2022-04-21
In Fincantieri ora arriva un generale. In ballo il riordino di tutta l’industria
Claudio Graziano (Imagoeconomica)
Cdp fa tabula rasa del precedente consiglio. Ad sarà Pierroberto Folgiero, presidente Claudio Graziano. Cui toccherà tenere rapporti con Ue e Usa, ma anche avviare sinergie con Leonardo e integrare i progetti della Difesa.Claudio Graziano nominato da Cassa depositi e prestiti al vertice di Fincantieri. A chi dirà «ma come un alpino a presiedere un’azienda che fa navi?», bene puntualizzare che, a settembre del 2016, è entrata in servizio una fregata per la nostra Marina che si chiama appunto «Alpino» ed è uscita due anni prima dal celebre cantiere di Riva Trigoso. Il motto della fregata è lo stesso del corpo delle penne nere: «Di qui non si passa». Forse un segnale di quanto sta per succedere nell’industria della Difesa italiana ed europea presto sconvolta da nuovi grandi progetti trasversali. Motivo in più per rilevare che l’incarico affidato all’attuale presidente del comitato militare dell’Ue (ruolo che andrà in scadenza a maggio) è segno di una totale discontinuità con la gestione uscente di Giuseppe Bono. È infatti finita ieri un’era ventennale in cui spesso da solo e anche in contrasto con la politica l’ultimo dei «boiardi di Stato» ha gestito l’azienda tra il business del militare e quello delle crociere.cambio di passo A pesare non solo le inchieste giornalistiche de La Verità, ma anche una serie di impasse che il governo ha per certi versi subito. Basti pensare ai forti contrasti tra Bono e Alessandro Profumo, ad di Leonardo, sulla vendita di Oto Melara e Wass. Bono la rivendicava anche a costo di imporre un aumento di capitale da parte di Cdp, mentre il numero uno di Leonardo aveva già messo in cantiere la cessione a un consorzio franco tedesco. L’ultimo di una serie di scontri tra le due ammiraglie della Difesa (ingombrante per il governo è stato anche quello relativo al cloud di Stato) che ha imposto una revisione non solo dei cda ma anche dei metodi di lavoro. La scelta del governo è stata dunque quella di fare tabula rasa e indicare nomi nuovi per l’intero cda. Pierroberto Folgiero sarà indicato nel ruolo di amministratore delegato. Gli altri nomi della lista del consiglio sono: Cristina Scocchia, Alberto Dell’Acqua, già presidente di Italgas, Valter Trevisani, Alessandra Battaglia, Massimo Di Carlo, Esedra Chiacchella, Rosanna Rossi. La scelta dell’ad sembra portare a un nome che piace al mercato, visto anche le buone performance raggiunte alla guida di Marie Tecnimont, ma anche alla finanza. Senza contare che Folgiero conosce anche bene Profumo con il quale a quanto sembra di capire dovrà dialogare sempre più spesso. Anche se il ruolo di pivot toccherà al generale Graziano. Non farà nemmeno in tempo a mettere nell’armadio l’uniforme che si troverà a sedere a importanti tavoli sui progetti della Difesa Ue. Il prossimo semestre deciderà partite industriale che segneranno il business tricolore per il prossimo ventennio. In ballo c’è il carro europeo, le fregate comuni, ma anche il Tempest, il velivolo di ultima generazione. Sarà importante avere anche un figura che faccia da perno tra Roma e Washington pur all’interno di un perimetro europeo. A Graziano però toccherà anche avviare una nuova stagione di dialogo con Leonardo. La convergenza tra Palazzo Chigi, ministero della Difesa e Cdp sulla figura del generale lascia intendere che suo sarà il compito di avviare o se servirà spingere nella direzione della sinergia con Piazza Montegrappa. I temi sono numerosi e riguarderanno l’elettronica della Difesa e lo sviluppo della tecnologia duale, a metà strada tra civile e militare. Ma anche aspetti più prosaici. Il futuro di Orizzonte sistemi navali, la joint venture tra Fincantieri e Leonardo, le collaborazioni con Mbda, fino alle attività di cyber. Insomma, in molti vedono la scelta di indicare per la prima volta un generale a presiedere una azienda come Fincantieri un messaggio chiaro al mercato. Non sono più ammessi litigi tra amministratori o progetti che non siano inseriti in strategie di lungo termine. Motivo per cui sono circolati nelle ultime ore rumors su un possibile ruolo di Graziano anche in Leonardo. In realtà, se Palazzo Chigi accelerasse su una fusione tra i due colossi o una forzatura sugli incarichi di vertice rischierebbe di fare danni o anticipare quella che poi diventerebbe una integrazione naturale tra attività congiunte. Molto si capirà anche da come andrà la prossima assemblea di Leonardo, dove, ribadiamo, non ci sono organi consiliari in scadenza. Il 31 maggio (in seconda convocazione) sarà approvato il bilancio.appuntamento a maggio Una cartina al tornasole del pensiero degli azionisti e del mercato. Ma anche un termometro per capire come sarà l’ultimo anno di Profumo in Leonardo. E quali sfide attendono non tanto l’azienda ma l’intera industria della Difesa nazionale. Che deve trovare un nuovo equilibrio tra geopolitica spinta, progetti congiunti con Francia e Germania e occupazione. Quest’ultimo un elemento che vale soprattutto per gli stabilimenti del Sud e le attività condivise con Boeing.