
Le modifiche al disegno di legge per evitare rilievi di costituzionalità spaccano i dem. Giani tace mentre l’area laicista protesta e i cattolici vengono strigliati dai vescovi. Opposizione sugli scudi: «Senza Dio».Il fine vita, forse, è a fine corsa. Non è un gioco di parole, ma quanto sta avvenendo politicamente in Toscana, regione rossa per antonomasia dove però la norma sul suicidio assistito - nonostante la solida maggioranza a sostegno del presidente, Eugenio Giani, - potrebbe non trovare i numeri necessari a una sua approvazione. Per questo, come raccontava ieri il Corriere Fiorentino, benché in Consiglio regionale il disegno di legge sia calendarizzato per lunedì 10 febbraio, un suo rinvio appare «sempre più probabile». Uno slittamento che, se avrà luogo, sarà determinato da più fattori; anzitutto, pesano i mal di pancia in casa dem. I malumori derivano essenzialmente dal fatto che quello che dovrebbe essere sottoposto all’Aula - il testo approvato in commissione Sanità negli scorsi giorni da Enrico Sostegni del Pd - risulterebbe troppo ridimensionato nella sua portata, rispetto alla versione iniziale presentata lo scorso marzo dell’Associazione Luca Coscioni e accompagnata da 10.000 firme. La commissione ha difatti approvato degli emendamenti che, per superare dei rilievi di costituzionalità - inevitabili, se la Regione definisse le condizioni in cui si verifica il diritto al suicidio mediamente assistito, materia di competenza statale -, danno alla norma carattere solo procedimentale e organizzativo. Tutto ciò però non è affatto gradito al consigliere dem Lucia De Robertis, a detta della quale «lo sforzo di asciugare la proposta dell’associazione Coscioni riduce il testo a un atto procedimentale». «Così com’è non la voto», ha aggiunto sempre la De Robertis, per fugare ogni dubbio sulla sua contrarietà a una norma che, per come è formulata ora, servirebbe a poco più che «dire che siamo a favore del suicidio assistito». Perplesso appare pure Marco Martini, mentre incertezze pare serpeggino nell’area cattolica del Pd da parte dei consiglieri Giacomo Bugliani, Cristiano Benucci e Andrea Pieroni. Non va sottovalutato neppure il fatto che, finora, lo stesso governatore Giani non si sia mai espresso sull’argomento. Non solo, pure gli alleati del Pd hanno qualcosa da ridire. Il consigliere Stefano Scaramelli di Italia viva/+ Europa, per esempio, ha fatto sapere che il suo gruppo presenterà un ordine del giorno preventivo con quattro richieste aggiuntive da votare per procedere, eventualmente, al via libera. In questo modo, neppure un possibile supporto esterno dei due consiglieri del Movimento 5 stelle potrebbe far passare in aula la norma, il cui iter appare così quanto meno incerto. Va comunque aggiunto che, se le cose stanno prendendo una piega problematica per la norma sul suicidio assistito, una quota di merito va anche all’atteggiamento battagliero del centrodestra. Il capogruppo di Forza Italia, Marco Stella, ha presentato vari emendamenti e anche una pregiudiziale di costituzionalità. Una posizione di contrarietà alla legge è anche quella di Fratelli d’Italia. Orientato a votare contro la proposta, benché si sia astenuto in Commissione, è inoltre il consigliere della Lega Giovanni Galli, che in un comunicato molto duro ha detto che, con questa legge, «la Toscana vuole diventare una terra senza Dio». Parole senza dubbio forti quelle di Galli che, contattato dalla Verità, le ha volute confermare. «Anzitutto non capisco che senso abbia legiferare a livello regionale in assenza di una norma nazionale», ha spiegato il consigliere, «ma, detto questo, al di là delle varie procedure e degli aspetti che saranno oggetto del dibattito in aula, c’è un aspetto: per me è giusto, attraverso le cure palliative, accompagnare la morte, ma non certo provocarla. E per quanto riguarda le mie parole sulla “Toscana terra senza Dio”, oggi qualche collega consigliere di maggioranza mi ha scritto per chiedermi se davvero le avessi dette, ebbene sì, le confermo: a questo arriviamo, se mettiamo le leggi davanti alla nostra sensibilità».Galli non si sbilancia nel dire quale potrà essere l’atteggiamento del Pd in aula («non posso parlare per gli altri»), ma al tempo stesso non esclude sorprese. Quello che è certo che è che, a pesare sul possibile rallentamento del disegno sul suicidio assistito, è anche la posizione della Chiesa. La Conferenza episcopale della Toscana, riunita martedì scorso a Livorno, ha infatti diramato una nota per ribadire che «non c’è un “diritto di morire”», mentre c’è «il diritto di essere curati e il Sistema sanitario esiste per migliorare le condizioni della vita e non per dare la morte». Alla nota ha fatto eco il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana e arcivescovo di Siena, il quale, intervistato dalla Nazione, è stato chiaro nel dire che sì, «si può lavorare sulle modalità di lenire le sofferenze, ma c’è un punto di equilibrio, oltre il quale non si può andare: la vita non si scarta mai, nemmeno di fronte a enormi difficoltà». Se queste parole facessero breccia nell’aria cattolica del Pd, nella quale pare non siano passate inosservate, il futuro del disegno sul suicidio assistito sarebbe tutto in salita.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






