2024-06-11
Forza Italia alla riscossa: Tajani punta al 20%
Dopo il sorpasso della Lega, l’azzurro è pronto a dare le carte in Europa: «Tanto da cambiare, ma solo col Ppe».Quello 0,6% per Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, fa tutta la differenza del mondo. Lunedì era da poco passata la mezzanotte e lì a due passi dai palazzi del potere in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma ha chiamato a raccolta i fedelissimi. Uno spuntino prima di proclamare: »Abbiamo fatto un risultato straordinario». Tanti sorrisi mentre scorrono le proiezioni sui voti delle europee e viene in mente Dino Risi: il film capolavoro s’intitolava Il sorpasso. Tajani in prima fila se lo gode tutto. Il giorno dopo c’è la conferma: Forza Italia è il secondo partito della coalizione di centrodestra e stacca Matteo Salvini: 9,6% a 9, al lordo dell’effetto Roberto Vannacci. L’uomo che ha interpretato nel solco di una fedelissima continuità con Silvio Berlusconi la gestione di un partito che i più davano, perduto il leader carismatico, sul viale del tramonto ha altri motivi di soddisfazione. Aiuta a capire l’analisi dei voti nelle cinque circoscrizioni, mentre da Torino arriva un’altra ottima notizia: Alberto Cirio - vicesegretario nazionale di Forza Italia e già parlamentare europeo - riconfermato alla guida della Regione. La distanza nel Nord con la Lega non è abissale (circa due punti e mezzo, però a Milano la Lega è solo settima e nelle aree metropolitane Forza Italia va meglio), ma la forbice si allarga a vantaggio di Forza Italia a quasi il raddoppio nel Sud e a 3 a uno nelle isole. Da qui Antonio Tajani parte per disegnare la traiettoria della (nuova) Forza Italia che è in continuità con Berlusconi, ma è altra da sé. Vuole diventare la casa di tutti i moderati. Questo è il senso della «federazione» con Noi Moderati di Maurizio Lupi, ma anche della colorita reazione di Maurizio Gasparri che ripete:«Gli iettatori ci davano a zero: in prospettiva europea riteniamo ragionevole allearci con i conservatori, il partito di Giorgia Meloni. Anche con la Lega c’è un buon rapporto. Il problema sono i suoi alleati». È questo è il primo fronte che apre Antonio Tajani, che ha convocato la riunione della direzione nazionale proprio il 12 giugno «per ricordare la scomparsa un anno fa di Silvio Berlusconi a cui dedichiamo questo risultato». Sostiene il ministro degli Esteri che Forza Italia è il rappresentante in Italia del Ppe e che in Europa ci sono «molte cose da cambiare, ma lo si può fare solo agendo nel e con il Partito Popolare». Se questo è l’orizzonte di Bruxelles, esiste ed è presentissimo nei progetti di Tajani quello nazionale. Obiettivo? Puntare al 20% alle prossime politiche «perché c’è uno spazio considerevole tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein e c’è da recuperare quella parte di elettori che non è andata alle urne». È il grande centro? Piuttosto è una Forza Italia 5.0. È evidente che il vicepremier vuole recuperare la dimensione partito quando dice: «Dobbiamo partire subito con i congressi comunali, dobbiamo ringraziare i tanti militanti che ci hanno sostenuto e gli elettori che ci hanno premiato». Che vi sia una decisa svolta in senso territoriale di Forza Italia, recuperando lo schema di motivazione che aveva consentito a Silvio Berlusconi nel lontano 1994 di conquistare subito un enorme spazio politico, lo si capisce quando Antonio Tajani ricorda: «Il prossimo impegno sono le elezioni regionali in Umbria» a rivendicare anche un ritrovato protagonismo sottolineato da una frase «Siamo il terzo partito». In realtà, Giuseppe Conte con i 5 Stelle quasi in disarmo lo sopravanza ancora di uno 0,4%, ma Tajani è lanciato nella rincorsa di quota 20. La strada per arrivarci ha itinerari paralleli. Il primo è contare molto nel Ppe, dove il leader di Forza Italia è deciso a far pesare sia l’antica militanza (nei palazzi europei Tajani è davvero uno di casa) contribuendo a un coinvolgimento europeo di Giorgia Meloni - pare di intravvedere un asse privilegiato Fi-Fdi - sia il fatto di stare nell’unico governo dei grandi Paesi premiato dagli elettori. Il secondo è tutto interno: chiamare a raccolta i moderati. «In questa giornata molto positiva - ha detto ieri - voglio lanciare il progetto di una grande occasione di confronto con il paese, me lo sono ripromesso e lo faremo per arrivare a un ottimo risultato alle prossime politiche». La concorrenza nel centrodestra è aperta. Magari ha ragione Maurizio Gasparri: «Se Umberto Bossi ha votato Forza Italia sono contento: mi riconosco più in un politico genuino come Bossi che nel ciarpame come i 5 Stelle che ha invaso l’Italia, ma per fortuna gli ignoranti sono in regresso, e questa un’altra buona notizia».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.