Per aumentare le possibilità di guadagno, meglio tenerli per almeno quattro anni.
Per aumentare le possibilità di guadagno, meglio tenerli per almeno quattro anni.Il 2021 per l’industria dei fondi italiana si è rivelato un anno molto ricco con la raccolta di novembre in positivo per 7,7 miliardi di euro e il saldo complessivo della raccolta netta da inizio anno salito a 84 miliardi. Il patrimonio gestito ha messo a segno un nuovo massimo storico a 2.574 miliardi e oltre la metà è impiegata in fondi aperti e chiusi.L’andamento molto positivo dei mercati, soprattutto azionari, ha spinto le sottoscrizioni anche verso l’alternativa poco attraente dell’obbligazionario sempre più avaro di cedole e con un’inflazione ancora fuori controllo. E, soprattutto, dove i costi di gestione rischiano di uccidere qualsiasi rendimento.Negli Stati Uniti si è assistito, riguardo al mondo dei fondi d’investimento, a un’ulteriore forte discesa dei costi dei fondi per i risparmiatori e, come rileva Fulvio Marchese, pianificatore finanziario, «non c’è più molta differenza di costo tra fondi cosiddetti a gestione attiva ed Etf considerati a gestione passiva. Anche perché negli Usa i costi “distributivi” tendono ormai ad azzerarsi».Anche una recente ricerca di Morningstar che confronta nel mondo le esperienze degli investitori in fondi ha rilevato che a livello globale è sempre più visibile una tendenza verso una riduzione delle commissioni. In particolare, in Gran Bretagna, in Australia e in alcuni Stati europei, come nei Paesi Bassi. Nei mercati dove il collocamento è soprattutto online, gli investitori sono sempre più consapevoli dell’importanza di minimizzare i costi di investimento, e ciò li ha portati a privilegiare fondi a basso costo. E il passaggio alla consulenza finanziaria a parcella (quella indipendente) ha stimolato la domanda di strumenti con costi inferiori, come i passivi.«In Europa e soprattutto in Italia il sistema distributivo è molto guidato dall’offerta e i fondi d’investimento vengono ancora facilmente collocati da banche e reti anche quando il valore raggiunto nel tempo rispetto a un fondo passivo (come un Etf) è nullo o addirittura negativo», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «Rileviamo spesso questo come consulenti finanziari indipendenti. Anche i fondi cosiddetti migliori hanno storicamente una bassa persistenza nel mantenere i rendimenti elevati e spesso non è rilevabile nemmeno una migliore capacità di tenuta nelle fasi avverse». Alcune categorie di Etf, come ha confermato anche una recente ricerca della piattaforma di investimento Aj Bell pubblicata sul Financial Times sui fondi distribuiti in Gran Bretagna, sono molto difficili da battere perché stravincono 8 a 2. «Come Soldiexpert scf ogni mese monitoriamo oltre 13.000 fondi distribuiti in Italia e le percentuali sono simili», dice Gaziano.Diverse categorie importanti di fondi obbligazionari (per esempio globali corporate e governativi come gli high hield o inflation linked) sono battute come rischio/rendimento 10 a 0 o 10 a 1 addirittura dai gestori di fondi attivi e sull’azionario Usa come su quello mondiale sono pochissimi i fondi che a tre anni mostrano persistenza. Solo su alcune categorie particolari i gestori attivi sembrano mostrare un maggior valore aggiunto, come per esempio le mid e small cap italiane (il 50% dei gestori sembra fare meglio pure tenendo conto dei costi mentre il restante 50% fa peggio o uguale al mercato), l’obbligazionario Usa corporate e governativi, i fondi specializzati in energia e materie prime.In effetti, dando uno sguardo proprio a queste categorie, esistono prodotti che anche in tempi di crisi sono riusciti a dare non poche soddisfazioni agli investitori. È il caso, ad esempio, del Dpam invest b equities newgems sustainable che in tre anni ha reso il 131,5%. Bene anche il Msif emerging leaders equity che nello stesso arco temporale è cresciuto del 97,8%, valore molto simile al rendimento del 98,5% garantito negli ultimi 36 mesi dal Dnca invest sri Europe growth. Rendimenti a doppia cifra e spesso superiori al 50% negli ultimi tre anni anche per il Gs Japan equity ptf oc (+57,6%), il Dpam invest b equities Euroland (+73,5%), il Vitruvius asian equity (71,2%) e l’Acomea pmiItalia (+70,9%). Il bello di questi prodotti è che i risultati sono stati ugualmente positivi anche a un anno, quando i mercati non erano certo positivi come lo sono ora a causa della pandemia del Covd-19. Il consiglio, a ogni modo, è quello di tenere fondi comuni di questi tipo per almeno quattro o cinque anni. In questo lasso di tempo le soddisfazioni non potranno mancare.
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