2024-06-04
Dopo il flop delle armi con la Colombia, D’Alema si ricicla lobbista in Albania
L’ex premier ha aperto una ditta di consulenza nel Paese di Edi Rama. Dove il suo vecchio socio investe in criptovalute.Dopo lo scoop di due anni fa della Verità sul suo ruolo nell’affare (mancato) della fornitura di navi e aerei da guerra alla Colombia, che gli è costato un’indagine della Procura di Napoli per corruzione internazionale aggravata, l’ex premier Massimo D’Alema ha iniziato a spostare il centro dei suoi affari. Diventando, di fatto, un imprenditore «extracomunitario». Domenica sera, la trasmissione televisiva Report, in onda su Rai3, ha infatti rivelato che, nel gennaio 2023, Baffino ha costituito una nuova società in Albania, la A&I, di cui l’ex premier è azionista unico e, spiega Report, «come oggetto sociale ha la consulenza istituzionale alle imprese che vogliano internazionalizzarsi: quindi consulenza e lobbying». Esattamente il tipo di attività di cui si occupa la D&M advisor, aperta a Roma dall’ex ministro degli Esteri nel 2019. Al momento non è dato sapere perché D’Alema abbia deciso di aprire una nuova società di consulenza sull’altra sponda dell’Adriatico, al di fuori dall’Unione europea. Al cronista di Report che le chiedeva se la società aiuta le aziende a installarsi in Albania, la commercialista di Tirana che amministra la A&I ha risposto mostrandosi impreparata: «Aiuta le aziende… non lo so questo. Non lo so perché non ho assistito a nessun appuntamento di questo genere». Poi la donna ha precisato che l’ex premier si fa vedere all’incirca una volta ogni 6 mesi, e che i clienti della società sono «tutti italiani». E D’Alema ha liquidato l’inviato della trasmissione Rai con poche parole, limitandosi a mandare alla redazione una nota scritta nella quale ha smentito la ricostruzione dell’ex vicepremier Arben Ahmetai (trasferito in Svizzera dopo che nel suo Paese è emersa un’indagine a suo carico per corruzione), secondo il quale Baffino in Albania farebbe «il lobbista per società di criptovalute».Nella nota D’Alema ha infatti scritto: « Nella mia attività di consulenza non mi sono mai occupato di criptovalute. Le attività legate a questo settore sono regolate in Albania da una legge, che prevede che per operare in questo campo occorre una licenza governativa». Quello che è certo e che D’Alema gode di un sostegno quasi incondizionato dal premier socialista albanese Edi Rama, che davanti alle telecamere ha definito il suo ex omologo italiano un «mentore». In Albania opera anche un ex socio di D’Alema, quel Massimo Tortorella che, come aveva svelato La Verità, aveva fatto conoscere a Baffino uno degli uomini chiave dell’affaire colombiano, il commercialista Gherardo Gardo, uno dei protagonisti della trattativa per la vendita delle armi in Sud America. E a lui si era affidato, poiché una sua società americana, la Consulcesi Llc, non aveva ingranato e andava messa in liquidazione. Nello stesso periodo Tortorella aveva conosciuto D’Alema in un ristorante londinese e in poco tempo avevano deciso di diventare soci nella cantina dell’ex premier: «Il vino era buono e me lo ha fatto pagare. Chiesi a questo Gherardo una perizia e da lì nasce il rapporto tra D’Alema e Gardo. Evidentemente sono entrati in grande simpatia e amicizia». E stando alla ricostruzione di Report, l’ormai ex socio di D’Alema, avrebbe a che fare con le criptovalute: «Tortorella è fondatore e proprietario di Consulcesi, una società dai poliedrici interessi che vanno dai corsi di formazione in ambito sanitario ai servizi assicurativi. La società ha anche una partecipata Consulcesi tech. Si occupa di innovazione tecnologica e nel 2018 ha aperto un fondo a Malta, il Consulcoin criptocurrency fund dedicato a investimenti nelle criptovalute. Un anno dopo aver aperto il fondo che investe in criptovalute a Malta, Consulcesi tech si è insediata anche a Tirana». Anche in questo caso, D’Alema si è premurato di smentire la trasmissione televisiva, affermando, non è chiaro a che titolo, che Consulcesi Albania, non opera nel settore delle monete virtuali. Sui siti internet specializzati nelle blockchain, si trova però la conferma del lancio, avvenuto a fine 2018, del Consulcoin, con tanto di immagine delle monete con il logo di Consulcesi e di dichiarazione di Tortorella: «Il momento è particolarmente favorevole per investire nel settore delle criptovalute L’entry point è favorevole perché le quotazioni hanno ormai superato la volatilità degli ultimi mesi, garantendo agli investitori un sostanziale equilibrio». Non sappiamo che fine abbia fatto il progetto, del quale non si trova più traccia sul sito della società, che però continua a sviluppare progetti legati all’uso delle blockchain in ambito sanitario. Ma tra i comunicati stampa di Consulcesi spunta una traccia che conferma un loro interessamento rispetto al mercato delle criptovalute in Albania. Nell’ottobre del 2020, in piena pandemia, una nota della società di Tortorella, intitolata «Nuove opportunità di investimento in Albania: cryptovalute, blockchain e mercati finanziari alla luce della legge Fintoken Act» aveva infatti annunciato un webinar, organizzato da Tonucci & partners con il patrocinio di Confindustria Albania, sull’argomento. Nel programma dell’evento, come relatore del panel «Fintoken Act e nuove professioni: opportunità e sfide per il sistema formativo del Paese» si può ancora trovare il nome di Maria Teresa Zucchelli, avvocato, la cui partecipazione all’evento era prevista come rappresentante della società di Tortorella. Che, con tutta evidenza, si è interessata al tema delle criptovalute, anche in relazione al possibile mercato albanese, alla luce del sole e con partner che non evocano di certo il dark web. Il che rende la smentita conto terzi di D’Alema ancora più difficile da capire.
Margherita Agnelli (Ansa)
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