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Finalmente l'utero in affitto dichiarato «contrario all’ordine pubblico»

Finalmente l'utero in affitto dichiarato «contrario all’ordine pubblico»
ANSA

«Esprimiamo la nostra soddisfazione per la posizione del Procuratore Generale rispetto alla sua chiara condanna della pratica dell'utero in affitto finalmente indicato come contrario all'ordine pubblico». Questo dichiarano Pro Vita, Generazione Famiglia e CitizenGo Italia in una nota congiunta, appoggiando la richiesta del Pg della Cassazione circa l'annullamento della sentenza della Corte d'Appello di Trento che aveva detto sì alla trascrizione del nome del sedicente secondo padre sull'atto di nascita di due bambini nati in Canada con la tecnica della gestazione per altri.

«L'auspicio è che la Corte accolga la disposizione del Pg. Inoltre» - ha proseguito Toni Brandi, presidente di Pro Vita - «il fatto è rilevante essendoci altri conflitti aperti in ulteriori comuni. Le Sezioni Unite accogliendo i ricorsi del pg di Trento, del sindaco della stessa città e del ministro dell'Interno Matteo Salvini, detterebbero la linea da seguire: la trascrizione non è ammissibile. I primi cittadini smettano di compiere altri atti illegittimi».

Il presidente di Generazione Famiglia Jacopo Coghe risponde invece alla rete Lenford, che paventa il rischio di uno stato etico: «Si tratta di difendere il diritto dei bambini ad avere il papà e la mamma e a non essere comprati al mercato degli uteri, non è più un fatto privato dunque, ma riguarda la comunità e i diritti fondamentali dell'uomo».

Filippo Savarese, che guida CitizenGo Italia, si dice «certo che questa impostazione è anche merito di tutto ciò che le associazioni pro-family stanno facendo per sensibilizzare l'Italia, tra cui la recente campagna di manifesti di Pro Vita e Generazione Famiglia contro l'utero in affitto».

Mars 3: i sovietici e il «pianeta rosso»
Francobollo sovietico commemorativo delle missioni Mars del 1971 (Getty Images)

Nel 1971 la sonda sovietica fu il primo oggetto terrestre a toccare il suolo di Marte. Voleva essere la risposta alla conquista americana della Luna, ma si guastò dopo soli 20 secondi. Riuscì tuttavia ad inviare la prima immagine del suolo marziano, anche se buia e sfocata.

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Il presidente torna dal giro in Francia, Grecia e Spagna con altri missili, caccia, radar, fondi energetici. Festeggiano i produttori di armi e gli Stati: dopo gli Usa, la Francia è la seconda nazione per export globale.

Il recente tour diplomatico di Volodymyr Zelensky tra Atene, Parigi e Madrid ha mostrato, più che mai, come il sostegno all’Ucraina sia divenuto anche una vetrina privilegiata per l’industria bellica europea. Missili antiaerei, caccia di nuova generazione, radar modernizzati, fondi energetici e contratti pluriennali: ciò che appare come normale cooperazione militare è in realtà la struttura portante di un enorme mercato che non conosce pause. La Grecia garantirà oltre mezzo miliardo di euro in forniture e gas, definendosi «hub energetico» della regione. La Francia consegnerà 100 Rafale F4, sistemi Samp-T e nuove armi guidate, con un ulteriore pacchetto entro fine anno. La Spagna aggiungerà circa 500 milioni tra programmi Purl e Safe, includendo missili Iris-T e aiuti emergenziali. Una catena di accordi che rivela l’intreccio sempre più solido tra geopolitica e fatturati industriali. Secondo il SIPRI, le importazioni europee di sistemi militari pesanti sono aumentate del 155% tra il 2015-19 e il 2020-24.

Ilva chiusa da mesi ma è tutta colpa di un errore umano
Imagoeconomica
Altoforno 1 sequestrato dopo un rogo frutto però di valutazioni inesatte, non di carenze all’impianto. Intanto 4.550 operai in Cig.

La crisi dell’ex Ilva di Taranto dilaga nelle piazze e fra i palazzi della politica, con i sindacati in mobilitazione. Tutto nasce dalla chiusura dovuta al sequestro probatorio dell’altoforno 1 del sito pugliese dopo un incendio scoppiato il 7 maggio. Mesi e mesi di stop produttivo che hanno costretto Acciaierie d’Italia, d’accordo con il governo, a portare da 3.000 a 4.450 i lavoratori in cassa integrazione, dato che l’altoforno 2 è in manutenzione in vista di una futura produzione di acciaio green, e a produrre è rimasto solamente l’altoforno 4. In oltre sei mesi non sono stati prodotti 1,5 milioni di tonnellate di acciaio. Una botta per l’ex Ilva ma in generale per la siderurgia italiana.

Mondiali 2026, il cammino dell'Italia: Irlanda del Nord in semifinale e Galles o Bosnia in finale
Getty Images

Gli azzurri affronteranno in casa l’Irlanda del Nord nella semifinale playoff del 26 marzo, con eventuale finale in trasferta contro Galles o Bosnia. A Zurigo definiti percorso e accoppiamenti per gli spareggi che assegnano gli ultimi posti al Mondiale 2026.

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