2025-04-25
A Roma la folla oceanica per il «pontefice del popolo» (per ora) non si vede
Fedeli nella basilica di San Pietro per rendere omaggio alla salma del Pontefice (Ansa)
A ieri sera in 90.000 erano giunti a San Pietro: cifre contenute, nonostante il Giubileo. Il feretro sarà salutato da migranti, trans e detenuti. E arriva il cordoglio di Benjamin Netanyahu.Oggi, alle ore 20, la bara di papa Francesco verrà chiusa secondo il rito ufficiale, presieduto dal camerlengo, il cardinale Kevin Jospeh Farrell, alla presenza di altri porporati e membri della Curia. La bara è una sola e non tre come in passato, dopo le modifiche al rituale apportate da Bergoglio. Alle 19 di ieri, il numero di fedeli accorsi per dare l’ultimo saluto alla salma era, secondo il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni, di 90.000 persone, ma il numero è destinato a crescere (le visite sono aperte fino alle 19 di oggi). Due anni e mezzo fa, a rendere omaggio alla salma del Papa emerito, Benedetto XVI, arrivarono in circa 195.000 fedeli, mentre nel caso di San Giovanni Paolo II i numeri erano talmente imponenti che fu difficile contarli (si parla di circa 4 milioni).Continuano, intanto, i preparativi per il funerale di domani, celebrato dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio. La cerimonia avrà inizio alle 10 di sabato mattina, sul sagrato di San Pietro. Il rito seguirà l’Ordo exsequiarum romani pontificis e sarà improntato alla sobrietà, come da volontà del Papa. Al termine della messa esequiale, la bara sarà portata in corteo - a passo d’uomo «per consentire alla gente di salutarlo» - fino alla basilica di Santa Maria Maggiore, luogo scelto da Francesco per la sepoltura, dove lo attenderà un gruppo di poveri, migranti, trans e forse anche detenuti, che potrebbero ricevere un permesso speciale.Il percorso della processione verrà definito di concerto con le autorità italiane. La tomba del Santo Padre, ha annunciato la sala stampa vaticana, è stata realizzata in marmo di provenienza ligure con la sola iscrizione «Franciscus» e la riproduzione della sua croce pettorale. Si trova nel loculo della navata laterale della Bbasilica, tra la cappella Paolina e la cappella Sforza, nei pressi dell’altare di San Francesco. Da domenica 27 aprile, sarà possibile visitarla.Per la celebrazione di domani, sono attese in piazza San Pietro almeno 200.000 persone e 170 delegazioni tra capi di Stato e di governo (per ora la Santa Sede ne ha ufficializzate 130), con oltre 1.500 richieste di accredito da parte di giornalisti di tutto il mondo. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha dichiarato che è impossibile fare una stima e che il piano di sicurezza è stato preparato per poter gestire la mobilitazione di oltre un milione di persone, se si contano anche le zone adiacenti alla piazza. Il modello, ha spiegato il ministro, è il funerale di San Giovanni Paolo II, per il quale, però, le cronache parlano di 300.000 persone in piazza e oltre 2 milioni di fedeli riuniti nei maxischermi nelle piazze della Capitale. Nel caso di Benedetto XVI, che era già emerito e il cui funerale è stato celebrato dallo stesso Francesco, a San Pietro c’erano circa 50.000 persone. Oltre alla singolarità dell’evento, però, bisogna anche tenere conto che in quel periodo ancora non erano smaltiti i timori legati al Covid. Questo fine settimana, inoltre, era già atteso un cospicuo numero di pellegrini, visto l’anno giubilare: parallelamente al funerale del Papa, per esempio, è in corso anche il Giubileo degli adolescenti.Per i funerali del pontefice ci saranno Donald Trump e sua moglie Melania (che è cattolica), il presidente francese Emmanuel Macron, quello tedesco Frank Walter Steinmeier e il cancelliere uscente Olaf Scholz, il primo ministro britannico, Keir Starmer, e il principe William, i reali di Spagna Felipe VI e Letizia, il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, e il primo ministro Luís Montenegro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, re Filippo e la regina Matilde del Belgio, il presidente polacco Andrzej Duda, il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, quello dell’Europarlamento, Roberta Metsola, e il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa. Dal Sud America arriveranno a Roma il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, e il connazionale del pontefice e presidente dell’Argentina, Javier Milei. Non ci sarà, come ormai noto, Vladimir Putin: al suo posto, il ministro della Cultura, Olga Lyubimova. Assente Benjamin Netanyahu, in contrasto con Francesco per le sue posizioni su Gaza. Il premier israeliano, che aveva fatto cancellare dagli account social del ministero degli Esteri le condoglianze al pontefice. Ieri ci ha ripensato e ha scritto sui social: «Lo Stato di Israele esprime le sue più sentite condoglianze alla Chiesa e alla comunità cattolica in tutto il mondo per la scomparsa di papa Francesco. Possa riposare in pace». A rappresentare lo Stato ebraico, alle esequie, ci sarà l’ambasciatore presso la Santa Sede. Presente, invece, il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammad Mustafa.Come privato cittadino, parteciperà, invece, l’ex presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Scontata la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e di tutte le più alte autorità istituzionali italiane. Previsti, oltre ai politici, anche molti leader di altre confessioni religiose.Gli occhi sono tutti puntati su Roma e, per l’evento, la Capitale è stata blindata. Le forze dell’ordine, supportate da vigili del fuoco e tiratori scelti posizionati strategicamente, garantiranno controlli capillari, estesi anche al sottosuolo nelle stazioni della metropolitana e al Tevere con pattuglie fluviali. Per prevenire minacce aeree, è stata istituita una no-fly zone sulla città e saranno impiegati dispositivi antidrone capaci di neutralizzare velivoli non autorizzati. Saranno dispiegate anche unità Nbcr dei pompieri per il contrasto alla minaccia nucleare, batteriologica, chimica e radiologica. La Regione Lazio, in collaborazione con la Protezione civile, ha predisposto anche un piano sanitario ad hoc, tra cui una struttura in caso di necessità per i capi di Stato.
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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