2019-12-25
Frontalieri dimenticati dal 2015 e merce di scambio con Campione d'Italia
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Frontalieri, lista nera dei paradisi fiscali e Campione d'Italia sono tre temi che continuano a rimanere in sospeso tra Italia e Svizzera. La Confederazione elvetica sta infatti aspettando dal 2015 la firma del nuovo accordo per i frontalieri, continua ad essere dentro la lista dei paradisi fiscali per l'Italia senza motivazioni apparti e la questione di Campione sta sfuggendo di mano di anno in anno, tanto che anche nel 2019 la Confederazione ha bloccato i ristorni per i debiti del Comune. Per quanto riguarda la questione frontalieri, ministero dell'Economia e quello delle finanze avrebbero un dossier aperto, ma negli ultimi mesi le priorità sono state ben altre. L'accordo del 2015 non sarà quello definitivo. Si parla infatti di voler modificare la pressione fiscale sui frontalieri che risulterebbe essere pesante soprattutto per alcune fasce che non hanno uno stipendio così alto. Deve inoltre essere considerato l'aspetto dei ristorni. E dunque i comuni di frontiera temono di perdere o vedere significativamente ridotte le risorse finanziarie a loro disposizione. Da parte della Svizzera l'accordo del 2015 non è visto così negativamente, come per il lato italiano, dato che cantoni come il Ticino avrebbero avuto un gettito fiscale maggiore se l'accordo di quattro anni fa sarebbe in vigore. C'è però anche da dire che la Confederazione elvetica è disposta a mettersi seduta ad un nuovo tavolo per trovare un accordo finale. La mancanza di volontà è tutta italiana. Dal governo infatti non giungono segnali incoraggianti. O meglio, non giunge proprio niente. Alla questione frontalieri si aggiunge anche la situazione debitoria di Campione d'Italia. La Svizzera ha infatti più volte bloccato parte dei ristorni per coprire il debito accumulato dal comune nei confronti della Confederazione elvetica. Per risolvere, in parte, la questione il governo italiano ha sbloccato 5,5 milioni per ripianare i debiti, ma la situazione Campione d'Italia è ben più complicata. Si sta infatti discutendo in merito all'inclusione del comune all'interno dello spazio doganale europeo a partire dal primo gennaio 2020 (fino ad ora Campione d'Italia era dentro lo spazio doganale svizzero). Spostamento voluto dall'Italia e approvato con la direttiva n.0124/2018 dalla Commissione europea. Per questo Roma e Berna stanno discutendo di un cambio di statuto doganale di Campione d'Italia e soprattutto di come verranno gestiti e garantiti i servizi nell'immediato futuro sul territorio. Aspetto quest'ultimo, molto caro alla Confederazione dato che negli anni scorsi si è trovata a dover pensare anche al benessere di Campione d'Italia. Sul cambio doganale i lavori sono ancora in corso ma a differenza della questione frontalieri l'asse Roma Berna è attiva e sta producendo risultati. Le situazioni irrisolte con la Svizzera non finisco qua. Da anni la Confederazione è stata infatti inserita nella lista dei paradisi fiscali italiani. Nel 2015 si è siglato un primo accordo tra i due Paesi per ottenere lo scambio di informazioni su richiesta e nel 2017 è partito lo scambio automatico di informazioni tra i due Paesi. Nonostante questo la Svizzera continua ad essere dentro la lista nera dei paradisi fiscali italiani. È da anni che la Confederazione cerca di essere tolta dalla black list, e quest'anno finalmente ha ricevuto una risposta alla sua richiesta: non ti possiamo togliere (Svizzera) dalla lista nera dei paradisi fiscali perché sennò dovremmo eliminare anche il Liechtenstein e Monaco e non vogliamo. Questa la risposta che si sono sentiti dare i rappresentanti della Confederazione elvetica dall'Italia. C'è da dire che il fatto di essere inseriti nella lista nera italiana non ha ripercussioni per la Svizzera (se non solo di facciata). Non sono infatti previste sanzioni, o restrizioni di nessuna natura. L'unico "problema" è per i cittadini italiani che aprono un conto corrente in svizzera. Se infatti non si dichiarano le somme nel quadro RW del 730 si viene considerati evasori e sottoposti a sanzioni che oscillano dal 6 al 30% degli importi non dichiarati, essendo la Svizzera nella lista nera. Quello che sta continuando a fare la Confederazione elvetica è proseguire sul campo della diplomazia, presentando documenti che attestino la bontà fiscale della Svizzera. Di certo la motivazione data dall'Italia non può essere considerata seria e sicuramente dovrà essere rivista almeno a livello europeo. In Ue si sta infatti lavorando ad una lista nera comune tra tutti gli Stati membri. Aspetto da non sottovalutare: la Svizzera è stata definitivamente tolta dalla lista nera dei paradisi fiscali extra Ue proprio nel 2019. E non risulta essere presente in molte liste nere degli stati membri dell'Ue. Giphy