Figliuolo prepara la missione terza dose. Poi toccherà alla Protezione civile

Figliuolo prepara la missione terza dose. Poi toccherà alla Protezione civile
Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)

«Stante gli attuali scenari, l'attività vaccinale futura potrebbe prevedere almeno una dose di richiamo», ha detto ieri il commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo durante l'audizione alla Camera, sottolineando la necessità che si passi, «gradualmente nei prossimi mesi», dalla gestione commissariale dell'emergenza a una gestione ordinaria «delle attività sanitarie da parte delle amministrazioni centrali e locali competenti». Il generale conferma che per la struttura commissariale si prospetta una nuova sfida. Quella di un nuovo «giro» di vaccinazioni quando finirà la copertura immunitaria di quelli somministrati adesso (sulla durata non c'è ancora chiarezza ma la maggior parte degli scienziati crede che possa essere di circa un anno). Figliuolo ha assicurato di avere già avviato un confronto con il ministero della Salute e la Protezione civile per ragionare su questi temi, annunciando a breve una programmazione anche per le consegne dei vaccini del 2022. Se, e quando, il virus diventerà endemico chi gestirà la nuova fase della campagna? La decisione dovrà essere presa dal presidente del Consiglio e dal governo ma il commissario pensa già a chi lasciare il testimone: «per il dopo emergenza, vedrei bene un passaggio graduale di questa struttura, con un congruo periodo per il passaggio di consegne, alla Protezione civile che è il partner ideale per questo trapasso di poteri, ma è una mia opinione personale». Il commissario straordinario opera fino alla scadenza dello stato di emergenza che con un decreto dello scorso 22 aprile è stato prorogato fino al 31 luglio. E può essere ulteriormente prorogabile (c'è chi dice a fine settembre e chi scommette su fine anno) attraverso un passaggio parlamentare. Di certo, però, tutti gli interventi, le scelte e le decisioni prese dal commissario nel periodo «più critico e buio» dovranno tornare in mano alle strutture dello Stato che hanno competenza in materia. Il generale non indica una data ma fa intendere quale sia la sua idea.

Resta da capire come gestire il nuovo round di vaccinazioni, meno agilmente programmabile, se un booster si renderà necessario non come un normale richiamo ma perché arrivano nuove varianti capaci di «bucare» la protezione di alcuni vaccini. In quel caso andrebbe messa in piedi una «macchina» organizzativa di scorta da attivare in tempo zero se scatta l'emergenza per immunizzare di nuovo tutti gli italiani. «A breve partirà un progetto che vede come attuatore l'Istituto superiore di sanità, verranno erogate risorse per progettare un sequenziamento che abbia valore statistico e scientifico per studiare come circola il virus e come evolve», ha spiegato Figliuolo. In ogni caso, la somministrazione della terza dose dovrà essere messa a sistema con quella del vaccino antinfluenzale. La nuova routine non sarà uguale a quella vecchia, anzi. E si sommerà anche alla gestione delle vaccinazioni in età pediatrica, caricando le strutture di un compito extra. Senza sottovalutare il fatto che ancora non sappiamo come sarà l'interazione tra i diversi vaccini.

Per la gestione della prossima fase in autunno, Figliuolo conta sul passaggio dalle vaccinazioni effettuate in maniera centralizzata presso gli hub «a un sistema di vaccinazioni delocalizzate, molto più capillare e prossimo ai cittadini». Con un maggiore coinvolgimento di medici di base, pediatri e farmacie.

L'obiettivo del commissario è comunque quello di vaccinare l'80% della popolazione entro settembre di quest'anno, compresa la fascia 12-15 anni, per un totale di 54,3 milioni di italiani. Ad oggi risulta aver ultimato il ciclo vaccinale su scala nazionale l'82,31% degli over 80 e il 35,37% della platea 70-79. Con riferimento alla categoria 60-69 anni (circa 7,6 milioni di persone)», ha ricordato il generale, «ha completato il ciclo vaccinale il 28,27%». Mancano all'appello oltre 2 milioni di over 60 non ancora intercettati e che vanno raggiunti a domicilio (sempre che chi non l'ha ancora fatto voglia davvero vaccinarsi).

Secondo Figliuolo, però, anche il vaccino per i ragazzi è «uno dei pilastri della lotta al virus, insieme con il tracciamento e i buoni comportamenti individuali: ma fin quando le leggi prevedono la non obbligatorietà, nessuno deve essere in alcun modo discriminato. Chi organizza l'attività scolastica dovrà mettere in campo tutte le misure possibili per rendere sicura la permanenza a scuola degli alunni che, per scelta propria o dei propri genitori, legittimamente decideranno di non vaccinarsi. Il mio auspicio è che ci sia il massimo coinvolgimento dei giovani nella campagna, ma ho il massimo rispetto per quelle che sono le scelte personali», ha poi aggiunto. Per questa settimana il target medio giornaliero comunicato dalla struttura commissariale alle Regioni è di 550.000 somministrazioni. «È solo attraverso il corretto equilibrio tra la progressività dell'incremento delle potenzialità di somministrazione e della disponibilità di dosi che gli obiettivi prefissati in termini di inoculazioni giornaliere possono essere ottenuti».

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