2022-05-12
Figuraccia di Cingolani sui dati Ilva
Il ministro «verde» non ha saputo fornire dettagli sulle bonifiche già pubblicati sui siti del parlamento e del suo stesso dicastero. E commentati finanche dai commissari.Il ministro Cingolani su Ilva proprio non c’è. E ieri in question time alla Camera ha fatto l’ennesima figuraccia.Tant’è che persino i sindacati che proprio lunedì sono tornati a chiedere ai ministri di riconvocare il tavolo Ilva, hanno inviato la missiva a Draghi, Franco, Orlando e Giorgetti, ma non a Cingolani che pure essendo il ministro della Transizione dovrebbe essere quello sulla cui scrivania dovrebbe avere il dossier di uno dei principali asset industriali del Paese, nonché un’acciaieria di Stato e un impianto su cui il governo ha promesso quella che loro chiamano decarbonizzazione.Cosi ieri chiamato in question time a rispondere sull’avanzamento delle bonifiche e i fondi necessari sulle aree relative alle aree interne ed esterne allo stabilimento Ilva, non ha saputo rispondere: «Ad oggi non risulta ancora avanzato dai commissari straordinari Ilva un elenco di interventi di bonifica e non è stato possibile calcolare quale sia il fabbisogno economico per realizzare gli interventi». Eppure quei documenti ci sono, sono pubblici, e pubblicati sul sito della Camera e del Senato. E in teoria sarebbero anche consultabili sul sito del Mite, alla pagina osservatorio ambientale, peccato che da quando il ministero ha annunciato l’hacheraggio un mese fa ancora non sono riusciti a ripristinarlo. Non solo. Proprio nel dossier del Senato al decreto Energia, sull’articolo per cui il governo ha rischiato di cadere domenica notte con Pd e 5 stelle che hanno votato contro la decisione di Draghi, è pubblicata la relazione illustrativa all’articolo con i link alle relazioni dei commissari rilasciate nelle varie audizioni parlamentari, e addirittura tra i documenti consegnati per il decreto vi è la relazione con cui i commissari spiegano dettagliatamente tutti gli avanzamenti e le spese relative. Da cui appunto si evince che di 1.157 milioni del Patrimonio destinato sequestrato ai Riva, Ilva in as ha a disposizione 467 mln, di cui 442 allocati, 93 impegnati e 30 spesi, e Acciaierie d’Italia: 540 milioni. Da qui avanzano 150 milioni, quindi ritenuti superflui per le bonifiche e trasferiti alla decarbonizzazione. Poi c’è il dettaglio delle opere: su 4 discariche da bonificare ne sono già state completate due (discarica Due Mari e discarica Nuove Vasche), e via discorrendo.Tutte queste cose noi le abbiamo lette nei documenti pubblicati su Camera e Senato, che Cingolani non riesce a trovare. E cosi vuole fare la transizione, di Ilva, e dell’Italia intera.Un capitolo a parte meriterebbero poi i partiti politici che per farsi belli in tv interrogano il ministro su documenti che sono già pubblici, e su cui il 17 gennaio i commissari erano stati interrogati in audizione alla Camera (con video presente sul sito) fornendo i dati che oggi Cingolani non trova.L’unico è stato l’onorevole 5s Gianpaolo Cassese che in serata ha rimbrottato il ministro: «Tutti i dati sulle bonifiche di Taranto sono stati resi pubblici dai commissari straordinari di Ilva in As già durante le audizioni alla Camera per il Milleproroghe e poi inviati al Senato, aggiornati con ultimi dati ed interventi. Spiace che Cingolani abbia fornito delle informazioni errate in Aula, che mettono in evidenza la sua non conoscenza di dati così importanti, pubblicati per altro dallo stesso portale dell’Osservatorio Ilva, che fa capo al suo ministero. Il fatto che il portale, che risulta da tempo non funzionante a causa di un attacco hacker avvenuto ormai più di un mese fa, non può essere una giustificazione».