2023-12-24
La follia gender allarma il Bundestag
La Camera tedesca si interroga sui pericoli dei farmaci che bloccano la pubertà. Tra i rischi, oltre a infarti e ictus, ci sono danni duraturi allo sviluppo della persona.Lo scorso 18 ottobre, a Berlino, durante una plenaria del Bundestag la questione del gender era all’ordine del giorno. Introdotto da Bärbel Bas, presidente della Camera tedesca che assieme al Bundesrat (composto dai delegati dei Länder), forma il Parlamento della Germania, il dibattito aveva preso il via dalla mozione presentata da alcuni deputati del gruppo di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd). Si voleva sottolineare la «necessità di scongiurare i pericoli dell’ideologia del genere in ambito culturale, scientifico e dell’istruzione».Dal Bundestag, centro dell’ordinamento costituzionale della Germania e che svolge azione di controllo sul governo, in quell’occasione è stato redatto un documento informativo sull’utilizzo dei farmaci che producono un arresto dello sviluppo puberale. Nella premessa, il rapporto evidenzia che «l’uso dei bloccanti della pubertà è oggi dibattuto in tutto il mondo», e che tra le posizioni contrarie si fa riferimento a studi «che hanno già suggerito come il rischio di infarti, ictus e trombosi aumenti notevolmente», nei giovani trattati con questi ormoni. Neppure si può escludere, riporta sempre il testo parlamentare, che questa terapia «possa portare a un danno duraturo dello sviluppo psicosessuale o psicosociale-cognitivo», così pure la completa reversibilità «non è sufficientemente dimostrata». Quindi si afferma che «nel complesso, l’entità esatta degli effetti collaterali non è ancora chiara».In Germania i bloccanti della pubertà sono ammessi solo dopo un’attenta indicazione medica basata su linee guida scientifiche. Però il documento fa presente che la legge tedesca attualmente prevista sull’autodeterminazione del genere, e che «dovrebbe rendere più semplice per le persone trans, intersessuali e non binarie modificare», il proprio essere giuridico, «si occupa solo degli aspetti del diritto di stato civile ed esclude l’aspetto medico e quindi le norme sulle misure mediche di affermazione del genere, che comprendono anche i bloccanti della pubertà».Per i deputati di Afd, «la cosiddetta ricerca di genere non ha alcun fondamento scientifico, ma ci sono sicuramente vantaggi politici» Contestano «soprattutto la dittatura del linguaggio di genere e la sessualizzazione precoce dei bambini. Entrambi perseguono l’antico obiettivo marxista: l’attacco alla famiglia tradizionale, elemento elementare della società civile. Si tratta di rieducazione», hanno tuonato durante la plenaria.«La salute fisica e mentale dei bambini e dei giovani deve essere al centro delle preoccupazioni», in quanto rimane una questione complessa, si legge nell’aggiornamento del Bundestag su quanto accade nel resto del mondo. Viene ricordato che in Finlandia la possibilità di somministrare bloccanti della pubertà era già fortemente limitata nel 2020, a causa di preoccupazioni e di prove non sufficientemente rappresentative riguardo agli effetti collaterali. Dal 2021 «sulla base di una nuova linea guida, la psicoterapia è stata raccomandata come trattamento iniziale per i giovani con disforia di genere». All’inizio del 2022, l’Ente nazionale svedese per la salute e il welfare (Nbhw) ha stabilito, nell’ambito di una nuova versione delle linee guida, che i rischi di tale trattamento ormonale superano i benefici e, nel febbraio di quest’anno, «i bloccanti della pubertà sono stati finalmente vietati in linea di principio, per cui la prescrizione resta applicabile solo in casi rari ed eccezionali», segnala il rapporto.Il caso inglese, con la chiusura della Tavistock clinic, l’unica clinica del Regno Unito che offriva e terapie di trasformazione per i bambini con disforia di genere, occupa ampio spazio nel documento e si ricorda che l’Nhs, il servizio sanitario nazionale, decise che «la prescrizione di bloccanti della pubertà sarebbe stata limitata ai bambini che prendevano parte a studi clinici».
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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