2024-12-14
Flop e pasticci dell’esattore di Stato sotto l’ala del Colle
Ernesto Maria Ruffini (Ansa)
I peana per Ruffini, apprezzato dal Colle, nascondono gli errori della sua gestione, che vanno da avvisi bonari e 730 sbagliati fino al caos assunzioni e alle stangate post lockdown. Ciliegina sulla torta, l’attacco hacker.Nessuno stupore se il cuore di Ernesto Maria Ruffini pende a sinistra. Non tanto perché nel 2010 partecipò alla prima Leopolda di Matteo Renzi presentando il suo progetto «Fisco 2.0» trasformato anni dopo in «Fisco amico», ma perché il vero Dna di Ruffini viene usato per mandare alle stampe un libro con la prefazione di Romano Prodi e la postfazione di Vincenzo Visco. Nel 2013 il dimissionario direttore delle Entrate pubblica per i caratteri di Ediesse L’evasione spiegata a un evasore. Anche quello dentro di noi. Lo svolgimento è esattamente come uno se lo aspetta. Diciamo che non è un giallo ma il suo primo manifesto politico. Tanto che l’orientamento gli consente di diventare ad di Equitalia spa e nel 2017 direttore delle Entrate, in pieno governo Gentiloni. Il Conte uno lo sospendo per un anno mentre il Conte bis lo rimette al vertice dell’Agenzia su spinta di Roberto Gualtieri. Viene poi confermato da Mario Draghi e nel 2023 da Giorgia Meloni su suggerimento del Colle. Insomma, un trackrecord e una filosofia che non lascia tanto spazio all’immaginazione quanto il best seller del 2013. D’altronde la sua conferma da parte di un governo di centrodestra ci aveva lasciato abbastanza stupiti. Al contrario non deve stupire che nell’intervista di addio rilasciata ieri al Corriere della Sera Ruffini in sostanza abbia deciso di perfezionare il suo manifesto elettorale. Come hanno detto in molti ieri: «In bocca al lupo». D’altronde il centro è affollato e di solito abituato a scindersi un po’ come gli atomi. Ciò che invece ci ha lasciato alquanto stupiti, scorrendo l’intervista, è il rivendicare i grandi successi amministrativi all’interno dell’Agenzia. Evidentemente i cittadini, i commercialisti e il direttore uscente devono aver visto film un tantino diversi. Corre dunque l’obbligo di rammentare alcuni temi che forse oggi - causa memoria a breve termine - rischiano di sfuggire. È vero che durante il periodo Covid l’Agenzia ha erogato 30 miliardi di euro di sussidi, ma definire la gestione un successo è a dir poco di parte. Ancora oggi i commercialisti chiamati a tutelare i contribuenti gestiscono la coda delle criticate interpretazioni. La normativa approvata durante il lockdown consentiva una proroga dei tempi di accertamento di 85 giorni senza che venissero applicate le stesse diluizioni ai tempi di prescrizione. Ruffini la pensava diversamente ed è riuscito a sterzare i rapporti e i contenziosi secondo il suo pensiero. Inutile dire pro Agenzia delle entrate. Qualcuno avrebbe dovuto ricordargli che il potere legislativo vige altrove. Pazienza. D’altronde l’Agenzia modello Ruffini non ha mai preso in considerazione la buona fede. Nel 2021, l’anno dopo il dramma Covid, bastava omettere la voce sussidi nella dichiarazione per vedersi obbligati a restituire quanto percepito legittimamente. Nemmeno però la gestione dei 730 precompilati - bandiera del sistema ruffiniano - è stata un grande successo. A maggio scorso un comunicato dell’Associazione nazionale commercialisti faceva sapere che «da tutto il territorio nazionale giungono numerose segnalazioni di dichiarazioni precompilate trasmesse, di cui l’Agenzia delle entrate chiede la rettifica. Fonti Cisl», proseguiva, «confermano che più di 3 milioni di modelli 730 precompilati messi a disposizione dei contribuenti risultano errati. L’Agenzia delle entrate sta notificando la cosa ai contribuenti interessati, tramite comunicazione nell’area riservata del cittadino». Tre milioni, tanto per capirsi è oltre il 50% del totale. Una quota va detto in miglioramento rispetto a quella dell’anno precedente che si era attestata attorno al 90%. Anno che ha visto esplodere pure la questione degli avvisi bonari. Nel 2023, infatti, l’Agenzia decide di usare l’Intelligenza artificiale per scovare gli evasori solo che - usando un eufemismo - fa fatica a dialogare con i software informatici di base per inviare le comunicazioni di irregolarità ai contribuenti. Secondo fonti legate al mondo dei commercialisti di Milano, Roma e Pistoia anche gli avvisi bonari inviati dal Fisco presentavano un altissimo livello di errori; fatte dieci le irregolarità inviate, sette risultano essere sbagliate. Parliamo di errori ricorrenti che riguardano il non riuscire a intercettare il ravvedimento operoso fatto dal contribuente, il non riuscire ad abbinare l’F24 all’Irpef corrispondente, oppure proroghe fiscali non riconosciute. Ruffini ha spiegato che si è sempre in tempo a correggere gli errori. Peccato che l’onere sia ancora oggi a carico del contribuente. Inoltre, non è mai stato svelato il reale rapporto costi e benefici. Quanto grava sui conti pubblici l’enorme macchina delle precompilate? E quanto in realtà fa risparmiare allo Stato? A oggi i dati non esistono. Eppure sarebbe interessante fare quella che in gergo tecnico si chiama accountability o valutazione ex post. In tema di linearità della gestione amministrativa la lunga epoca Ruffini resterà nella storia per gli enormi contenziosi dei concorsi, ricorsi al Tar e caos che si è trascinato per oltre tre anni. Vale infine la pena segnalare la difficile transizione tra l’approccio digitale e la presenza dei dipendenti negli uffici. Risultato, per i commercialisti prendere appuntamento negli uffici locali delle Entrate è un inferno e molte attività ancora non si possono fare per via digitale. Al contrario la custodia dei dati non è sempre stata eccellente. Nel 2022 hacker dell’Est hanno rubato 78 giga di materiale sensibile. Succede a numerosi enti pubblici. Il Fisco è però un po’ più uguale degli altri vista la delicatezza della materia. Per carità, la gestione cyber non si può certo imputare a Ruffini. Tutte le altre scelte sì però. Per questo, sommate le premesse e il manifesto elettorale lanciato ieri sul Corriere, siamo certi che per il centro nascente sarà un successo.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)