2024-06-11
Sinistra e macroniani fanno le barricate. Destra, prove di unità
Dopo l’exploit, Bardella dialoga con Marion Maréchal e con i moderati in vista delle elezioni. Riciccia il fronte repubblicano anti lepenista.Il giorno dopo la pesante débâcle subita da Emmanuel Macron alle elezioni europee, nelle stanze della politica francese c’è paura per il voto anticipato. Un timore che è alimentato innanzitutto dai dati definitivi dello scrutinio europeo che hanno permesso di misurare con certezza la portata della marea di voti ottenuti dalla lista del Rassemblement National, guidata da Jordan Bardella. I risultati nazionali pubblicati dal ministero dell’Interno indicano che la lista Rn ha ottenuto il 31,37% delle preferenze. Renaissance, la formazione macroniana guidata da Valérie Hayer, si è attestata al 14,60% e i socialisti, capeggiati da Raphaël Glucksman, al 13,83%. Dietro di loro sono arrivati, nell’ordine, l’estrema sinistra de La France Insoumise (Lfi) guidata da Manon Aubry con il 9,89% dei suffragi, seguita dai Républicains (Lr) con a capo François-Xavier Bellamy (7,25%), dagli Ecologisti di Marine Toussaints e da Reconquête di Marion Maréchal con, rispettivamente il 5.50% e il 5,47% dei voti.Sui social ieri circolava una cartina di Francia monocolore, punteggiata da qualche sparuta macchiolina variopinta. La mappa ha confermato visivamente una tendenza già vista in altre elezioni degli ultimi dieci anni: nelle città, specie quelle grandi, il partito di Macron e quelli di sinistra hanno tenuto. È il caso di Parigi, Nantes, Bordeaux, Lione, Strasburgo, Marsiglia. Tuttavia, già fuori dai loro confini e nei territori dei quali queste città sono il capoluogo dipartimentale o regionale, il quadro è capovolto. Per Macron e le sinistre i risultati europei sono pessimi, mentre la lista Rn ha fatto man bassa di preferenze, persino là dove non ce lo si aspetterebbe. Ad esempio a Mayotte, l’isoletta francese in mezzo al Canale del Mozambico che il ministro dell’Interno Gérald Darmanin aveva promesso di liberare dall’invasione di clandestini (senza riuscirci), l’Rn ha fatto il botto. In effetti Bardella ha ottenuto il 52,42% dei voti contro il 6.43% della lista Macron. In Guyana francese (storicamente a sinistra) la lista Rn è stata votata dal 25,62% degli aventi diritto, contro il 18,44% della lista Lfi e il 10,89% raggranellato dai macroniani. Vittoria di Bardella anche alla Réunion e in Guadalupa. In Francia metropolitana sono state confermate le roccaforti Rn nel Nord e Costa Azzurra. Tra i francesi all’estero, va ricordato il segnale inviato dai residenti in Israele a quel Macron che si è detto pronto a riconoscere la Palestina anche se non nell’immediato. A Gerusalemme e Tel-Aviv, Bardella e Maréchal hanno sbancato ottenendo rispettivamente il 44,9% e il 30,3% nella Città santa, e il 31,8% e il 46,5% nella capitale israeliana. E come hanno votato i francesi residenti in Italia ? Il nostro Paese fanno parte dell’ottava circoscrizione elettorale dei francesi all’estero insieme alla Turchia, la Grecia, Cipro, Malta e Israele. Ebbene, il 24,9% dei francesi residenti in questi Paesi ha votato per Maréchal, il 22,1 per Bellamy e il 10,1% per Bardella. Tornando alla dissoluzione dell’Assemblea Nazionale, non appena Macron ha annunciato la nuova tornata elettorale, i partiti si sono messi in posizione da combattimento. Il primo a scendere in campo è stato proprio Macron che, in barba al suo ruolo istituzionale, ha indossato la casacca di capo di partito. Ieri mattina, su X, il leader francese si è detto «fiducioso nella capacità del popolo francese a fare la scelta più giusta per se e le generazioni future». Sempre ieri, Stéphane Séjourné, attuale ministro degli Esteri nonché capo di Renaissance ed ex compagno del premier Gabriel Attal, ha detto che i candidati macroniani non sfideranno quelli di un non meglio specificato «fronte repubblicano». Le sinistre si preparano invece a fare un’ammucchiata in stile «tutti contro l’Rn». Il deputato Lfi François Ruffin ha invitato su X i leader dei partiti socialista, comunista, ecologista, nonché altre personalità di sinistra a costituire un «fronte popolare» per «evitare il peggio e vincere». Gli stessi leader si sono incontrati ieri con Ruffin. E pazienza se, da mesi, Lfi fa gli occhi dolci agli islamisti e diffonde messaggi al limite dell’antisemitismo.Anche a destra si sono svolti vari incontri. Verso le 17, nella sede Rassemblement National, si sono riuniti Marion Maréchal, Marine Le Pen e Jordan Bardella. Quest’ultimo ha dichiarato a Le Figaro che «dopo lo storico risultato del Rn alle europee, voglio costruire il più ampio raggruppamento per le legislative». Il Rassemblement National punta ad allargare ancora di più i consensi ma non condivide l’idea dell’«unione delle destre» proposta da Réconquête di Eric Zemmour. Ieri il deputato Rn Sébastien Chenu ha invitato esponenti «di sinistra, dei Républicains o di Reconquête» a «candidarsi» con il suo partito. Dopo gli incontri, Bardella ha dichiarato che «Marion Maréchal ha un atteggiamento costruttivo verso la nostra campagna, cosa che non è accaduta con Zemmour». Ha poi «teso la mano» alla destra moderata dei Républicains rivelando di aver avuto «dei colloqui» con alcuni loro dirigenti.Sempre ieri a fine pomeriggio si sono incontrati anche i vertici degli stessi Républicains che hanno escluso qualsiasi alleanza con i macroniani. Ma, secondo una fonte anonima di Lr citata da Le Figaro, tra il 1° e il 2° turno delle legislative, i candidati vittoriosi dei Républicains sceglieranno autonomamente se allearsi o meno con i macroniani o la lista Rn.In casa macroniana intanto, molti deputati uscenti temono di non essere ricandidati, inoltre dei pezzi da novanta del partito hanno espresso perplessità in merito allo scioglimento dell’Assemblea Nazionale. Dal punto di vista pratico, delle elezioni così ravvicinate preoccupano i sindaci francesi che temono problemi organizzativi. Invece il primo cittadino di Parigi, Anne Hidalgo ha definito «molto inquietante» la dissoluzione dell’Assemblea Nazionale «poco prima dei Giochi» Olimpici del 2024.In ogni caso, la fine della legislatura ha già prodotto un risultato positivo: lo stop dell’iter parlamentare del progetto di legge sul fine vita.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.