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La fiera in Florida trampolino di lancio tra Italia e Centro America

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La fiera in Florida trampolino di lancio tra Italia e Centro America
Veduta panoramica di Fort Lauderdale. Nel riquadro, Romina Nicoletti, capo delegazione al Fitce (italiandelegationmadeinitaly.it)

Fort Lauderdale, poco a Nord di Miami, si prepara ad accogliere un importante riflesso del tricolore italiano in occasione del Florida International Trade and Cultural Expo (Fitce). Il prestigioso evento, che si terrà il 23 e 24 ottobre 2024 nella Contea di Broward, vedrà la partecipazione della Italian Delegation Made in Italy, composta da una selezionata rappresentanza delle eccellenze italiane e guidata dall’imprenditrice Romina Nicoletti.


La cittadina statunitense è da tempo riconosciuta come capitale mondiale dello yachting e le eccellenze nautiche italiane occupano sempre una posizione di rilievo, affascinando il pubblico internazionale. Una visibilità che tuttavia non si limita al solo settore marinaresco: Fort Lauderdale diventerà il punto di incontro di molti altri settori di punta italiani e rafforzando la posizione del Made in Italy in un mercato in rapida crescita.

Uno dei protagonisti dell’ambasceria del prestigio italiano è la Regione Lazio, che, attraverso l’Arsial (l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio), sarà presente al Fitce per promuovere il meglio della propria produzione regionale con lo slogan «Made in Lazio, Made in Italy». L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare i legami commerciali con il mercato nordamericano e posizionare i prodotti laziali in un contesto di business di altissimo livello, rivolgendosi a un pubblico di alto-spendenti.

Nicoletti, già capo delegazione nelle precedenti edizioni del Florida trade expo, ha sottolineato l’importanza di strategie di marketing innovative per valorizzare ulteriormente i prodotti italiani all’estero. «Le aziende italiane si sono sempre contraddistinte per la qualità dei prodotti, ma sono rimaste indietro dal punto di vista della strategia marketing. L’Italian Delegation Made in Italy è una piattaforma in cui, la centralità della consapevolezza internazionale del marchio, permetterà ai nostri espositori di fare marketing internazionale. Metterà, altresì, le aziende nella posizione di stringere accordi commerciali in un contesto di business di altissimo livello», ha dichiarato.

Il Fitce si sta rapidamente affermando come una piattaforma cruciale per le imprese italiane che desiderano espandersi nei mercati globali, fungendo non solo da ponte verso le Americhe, ma anche come hub per incontri e scambi con realtà provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia. Questo è reso possibile grazie alle politiche lungimiranti della Contea di Broward e al dinamismo di figure chiave come Paola Isaac Baraya, una delle organizzatrici dell’evento. Baraya, canadese di nascita ma statunitense d’adozione, è nota per il suo amore per l’Italia e la sua profonda conoscenza della cultura italiana, fattori che hanno contribuito a consolidare la presenza del nostro Paese all’interno della manifestazione.

Al Fitce le imprese mostrano le eccellenze e la qualità del nostro Paese

La fiera americana su commercio e cultura si preannuncia come un’occasione di rilievo per il Made in Italy, grazie alla partecipazione di una delegazione italiana ricca di eccellenze provenienti da vari settori produttivi. Questo evento internazionale, che riunisce imprese da tutto il mondo in un contesto di scambio culturale e commerciale, offre un palcoscenico strategico per il nostro Paese. Le aziende italiane presenti si distinguono per la capacità di portare avanti la tradizione e di offrire prodotti e servizi di alta qualità.

Al centro di questo movimento c’è FederItaly, organizzazione che si dedica alla tutela e alla promozione dell’autenticità italiana, con l’obiettivo di garantire il riconoscimento e la qualità dei prodotti italiani nei mercati internazionali.

La presenza italiana al Fitce è arricchita anche dal contributo di aziende che nel corso delle due giornate di eventi offrirà servizi essenziali per l’internazionalizzazione delle imprese attraverso la capacità di comunicare oltre i confini linguistici e culturali. Momenti di educazione in lingua italiana, grazie al contributo della scuola di lingua Byron Education & Translation, accompagneranno aspetti topici della nostra cultura: il mangiar bene, accompagnato dalla degustazione di vini. In tal senso, aziende simbolo della cura per il territorio e per i prodotti naturali si ritrova nell’offerta di numerose aziende vinicole, quali Nettare di Roma Antica, che riprende le antiche tradizioni romane nella produzione di vini pregiati, e Parvus Ager, che si concentra sulla valorizzazione di vitigni autoctoni del Lazio.

