2023-05-13
«Fracchia» Crisanti s’inginocchia a Speranza
Al processo sulla gestione pandemica il legale dell’ex ministro della Salute Guido Calvi fa a pezzi la perizia del microbiologo Andrea Crisanti, oggi senatore del Pd. Surreale la replica pur di non urtare il potente del partito: «È legittimo smontare la mia consulenza. Lo farei anch’io».Come screditarsi con le proprie mani, solo per appartenere allo stesso schieramento di Roberto Speranza. Nell’intervista rilasciata ieri alla Stampa, il microbiologo oggi senatore del Pd, Andrea Crisanti, non ribatte alle accuse lanciate da Guido Calvi, uno dei due legali dell’ex ministro della Salute, ma si defila penosamente. Sembra di vederlo, agitarsi tale e quale Fracchia sulla poltrona a sacco, mentre gli cadono addosso domande a cui non vuole rispondere così scivola a terra, incapace di rialzarsi. «C’è un errore grave da parte del consulente Crisanti che ha indotto la Procura di Bergamo a seguirlo», aveva commentato Calvi uscendo dall’interrogatorio davanti al tribunale dei ministri a Brescia per l’inchiesta sulla pandemia. Il giornalista gli chiede di controbattere, ma il professore non ha scatti d’orgoglio. «È compito della difesa sfidare le conclusioni del perito di parte. Adotterei la stessa strategia, se fossi al posto loro», è l’esilarante risposta. Il consulente proprio non ce la fa, a difendere le sue 83 pagine di lavoro e abbozza un sorprendente: «Nei prossimi mesi cercheranno sistematicamente di smontare la mia perizia, ma è una cosa legittima». Bastava che aggiungesse: «Come è umano lei», riferendosi a Calvi e al collegio difensore di Speranza, e lo stesso Fantozzi avrebbe applaudito per la comicità del microbiologo. Il senatore Pd ha dimenticato quello che affermava nel gennaio di un anno fa, dopo aver depositato la perizia di parte. «È un unicum, in Italia ed Europa», la definì, «mi sono tenuto alla lettera all’indicazione del procuratore che ha detto “il nostro compito è restituire a vittime e parenti la storia di quello che è accaduto”». Adesso, l’unica cosa che riesce a dire è: «Vogliamo tutti che emerga, nel confronto, una verità processuale». Ma che razza di risposta è, se ti viene chiesto di ribattere all’avvocato Calvi che dichiara: «Il vincolo del 5 gennaio da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità era una raccomandazione, nulla di più». Ha detto che la tua perizia è sbagliata e non hai argomentazioni a sostegno del lavoro fatto? La fierezza ostentata un anno fa si è persa per strada, solo per aver accettato di scendere in politica con la sinistra? Di certo, l’ex docente di microbiologia all’Università di Padova (si era dimesso a gennaio di quest’anno), esce dall’intervista con l’immagine a pezzi. Quando gli viene chiesto se il piano pandemico del 2006 era «inefficace» come sostengono i legali di Speranza, la prende alla larga: «L’Oms monitorava periodicamente i piani pandemici dei diversi Stati, chiedendone un eventuale adeguamento», per poi non rispondere: «Non sono in grado di stabilire quali informazioni avesse l’Oms sul piano pandemico italiano».Nella consulenza depositata, però, scrive che l'Italia, quando scoppiò l’epidemia di Covid, «aveva un manuale di istruzione, questo era il piano pandemico», e che «per 16 anni non è mai stata intrapresa una singola attività o progetto che avesse l’obiettivo di valutare lo stato di attuazione del piano pandemico nazionale e/o di verificare lo stato di preparazione dell’Italia nei confronti del rischio pandemico». Lo scorso marzo, al Corriere della Sera dichiarò: «Ho ricostruito l’intera catena di comando del ministero della Sanità. E averla chiara, può aiutare i giudici a capire chi doveva e poteva fare qualcosa, e chi no». Un’idea chiara l’ha, Crisanti, eppure preferisce la vaghezza. Come se stesse parlando di una consulenza fatta da altri.Nemmeno sull’ex premier Giuseppe Conte vuole dire qualche cosa che risulti sgradito. Gli viene ricordato che nella perizia aveva sostenuto che «un lockdown dal 27 febbraio 2020 in Val Seriana avrebbe evitato 4.148 decessi, 2.659 se la stretta fosse stata introdotta il 3 marzo», e che Conte è accusato di epidemia colposa e omicidio colposo per la mancata Zona rossa nella Bergamasca. Crisanti ha scritto che se «per 10 giorni non vennero prese azioni più restrittive» era responsabilità dell’ex premier, in quanto aveva affermato che «la zona rossa va utilizzata con parsimonia perché ha un costo sociale, politico ed economico» e che «queste considerazioni hanno prevalso sull’esigenza di proteggere gli operatori del sistema sanitario e i cittadini dalla diffusione del contagio». Ieri, forse il parlamentare ha avuto un vuoto di memoria su quanto aveva riferito alla Procura di Bergamo. Nell’imbarazzo, ha pensato di dare i numeri. «Negli ultimi vent’anni i modelli matematici hanno raggiunto un’accuratezza senza precedenti», si è messo a dissertare sulla Stampa. «Scandiscono la nostra vita negli aspetti più disparati, se vi rinunciassimo faremmo un salto indietro di mezzo secolo». Non ci azzeccava nulla, con la domanda sul ruolo svolto da Giuseppe Conte. Un commento almeno su come è stata gestita la pandemia in Italia? Macché, l’ologramma di Crisanti ha saputo solo dire: «Senza dubbio ci sono Paesi che hanno fatto peggio. Ma molti, come l’Australia o la Sud Corea, hanno fatto meglio». Fine siparietto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.