nelle infrastrutture nel Sud del mondo.
- Trasferito negli Stati Uniti durante l’amministrazione di Joe Biden, ha ottenuto il permesso d’asilo soltanto lo scorso aprile. È l’ennesima falla nella sicurezza dell’era dem. The Donald è furioso e pensa a una stretta sugli ingressi e a una riforma dei servizi.
- Il ritiro Usa ha portato con sé il caos. E pure giovani che ora si stanno radicalizzando.
Lo speciale contiene due articoli
«Attacco mirato». Così le autorità hanno definito l’aggressione contro due soldati della Guardia nazionale, avvenuta mercoledì nei pressi della Casa Bianca. Le vittime - Sarah Beckstrom di 20 anni e Andrew Wolfe di 24 anni - hanno subito dei colpi d’arma da fuoco e, nel momento in cui La Verità andava in stampa ieri sera, versavano in condizioni critiche. Ferito, sebbene non in pericolo di vita, è rimasto anche l’attentatore, che è al momento ricoverato in custodia cautelare. Si tratta Rahmanaullah Lakanwal: un ventinovenne afghano, che, secondo il Dipartimento per la sicurezza interna, è entrato negli Stati Uniti a settembre 2021 attraverso «Allies Welcome», un’operazione di accoglienza per i rifugiati afgani avviata dall’amministrazione Biden a seguito della caduta di Kabul, avvenuta ad agosto di quello stesso anno. Secondo Reuters, Lakanwal avrebbe successivamente presentato domanda di asilo a dicembre 2024: asilo che gli sarebbe stato alla fine concesso lo scorso aprile.
Guerra aperta tra cartelli della droga pakistani, marocchini e albanesi. E i clan cinesi si contendono la prostituzione.
A Prato la Procura guidata da Luca Tescaroli sta fissando su una mappa i gruppi di stranieri che si fronteggiano a colpi di machete, spedizioni punitive, regolamenti di conti e tafferugli. Non sono episodi isolati, ma tasselli di «una più ampia contrapposizione tra gruppi criminali». Su questa cartina geografica i magistrati ieri hanno puntellato un altro caso: pakistani, marocchini e albanesi si sono scontrati in «una vera e propria faida urbana». Che ha prodotto quattro arresti: due marocchini di 22 e 25 anni, un pakistano di 34 e un albanese di 38, accusati di aver partecipato alle spedizioni punitive. E che sembra confermare l’esistenza di due blocchi distinti (uno pakistano e uno composto da marocchini e albanesi) in lotta per il controllo di un pezzo della città, in particolare dei quartieri in cui circolano droga e denaro.
L’aumento dei tassi reali giapponesi azzoppa il meccanismo del «carry trade», la divisa indiana non è più difesa dalla Banca centrale: ignorare l’effetto oscillazioni significa fare metà analisi del proprio portafoglio.
Il rischio di cambio resta il grande convitato di pietra per chi investe fuori dall’euro, mentre l’attenzione è spesso concentrata solo su azioni e bond. Gli ultimi scossoni su yen giapponese e rupia indiana ricordano che la valuta può amplificare o azzerare i rendimenti di fondi ed Etf in valuta estera, trasformando un portafoglio «conservativo» in qualcosa di molto più volatile di quanto l’investitore percepisca.
Per Ursula von der Leyen è «inaccettabile» che gli europei siano i soli a sborsare per il Paese invaso. Perciò rilancia la confisca degli asset russi. Belgio e Ungheria però si oppongono. Così la Commissione pensa al piano B: l’ennesimo prestito, nonostante lo scandalo mazzette.
Per un attimo, Ursula von der Leyen è sembrata illuminata dal buon senso: «È inaccettabile», ha tuonato ieri, di fronte alla plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo, pensare che «i contribuenti europei pagheranno da soli il conto» per il «fabbisogno finanziario dell’Ucraina», nel biennio 2026/2027. Ma è stato solo un attimo, appunto. La presidente della Commissione non aveva in mente i famigerati cessi d’oro dei corrotti ucraini, che si sono pappati gli aiuti occidentali. E nemmeno i funzionari lambiti dallo scandalo mazzette (Andrij Yermak), o addirittura coinvolti nell’inchiesta (Rustem Umerov), ai quali Volodymyr Zelensky ha rinnovato lo stesso la fiducia, tanto da mandarli a negoziare con gli americani a Ginevra. La tedesca non pretende che i nostri beneficati facciano pulizia. Piuttosto, vuole costringere Mosca a sborsare il necessario per Kiev. «Nell’ultimo Consiglio europeo», ha ricordato ai deputati riuniti, «abbiamo presentato un documento di opzioni» per sostenere il Paese sotto attacco. «Questo include un’opzione sui beni russi immobilizzati. Il passo successivo», ha dunque annunciato, sarà «un testo giuridico», che l’esecutivo è pronto a presentare.