D’altro canto non manca l’attenzione per la tecnologia e l’innovazione: Dirac Nanotechnology rappresenta il fronte più avanzato della ricerca scientifica italiana nel campo delle nanotecnologie, mentre Exp Legal mette a disposizione una competenza giuridica internazionale, indispensabile per le imprese che desiderano espandersi all’estero, con un occhio attento alla regolamentazione commerciale e alla protezione dei propri interessi su scala globale.

Questo insieme di tradizione che spazia dall’agricoltura alla tecnologia all’enogastronomia rappresenta una vetrina unica per il Made in Italy. E il Fitce diventa quindi non solo un’occasione di business, ma anche una finestra aperta sul mondo, da cui l’Italia si affaccia con il suo patrimonio, la sua creatività e le sue eccellenze.


La Kallas pensa di aver vinto e detta le sue condizioni a Mosca
Kaja Kallas (Ansa)
L’Alto rappresentante di Bruxelles prosegue sulla linea dura, smentita persino da Kiev.

«Il problema per la pace è la Russia. Anche se l’Ucraina ricevesse garanzie di sicurezza, ma non ci fossero concessioni da parte russa, avremmo altre guerre, magari non in Ucraina ma altrove». Inizia così l’intervista di ieri al Corriere della sera dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, l’estone Kaja Kallas. La rappresentante della diplomazia di Bruxelles, in pratica, agita ancora lo spauracchio di una Russia pronta ad aggredire l’Europa non appena conclusa in qualche modo la guerra in Ucraina. Del resto, la minaccia russa serve proprio a giustificare una serie di grandi manovre in corso tra Bruxelles e le capitali europee, tra riarmo a tappe forzate, ritorno della leva e tentativi di utilizzo degli asset russi congelati in Europa.

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Il banchiere si ribella: non c’è solo la guerra...
Carlo Messina all'inaugurazione dell'Anno Accademico della Luiss (Ansa)
Messina, numero uno di Intesa, parla agli studenti: «Se il conflitto diventa l’unico tema si perde il contatto con la realtà. Invece in Europa i rischi veri arrivano da povertà e disuguaglianza, non da un evento bellico che è una minaccia solo potenziale».

«Se la guerra diventa l’unico tema si perde il contatto con la realtà». Parla agli studenti e pensa all’Europa, Carlo Messina all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Luiss a Roma. Davanti alla classe dirigente del futuro, il ceo di Banca Intesa decide di abbandonare grafici e coefficienti, di tenersi in tasca proiezioni e citazioni da banker stile Wall Street per mettere il dito nella piaga di un’Unione Europea votata ottusamente al riarmo fine a se stesso. «La difesa è indispensabile, ma è possibile che la priorità di quelli che ci governano sia affrontare tutti i giorni il tema di come reagire alla minaccia di una guerra?».

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Casarini guida i migranti verso la rivolta
Luca Casarini. Nel riquadro, il manifesto abusivo comparso a Milano (Ansa)
Il dissidente diventato credente sbotta contro il fermo dell’Ong Humanity 1: «Faremo fuggire gli innocenti che tenete prigionieri». A Milano invece spuntano dei manifesti anonimi con un vademecum in più lingue per gli irregolari per evitare che finiscano nei cpr.

Da tempo, Luca Casarini preferisce il mare alla terra ferma. Tolta la tuta bianca che lo aveva reso famoso, ha iniziato a indossare il salvagente e a navigare attorno alle coste della Libia alla disperata ricerca di migranti da salvare. Da disobbediente è diventato credente, anche se solo in ciò che gli fa comodo, imbarcando un don Chichì, per dirla con Giovannino Guareschi, come Mattia Ferrari.

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Trattati «smontati» per i soldi a Zelensky, non se servono per sanità e pensioni
Christine Lagarde (Ansa)
Bruxelles si arrovella per aggirare le regole e dare agli ucraini i 90 miliardi confiscati. Un’elasticità mai dimostrata sul welfare.

È noto da tempo che le regole Ue, dai Trattati in giù, siano dotate di eccezionale flessibilità, in modo da essere applicate ai nemici e interpretate per gli amici. Ma ciò che sta accadendo pur di erogare un prestito (di fatto un sussidio) all’Ucraina rischia davvero di superare ogni limite di fantasia legale e finanziaria.

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